La paura dell’aereo ovvero l’aviofobia ha caratteristiche ben precise che esulano dalle tipiche e comuni paure dei vuoti d’aria o di voli particolarmente turbolenti e movimentati. Infatti questi ultimi disagi quando si scende dall’aereo tendiamo a cancellarli e a non pensarci più.
L’aviofobia è presente in misura doppia nelle donne e colpisce circa il 5-10% della popolazione. Nei soggetti che la sperimentano è presente un’ansia prima del volo, dove l’individuo cerca di immaginarsi tutti gli scenari peggiori con la conseguenza di un disagio e di una preoccupazione che crescono visibilmente. Quel che succede è lo scatenarsi di un circolo vizioso da cui è complicato uscirne e che tenderà ad aumentare fino al giorno della partenza.
Vediamo ora nel dettaglio quali sono i sintomi purtroppo fastidiosi che una persona prova: sudorazione, tachicardia, nausea, vertigini sono i più comuni. A volte l’ansia diventa così insopportabile per l’individuo che sfocia in veri e propri attacchi di panico (per niente piacevoli!), come la sensazione imminente di stare per morire.
A volte, uno stress intenso e prolungato come una separazione, un matrimonio, un lutto, una grave malattia possono indurre questa fobia. Un’altra causa può essere anche la sola idea di non avere il controllo su quella situazione. Questo scatena nel soggetto una crescente ansia, che da soli è difficile da gestire.
In vista di un viaggio affidatevi a un terapista cognitivo comportamentale che vi aiuterà sicuramente a gestire questa fobia. La terapia cognitivo comportamentale infatti è molto utile in questi casi. Si possono imparare molte tecniche di respirazione e di rilassamento muscolare profondo che agevolano e aiutano la persona nel momento di panico. Altre tecniche usate possono essere l’individuazione dei pensieri disfunzionali che generano l’ansia e la focalizzazione su pensieri più positivi.
Dei consigli invece pratici possono essere quelli di dormire ore sufficienti prima di salire in aereo e di evitare bevande contenenti eccitanti, scegliere il posto che vi piace di più (a qualcuno è più di sollievo guardare fuori dal finestrino mentre altri preferiscono il posto più esterno vicino al corridoio centrale in modo da potersi muovere quando è possibile). E non per ultimo, cercate in tutti i modi di distrarvi con musica nelle cuffie, guardando un film, lavorando a maglia (lo knitting è considerato un ottimo antistress), parlando e conoscendo il vostro vicino di viaggio, leggendo o impegnandosi in cruciverba difficili in modo da concentrarsi su altro.
In fondo è un vero peccato non raggiungere mete esotiche o favolose solo per la nostra fobia del volo, non vi pare? Quindi buon viaggio a tutti e restate sereni!
Dottoressa Sara Ronchi
psicologasararonchi@virgilio.it
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