Moshe Feldenkrais. © Istituto di Formazione Feldenkrais di Milano
Il movimento è uno degli strumenti attraverso cui conosciamo noi stessi e il mondo. Eppure l’età che avanza, le abitudini o i traumi subiti spesso rendono i movimenti ridotti e ripetitivi. Con pesanti ricadute, non solo di tipo ortopedico e muscolare. Se quando ci muoviamo ci sentiamo limitati, il metodo di Moshe Feldenkrais può fare al caso nostro.
Scopriremo per esempio che camminare, star seduti o piegarsi può essere piacevole e che sedersi per terra e saltare non sono imprese impossibili. Praticato oggi in tutto il mondo, il metodo è rivolto a persone di tutte le età e in qualsiasi condizione fisica: bambini, adulti, anziani e disabili. È un aiuto per chi ha problemi neuromotori e ortopedici, dolori muscolari, problemi posturali e per chi ha subito interventi o traumi. Stimolando l’innata capacità del sistema nervoso di apprendere senza limiti e di migliorare le proprie funzioni, è utile come prevenzione: incidenti e disturbi infatti sono spesso causati da una cattiva organizzazione del movimento. Non solo: è uno strumento prezioso anche per chi lavora nella riabilitazione, per chi pratica sport, teatro, danza e per i musicisti e i cantanti.
Moshe Feldenkrais, ucraino di origini ebraiche, classe 1904, è stato un uomo versatile. Appassionato di arti marziali, fonda la prima scuola di judo a Parigi, studia ingegneria meccanica ed elettrica alla Sorbona e fisica nucleare con il premio Nobel F. Joliot-Curie, lavora nell’edilizia per la costruzione in Israele. Negli anni ’40 un evento porta alla luce le premesse del suo metodo: afflitto da un problema al ginocchio, comincia ad esplorare e a sperimentare su di sé piccoli movimenti che lo possano aiutare. Scopre così l’esistenza di connessioni neuro-muscolari in tutte le parti del corpo. Riacquista la capacità di camminare e rende note le sue scoperte. Fonda poi in Israele una scuola di insegnamento. Dagli anni ’60 il metodo è riconosciuto anche in Europa e nel Nord America.
Feldenkrais ha aiutato migliaia di persone, da bambini con paralisi cerebrale fino ad artisti e personalità di fama mondiale, come il musicista L. Bernstein, il regista P. Brook, il fondatore dello stato di Israele D. Ben-Gurion.
Mara Della Pergola, allieva diretta di Moshe Feldenkrais, ha introdotto il metodo in Italia negli anni ’80 ed oggi è direttrice dell’Istituto di Formazione Feldenkrais di Milano. [dup_immagine align=”alignright” id=”116693″]
E proprio lei, profonda conoscitrice e maestra del metodo, ci tiene a rimarcare che il Feldenkrais non è una terapia, ma un lavoro insieme all’altro per la scoperta delle proprie abitudini di movimento e delle innate potenzialità di cambiamento e di apprendimento della persona. Prendiamo a esempio la scoliosi che comporta un’inclinazione laterale della colonna e quindi una asimmetria della struttura con serie limitazioni meccaniche del movimento. Anche in questo caso il metodo Feldenkrais ricerca e potenzia la simmetria dal punto di vista funzionale: sviluppa cioè un’attenzione alle percezioni del corpo in movimento, del come si fanno le cose, delle preferenze e delle abitudini così da facilitare la scoperta della possibilità di un modo di muoversi più simmetrico ed efficace nel camminare, nel girarsi ma anche nell’uso delle braccia e degli occhi. Un aumento di libertà nei movimenti renderà il corpo più flessibile e armonioso.
Abbiamo rivolto a Mara Della Pergola qualche domanda sulle prospettive che il metodo apre sul mondo dei bambini.
Che cosa Feldenkrais ha imparato dai bambini e che cosa i bambini posso imparare dal metodo?
Il bambino può riorganizzarsi o maturare attraverso un’esperienza percettivo-motoria, fermo restando che il metodo Feldenkrais non è una tecnica che si ripete ugualmente con ogni soggetto, ma è piuttosto un dialogo tra due o più persone che si basa sulle intuizioni e conoscenze scientifiche di Feldenkrais, ormai confermate dalle attuali ricerche delle neuroscienze.
Il bambino, nella sua potenzialità innata di movimento, è un modello a cui guardare?
Certo, diversamente dagli animali noi nasciamo con un sistema nervoso non ancora maturo, ma attraverso movimenti esplorativi cominciamo a percepire e a scoprire tutto ciò che ci porta a diventare autonomi (sederci, alzarci, camminare e utilizzare le mani per movimenti precisi). Feldenkrais ha studiato lo sviluppo del bambino e ha creato un’infinità di lezioni di movimento che ripercorrono le tappe dello sviluppo infantile.
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Il metodo sviluppa l’attenzione a riconoscere le sensazioni positive per poi saperle ricreare. L’idea è quella di non occuparsi solo del dolore: questo ha qualcosa a che vedere con la modalità di sviluppo dei bambini?
Sì. Il bambino all’inizio fa dei movimenti apparentemente senza senso e ripete a lungo alcuni movimenti come se stesse giocando, con piccole variazioni, finché non scopre che può fare qualcosa di nuovo e di interessante con piacere e facilità. Impara per tentativi ed errori e la scelta di ciò che funziona si basa sul senso di piacere che ne deriva.
A quali tipi di bambini o in quali situazioni il Feldenkrais può essere di aiuto?
È utile per tutti i bambini, ma può essere di aiuto anche per quelli con esiti di paralisi cerebrale o con problemi di tipo psico-motorio, per i bambini che hanno atteggiamenti scoliotici o ortopedici, ma anche per chi ha difficoltà di attenzione e iperattività.
Quali sono i principali benefici per i bambini?
Aiutarli nella loro crescita armonica senza mai correggerli, o farli sentire inadeguati e mal funzionanti. L’esperienza fisica va al di là di quanto si pensi: fa capire i concetti astratti, insegna a differenziare, a scegliere, a organizzarsi meglio e fa sentire che si può fare ciò che si vuole con facilità e piacere, quindi stimola anche un positivo rinforzo psicologico.
Si tratta di un’attività individuale o di gruppo?
Dipende dall’età e dalla problematica. Con bambini molto piccoli o più gravi si lavora individualmente, con quelli più grandicelli anche in piccoli gruppi. Dalle materne in poi si possono imitare consapevolmente i movimenti degli animali (verme, rettile, anfibio, mammiferi vari) sentendo dentro di sé un’organizzazione arcaica che fa parte anche del nostro patrimonio di uomini.
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Per chi volesse approfondire queste scoperte, ricordiamo che giovedì 18 settembre 2014 l’Istituto di Formazione Feldenkrais inaugura il nuovo anno con un Open Day aperto a tutti. È solo l’inizio di una serie di attività per tutti i gusti che saranno segnalate sul sito dell’Istituto di Formazione Feldenkrais: lezioni settimanali collettive, lezioni a tema e seminari mensili ovvero vere e proprie full immersion nei diversi temi. Qualche esempio? Come sedersi e alzarsi, lo sguardo, il nuoto e nel prossimo dicembre – giusto per affrontare al meglio la nuova stagione – si affronterà anche lo sci!
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