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Dieta Montignac: pro, contro e tabella indice glicemico

È una dieta nota ormai da tempo ed ha avuto molto successo tra coloro che l’hanno praticata. La dieta Montignac, detta anche metodo Montignac, è famosa per la sua attenzione all’indice glicemico degli alimenti, valore che va a misurare la capacità di un alimento di aumentare la glicemia postprandiale rispetto ad un alimento standard.

Il metodo Montignac

Vediamo in cosa consiste la dieta Montignac, quali sono i pareri a favore e quelli contrari e come è strutturata la tabella degli indici glicemici.

Questa dieta, a differenza di altre, sembra essere meno restrittiva e, a prima vista, equilibrata. Infatti, secondo Montignac, non si mangia di meno, ma si compiono scelte più consapevoli e variegate sull’abbinamento degli alimenti.

Si vanno a modificare, quindi, le abitudini alimentari errate. Il metodo si fonda sugli studi compiuti dal suo pioniere, il quale sostiene che, a determinare l’aumento di peso, non sia il contenuto calorico degli alimenti, ma l’iperinsulinismo. Si tratta di una disfunzione organica che si verifica nell’organismo in seguito all’ingestione di alcuni alimenti: si ha infatti una secrezione eccessiva di insulina.

Questo ormone, prodotto dal pancreas dopo l’ingestione di carboidrati, ha il compito di far scendere la glicemia, che si innalza con l’assunzione di zuccheri. Se il rialzo glicemico è eccessivo (per errori alimentari o insulino-resistenza), anche la produzione di insulina supererà i valori normali, favorendo la trasformazione del glucosio in tessuto adiposo.

Questa dieta si divide in due fasi. Durante la prima, che può durare fino al raggiungimento del peso forma, si possono consumare solo alimenti con indice glicemico fino a 35, abbinati a proteine.

Durante la seconda, ossia il mantenimento, si possono introdurre alimenti con indice glicemico fino a 50 e si devono consumare tre pasti giornalieri a orario fisso.

Pareri a favore

Vediamo ora i pareri favorevoli a questa dieta. Secondo i sostenitori il metodo Montignac è indicato sia per coloro che desiderano perdere peso in modo efficace e duraturo, sia per ridurre i fattori di rischio di diabete e di malattie cardiovascolari. A dimostrazione dell’efficacia del metodo vi sarebbero diversi lavori scientifici sull’iperinsulismo e sull’indice glicemico, compiuti negli ultimi 25 anni.

Pareri contrari

Sono molti anche i pareri contrari alla dieta Montignac. Se non bilanciato questo regime alimentare rischia di divenire iperproteico, con inevitabili danni renali.

Stimola poi l’utilizzo di edulcoranti, che possono avere effetti negativi sulla salute.

Inoltre è complessa la gestione nel lungo periodo, ma soprattutto non viene quantificata la durata della prima fase. In caso di diete o metodi particolari è necessario sempre il supporto di uno specialista (medico dietologo o biologo nutrizionista). Ovviamente questa dieta non può essere praticata in gravidanza, allattamento, insufficienza renale o diabete mellito di tipo I.

La tabella dell’indice glicemico

Infine vediamo come si dividono gli alimenti in base al loro indice glicemico.

Tra gli alimenti a basso indice glicemico, ossia da 0 a 35, troviamo:

• i pesci come il salmone, il tonno e le sardine;
• le carni come il manzo, il maiale e il pollame;
• i formaggi come la mozzarella, l’emmenthal e i formaggi di capra;
• il vino rosso e il vino bianco;
• le uova;
• il caffè e il tè;
• l’aceto;
• l’avocado;
• le verdure, tranne le carote;
• il cioccolato fondente al 70%;
• il pompelmo, le fragole, le ciliegie e il ribes;
• il latte e lo yogurt di soia.

Tra quelli a medio indice glicemico, ossia tra 36 e 50, troviamo:

• il farro, il kamut e l’avena;
• i ravioli di grano duro;
• il succo di mela e di carota;
• le prugne secche;
• il latte di cocco;
• le carote;
• la pasta integrale al dente e il pane azzimo;
• la salsa di pomodoro;
• l’uva, il fico secco, la pesca, i kiwi e i cachi;
• il couscous integrale.

Infine tra gli alimenti ad alto indice glicemico, ossia superiore a 50, ritroviamo:

• il mais e gli spaghetti ben cotti;
• la pizza e le lasagne;
• lo sciroppo d’acero e il miele;
• la banana matura, le albicocche in scatola e i datteri;
• il riso soffiato e le gallette di riso;
• i cornflakes;
• i croissant;
• le bevande zuccherate come la CocaCola;
• lo zucchero.

Maria Paola Zampella

Mi chiamo Maria Paola Zampella e sono un Biologo Nutrizionista Specialista in Scienze della Alimentazione. Ho conseguito le lauree triennale e magistrale, come anche il diploma di specialista in Scienze della Alimentazione (Scuola CEE – 5 years post-degree) presso l’Università degli Studi di Milano e un diploma di Corso di Perfezionamento relativo al metabolismo proteico presso l’Università degli Studi di Milano. Da tempo mi occupo di alimentazione naturale e consulenze alimentari per diverse situazioni fisiologiche e patologiche accertate dal medico. Su Unadonnasana scrivo articoli nell'area salute, benessere e nutrizione. In passato ho lavorato come coordinatore e formatore ASA/OSS per la Cooperativa Sociale KCS Caregiver, oltre che docente di alimentazione nel ramo alberghiero e di scienze, anatomia, dermatologia ed cosmetica nel ramo acconciatori ed estetico. Mi occupo, a richiesta, di formazione in ambito HACCP, Sicurezza Alimentare e Sicurezza sul lavoro. Ho collaborato anche con un centro tricologico, per un periodo di stage formativo. Sono appassionata di sport e sono in costante formazione per spaziare le mie conoscenze su più campi. Profilo Linkedin: https://www.linkedin.com/in/maria-paola-zampella-a1187a206/

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Maria Paola Zampella

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