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Viaggio a Tokyo per lavoro: un’esperienza da raccontare

La tipologia di viaggio che molti preferiscono è il viaggio di lavoro. Viaggio di lavoro, non inteso nella sua accezione pseudo ludica, eliminando press trip, team-building, lanci di vario genere, fiere, bensì finalizzato a farsi il cosiddetto mazzo fuori sede.

Per molti, questo è il massimo della soddisfazione e della motivazione allo spostamento. I motivi sono vari.

Il primo è il piacere di viaggiare da soli, in completa autonomia. Sola con te stessa e il proprio bagaglio, libera di modulare il programma a proprio piacere, inevitabilmente predisposta alla gestione di inconvenienti.

Il secondo è darsi un obiettivo che non sia mettersi in coda per entrare in un museo o girare per i mercati rionali del luogo ospitante. Poi, magari, capita che ci scappi la visita al museo o simili, ma deve solo essere un collateral all’interno di un programma di viaggio, dal taglio ben diverso.

Il terzo è il sentirsi immediatamente parte integrante del luogo. L’interazione istantanea che si crea con le persone e il nuovo ambiente è qualcosa che non si riesce a descrivere. Diciamo che, dal momento del ritiro bagagli, è come essere arrivata a casa, anche se si è ad esempio a 10.000 km di distanza e non si conosce nessuno.

Come in Giappone, ad esempio.

Sono rientrata da pochissimo da una breve trasferta di lavoro a Tokyo. Una trasferta significativa e fruttuosa, che mi ha arricchito tantissimo. L’incontro con la cultura giapponese è stata un’esperienza di rara intensità e pienezza che consiglio di fare almeno una volta nella vita, preparandosi ad accogliere tutti gli stimoli inattesi che essa può dare.

Sono sufficienti pochi minuti, per apprezzarne i valori, l’unicità, i significati. Sono sufficienti pochi minuti, per rimanere a bocca aperta come bambini alla scoperta di un mondo che non credevamo realmente possibile.

Ovviamente, come in tutti i viaggi di lavoro, la perlustrazione del luogo è assai limitata, ma sufficiente comunque a farsi qualche idea. Perdetevi, se vi capiterà di andare. Non seguite una cartina, ma il vostro istinto. Al bisogno troverete taxi ovunque, che si fermano al solo cenno della mano e vi accoglieranno con rara gentilezza. La rete di trasporti urbani è eccellente e vi condurrà dappertutto.

Unico neo, l’inglese in giro non è così eccelso e capita di non riuscire a comunicare con efficacia, ma ci si capisce comunque. La gentilezza conduce dappertutto!

Definirei Tokyo “sotto-sopra”. Perché c’è vita sotto e sopra. Se volete praticare il Golf, lo potete fare in metropolitana e così anche gli ultimi acquisti della sera. Gli spazi sotterranei sono talmente belli, puliti, accoglienti e ben distribuiti da non far rimpiangere ciò che avviene in superficie. Una superficie che troverete curata, disposta ad arte, tecnologicamente avveniristica ed esteticamente sublime.

Volete un giardino tradizionale? La mattina vi accoglierà con le sue essenze sempreverdi coloratissime, i laghetti specchiati e i vialetti fiabeschi. Lo stesso giardino, la sera vi sorprenderà con un light show da far impallidire George Lucas. Non crederete ai vostri occhi, mentre la magia di luci e melodie vi proietterà in una dimensione dalla quale non desidererete più tornare… Sotto o sopra? Giorno o notte?

Di giorno Tokyo ti accoglie mettendo in mostra un armonioso mix di tradizione e tecnologia. Da un lato Palazzo Imperiale e dall’altro una sopraelevata a tre piani sulla quale sfrecciano le auto. Di notte, lo stesso paesaggio si anima di luci facendoti perdere l’orientamento. Sono luci disposte in modo non casuale, che riescono a descrivere immagini potenti e ipnotiche, ma per nulla eccessive.

Il cibo? Davanti ai tuoi occhi si materializzano forme, colori e consistenze che ti impongono una sosta contemplativa prima di iniziare il viaggio dentro ai sapori. Croccante e morbido, dolce e “umami”, crudo e cotto. Tutto insieme, a sorprendere il palato. È una cucina benefica, quella giapponese, perché fa bene al corpo e allo spirito. Io mi sono depurata, con cibi sani e grandi bevute di tè verde.

Redazione UnaDonna

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