Scala Beaufort per vento e mare: come leggere i dati
“Non ascoltare i consigli delle persone, ma solo quelli del vento che passa”. Questa citazione di Claude Debussy ben spiega l’importanza che ha il vento soprattutto per chi naviga e chi del mare si trova a doverne valutare le condizioni. Chi naviga sa infatti che la regola fondamentale prima di uscire dal porto è accertarsi delle condizioni meteorologiche, poiché navigando per diporto è importante verificare che il meteo è favorevole. Per verificarlo, ci sono diversi metodi: dal canale 68 del VHF oppure tramite il web o le applicazioni appropriate per il meteo marittimo come ad esempio Consorzio Lamma oppure Meteo Consulting. In tutte queste fonti meteo, il vento viene espresso in forza riconducendo il suo valore alla famosa Scala Beaufort, che viene utilizzata per stabilire valori universali di intensità del vento, considerando anche gli effetti sul mare.
La scala Beaufort prende il nome da Sir Francis Beaufort (1774-1857), ammiraglio inglese del servizio idrografico britannico, che nel 1805 propose questo metodo per la classificazione della forza del vento suddividendola in 13 gradi (0-12).
La scala fu utilizzata per la prima volta nel 1831 da Robert FitzRoy, comandante della HMS Beagle, durante il suo famoso secondo viaggio con Charles Darwin e venne quindi adottata definitivamente dall’ammiragliato britannico nel 1838 ed in seguito da tutti gli altri paesi.
Prima che il comandante Francis Beaufort proponesse la sua scala della forza dei venti, nel 1805, non c’era alcun modo per connotare la forza del vento.
L’anemometro a coppe, usato per misurare la velocità del vento, fu inventato solo quarant’anni più tardi anche se la descrizione delle condizioni del vento veniva affidata alla fantasia dei singoli, e si passava da una ‘leggera brezza’ a un ‘vento talmente forte da far volare via i tetti’.
Beaufort entrò nella Royal Navy a tredici anni e divenne contrammiraglio e cavaliere comandante dell’ordine del Bagno. Inventò la sua scala descrittiva quando era al comando dalla HMS Woolwich, una nave da guerra armata con quarantaquattro cannoni. Ci volle però molto tempo perché la scala venisse riconosciuta; e divenne obbligatoria per la registrazione di bordo solo nel 1838.
Alla base della Scala Beaufort ci sono gli effetti del vento su navi da guerra del diciottesimo secolo e l’attenzione è concentrata sulla nave e non sul vento. I numeri della Scala Beaufort da uno a quattro descrivono il vento in termini della velocità alla quale avrebbe potuto spingere la nave e quelli da dieci a dodici si riferiscono alla sopravvivenza della nave in tali condizioni.
La scala Beaufort viene spesso utilizzata per ottenere l’altezza delle onde in giorni, mesi o anni passati in una determinata località o in specifici settori marittimi qualora non fosse possibile rilevare tali informazioni dalle boe ondametriche.
A tal scopo si utilizza la velocità del vento rilevata dalle osservazioni orarie delle stazioni meteo costiere presenti presenti anche su numerosi siti online.
La scala Beaufort è pensata per stimare una probabilità che si verifichi un determinato fenomeno (altezza dell’onda) in conseguenza del variare di un altro (forza del vento) e non per ottenerne una misura.
L’altezza probabile (metri) delle onde riportata nella scala Beaufort indica le condizioni meteomarine che presumibilmente si possono incontrare in mare aperto a una notevole distanza dalla costa e non andrebbe mai usata all’inverso per stimare, misurare lo stato del mare. Si tenga presente che nei mari interni, in prossimità della costa e con venti di terra le onde risultano generalmente meno alte e ripide.
Nel 1854 l’Inghilterra e la Francia combattevano nella Guerra di Crimea, in un’alleanza contro la Russia, e le navi delle due nazioni avevano creato un blocco del porto di Sebastopoli, sul Mar Nero. Al mattino del 14 novembre la flotta congiunta che trasportava la quasi totalità delle provviste per l’inverno fu sorpresa da una violenta tempesta. Nel giro di dodici ore le perdite superarono quelle di tutte le precedenti azioni in mare. Le richieste che seguirono portarono alla creazione di una rete meteorologica continua anglo-francese, il percussore dell’Organizzazione meteorologica mondiale, finalizzata alla previsione delle tempeste.
Nel frattempo Samuel Morse aveva messo a punto il primo telegrafo e TR Robinson avevano inventato l’anemometro a coppe, così fu possibile trasmettere dati meteorologici in tutto il globo. Il problema fu che il mondo non era ancora in grado di apprezzare l’effetto dell’aria spinta dal vento, che aveva incidenza sulle misurazioni della sua velocità. Così, se un uomo si trovava nelle aree più umide dell’Europa centrale osservava trentasette rivoluzioni del suo anemometro e registrava le condizioni come corrispondenti a forza sette nella Scala Beaufort, ma il suo collega nelle zone più asciutte del Missouri, negli Stati Uniti, di fronte alle stesse rivoluzioni avrebbe registrato un valore di forza cinque.
Come abbiamo detto, i gradi della scala Beaufort sono importanti soprattutto nel campo della navigazione perché permettono di identificare la potenza di un vento sulla base di elementi ben precisi ossia della sua velocità. In questo modo, grazie alla scala Beaufort è possibile comprendere quali siano le condizioni meteorologiche e in quali punti il mare rischia di essere eccessivamente agitato.
Nel 1912 la Commissione internazionale per la Telegrafia meteorologica iniziò a sviluppare una tabella universale di equivalenza della velocità per la Scala Beaufort che fu finalmente accettata nel 1926 e poi leggermente modificata nel 1946.
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