Alle Olimpiadi invernali 2014 torna (forse) il mitico bob giamaicano
Dopo le leggendarie gesta della nazionale di bob a Calgary 1988, ritorna la nazionale caraibica fra i ghiacci di Sochi qualificandosi per il bob a due. Ma mancano i soldi per il viaggio…
Mare, sole, palme, caldo e clima tropicale. Cosa c’entri con la neve e il ghiaccio la Giamaica è difficile a dirsi. Eppure l’incredibile storia di una nazione da sempre associata a tutto tranne che al freddo e che costruisce una squadra di bob talmente competitiva da qualificarsi per le Olimpiadi Invernali, operazione per nulla semplice date le assai restrittive norme internazionali, è talmente sconvolgente e unica da sembrare un romanzo. Invece è assolutamente vera. Talmente bella da diventare un film campione al botteghino. Ricorderete infatti Cool Runnings, il successo della Disney del 1993 con il compianto John Candy che raccontava le gesta dei quattro ex-sprinter, tre militari e un ingegnere, che si trovarono catapultati dalla pratica delle “corse in discesa col carretto” dei giovani isolani a scendere a 130 Km/h in un toboga di ghiaccio alle Olimpiadi di Calgary 1988. Uno dei momenti sportivamente più intensi di quei giochi: fra gli sguardi scettici degli avversari e degli spettatori, il quartetto con le treccine guidato da Devon Harris aveva conquistato tutti grazie alla tenacia e a un insospettabile ma effettivo talento. I giamaicani erano addirittura ottavi in classifica prima dell’incidente nell’ultima manche che concluse la loro gara. E che è mostrato nel film utilizzando le sequenze originali.
Da Calgary 1988 a Sochi 2014
[dup_immagine align=”alignright” id=”77940″] Una tradizione che si era addirittura consolidata in una vera e propria scuola di bob che portò la nazione di Bob Marley anche ai Giochi di Albertville ’94, Nagano ’98 e Salt Lake City 2002 con lusinghieri risultati ma che si era ultimamente persa di fronte all’ascesa prepotente della “generazione dei fenomeni” dell’atletica: Bolt, Blake e Powell che hanno catalizzato l’attenzione dei giovani. Un uomo lega con un filo la storia di quelle tre partecipazioni. Si chiama Winston Watts, oggi ha quarantasette anni, e di quei tre equipaggi era il pilota. Ed è proprio lui il protagonista di questo nuovo e altrettanto incredibile capitolo di questa vicenda che finisce per sondare profondamente i veri valori dello sport e quello che si chiama “spirito Olimpico“. Watts, infatti a dispetto dell’età, è ancora un ottimo atleta e dopo un periodo trascorso negli Stati Uniti, è tornato nella sua Giamaica con l’idea di ricostruire la squadra nazionale per rinverdire i fasti del passato e puntare dritto alle Olimpiadi coreane del 2018. Solo che nel frattempo, insieme al frenatore Marvin Dixon, di vent’anni più giovane, il nostro ha inaspettatamente centrato il tempo minimo di qualificazione che gli permetterebbe di partecipare già agli imminenti Giochi di Sochi nella specialità a 2 posti, che per il panorama giamaicano è pure una novità e che è stata scelta solo per… mancanza di altri due atleti.In attesa dello sponsor giusto
Ma nel solco di Cool Runnings la cosa non poteva che diventare una storia da film. Infatti, come nell’88 i giamaicani riuscirono a gareggiare “raccattando” il materiale di scarto delle altre squadre e preparando il bob artigianalmente, anche quest’anno gli atleti isolani non hanno a disposizione il budget necessario per partecipare all’evento, ovvero per affrontare il viaggio e i costi delle attrezzature. È partita, quindi, la caccia allo sponsor, dopo che il Comitato Organizzatore ha pubblicato sul suo sito l’ammissione di Watts e Dixon. È scattato il conto alla rovescia. Mancano pochi giorni. Ce la faranno i nostri eroi ad andare a Sochi?
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