Muore l’Orsa Daniza: la petizione non è servita a salvarla
Uccisa dal sedativo: l'orsa Daniza aveva cercato di difendere i propri cuccioli nei boschi del Trentino ma il tentativo di cattura e narcosi non è andato a buon fine.
L’orsa Daniza era salita alla ribalta delle cronache lo scorso ferragosto per avere ferito -per difendere i propri cucioli- un cercatore di funghi che si trovava nei boschi nei dintorni di Pinzolo. Dopo un mese di inseguimenti è stata catturata e sedata ma la delicatissima operazione non è andata a buon fine, concludendosi nel peggiore dei modi: la sua morte.
Al fine di spostarla in un’area dove non costituisse un pericolo, gli uomini della Provincia Autonoma di Trento, nella notte del 10 settembre, hanno tentanto la cattura ma Daniza non si è più risvegliata dalla narcosi attraverso la quale era stata immobilizzata. L’orsa era arrivata in Trentino nel 2000 nell’ambito di una campagna di ripopolamento degli orsi bruni nelle Alpi italiane, una specie ormai quasi scomparsa nella zona e la sua caccia era durata oltre un mese, non senza polemiche dovute alla decisione della Provincia di procedere in prima persona all’operazione separando l’orsa dai suoi cuccioli.
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A lei era stata dedicata una petizione e le polemiche, adesso che Daniza è morta, non potranno che infuriare ancora di più: L’Ente Nazionale Protezione Animali parla di animalicidio, chiede che sia effettuata una autopsia sul corpo dell’orsa per stabilire le esatte ragioni del decesso – che ovviamente non era previsto – e adombra addirittura le dimissioni del ministro dell’ambiente Galletti. Anche il Corpo Forestale dello Stato ha aperto un’indagine sull’accaduto ipotizzando il reato di maltrattamento e di inutile uccisione di animali. Purtroppo però, la realtà è che nessuna inchiesta riuscirà a riportare Daniza dai suoi piccoli. Chi si occuperà di loro ora che la mamma non c’è più?