Mostra del cinema di Venezia: tutti i film e gli attori premiati

Si è conclusa a Venezia la settantatreesima edizione della Mostra del Cinema: per la prima volta il Leone d'Oro viene assegnato ad un film filippino. A Jean-Paul Belmondo il premio alla carriera.

12/09/2016

Un sogno lungo settantatre edizioni che dal lontano 1932 anima lo storico ed affascinante Palazzo del Cinema, al Lido di Venezia, sul Lungomare Scaglioni.

La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è certamente il più importante, prestigioso e seguito Festival internazionale del Cinema che si svolga sul suolo italiano ed il suo Leone D’oro, il premio principale ispirato al simbolo della città, è senza alcun dubbio fra i più ambiti del mondo.

Si tratta, come forse non tutti sanno, del più antico festival cinematografico del mondo dato che anche l’iconico Oscar di Hollywood, pur essendo nato nel 1929, è consegnato in serata unica e non si configura come una rassegna su più giorni.

Anche l’edizione 2016 del Festival di Venezia non ha tradito le aspettative fra grandi personaggi, sorprese, polemiche, ritorni e rivelazioni. La rassegna, come tutte le edizioni dal 2011, è stata diretta da Alberto Barbera sotto l’egida della Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Di grande spessore, al solito, la giuria presieduta da Sam Mendes, registra e produttore britannico di American Beauty e del recente Spectre, ventiquattresimo ed ultimo film dedicato alla saga di James Bond. Con lui la cantante e regista Laurie Anderson, Gemma Arterton, Giancarlo De Cataldo, Nina Hoss, Chiara Matroianni – attrice francese figlia dell’indimenticabile Marcello e di Catherine Deneuve – Joshua Oppenheimer, Lorenzo Vigas e Zhao Wei.

Il cineasta francese Robert Guediguian ha presieduto la giuria della sezione Orizzonti, mentre a Kim Rossi Stuart è toccato il coordinamento della giuria del Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis. Diciotto i film in concorso provenienti da numerosi paesi, che hanno seguito sugli schermi di Venezia il lungometraggio d’apertura La La Land dell’americano Damien Chazelle.

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Jean-Paul Belmondo, Leone d’oro alla carriera

È il primo premio in ordine cronologico assegnato a Venezia e, forse, è quello che più emoziona. Il Leone d’Oro alla carriera per molti che lo hanno ricevuto è stato un importante coronamento, il riconoscimento di una vita spesa dietro o davanti alla macchina. E così certamente è stato anche per i due premiati di questa edizione, due esponenti diversi eppure così vicini del grande cinema europeo.

Jean Paul Belmondo, ottantatré anni, è forse l’uomo che più di ogni altro incarna lo spirito più autentico del cinema francese insieme con il rivale di sempre Alain Delon: brillante, divertente, carismatico, non ha perso quasi nulla del suo fascino nonostante sia ormai da molti anni lontano dalle scene, si muova con un bastone e cammini a fatica. Accompagnato sul red carpet di Venezia da Sophie Marceau, Belmondo ha ritirato il Leone d’Oro che premia la sua lunga carriera iniziata a fine anni ’50 con le sue prime pellicole con Godard e Fino all’ultimo respiro, il film che lo lanciò definitivamente.

Insieme a Belmondo, il riconoscimento alla carriera è stato assegnato anche al maestro polacco Jerzy Skolimowski, altro grande esponente della grande scuola di registi polacchi, già premiato a Venezia nel 2010 per il suo Essential Killing e già vincitore a Berlino nel 1967 con Il vergine e a Cannes nel 1982 con Moonlighting.

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Il Leone d’Oro vola a Manila

Il premio più ambito rappresenta senza dubbio una grande novità per Venezia: per la prima volta, infatti, il mitico Leone d’Oro per la miglior opera della rassegna è stata assegnata ad un film filippino. The Woman Who left – o se volete nel titolo originale Ang babaeng humayo – è l’ultima fatica di Lev Diaz, regista e sceneggiatore asiatico già considerato uno dei più grandi innovatori e sperimentatori del cinema mondiale.

Già celebre per la lunghezza delle sue opere – la maggiore della quale ha raggiunto le 12 ore, Diaz anche questa volta non è venuto meno al suo stile: il suo film dura circa quattro ore sembra essere tagliato apposta per i cinefili e c’è già curiosità per vedere se riuscirà ad arrivare anche nelle sale italiane come finora non ha fatto nessuna delle sue precedenti pellicole. La storia, suffragata da una fotografia affascinante che usa abbondantemente il bianco e nero, è quella di una donna che dopo essere stata per anni in carcere in seguito ad una accusa ingiusta, viene liberata e comincia a girare per il suo paese alla scoperta di come, spesso in peggio, è cambiato. È un film crudo e di denuncia, un viaggio fra le contraddizioni di un paese, le Filippine, di cui molto c’è da scoprire dalle nostre parti e che, forse, l’opera contribuirà a conoscere.


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Le altre pellicole premiate

Un ex-aequo ha caratterizzato la scelta della giuria per il Leone d’argento per la miglior regia: ad essere premiati sono stati l’emergente spagnolo Amat Escalante per la sua sesta opera La region salvaje ed il più “consolidato” regista russo Andrej Končalovskij (A 30 secondi dalla fine, Tango & Cash) per il suo Paradise.

Gran Premio della Giuria e Leone d’Argento anche per Tom Ford, il noto uomo d’affari e stilista statinitense che dopo aver rilanciato il marchio Gucci si è dato alla regia, ottenendo il prestigioso riconoscimento veneziano alla sua seconda opera Nocturn Animals, Animali Notturni. Americano anche il Premio speciale della Giuria andato a The Bad Batch, il film post-apocalittico di Ana Lily Amirpour. Un giro del mondo, dunque che come potete notare non ha toccato l’Italia: nessuno dei tre film selezionati, infatti – Spira Mirabilis di Massimo d’Anolfi e Martina Parenti, Piuma di Roan Johnson e Questi Giorni di Giuseppe Piccioni – ha ottenuto un premio.

Gli altri premi della 73a edizione del Festival

[dup_immagine align=”alignleft” id=”217312″]Infine, ecco una breve rassegna sugli altri premi assegnati: il premio per il miglior attore, la prestigiosa Coppa Volpi, è andata all’argentino Oscar Martinez per El ciudadano ilustre, mentre fra le attrici a vincere è stata Emma Stone protagonista di La La Land.

Premio Osella per la miglior sceneggiatura a Noah Oppenheim per Jackie, mentre il premio “dei giovani” assegnato al miglior attore o attrice emergente ed intitolato a Marcello Mastroianni ha visto la vittoria di Paula Beer interprete del film franco-tedesco Franz. Una piccola consolazione per l’Italia arriva dalla categoria Orizzonti, la sezione del festival dedicata al cinema “futuribile”: il premio per il miglior film è stato assegnato a Federica Di Giacomo per la sua opera prima Liberami.

 

Photo: Paul Katzemberger, Eva Rinaldi