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Fedez in tribunale: “Sono nullatenente”. E il Codacons presenta un esposto alla Finanza

Nuova querelle giudiziaria tra Fedez e il Codacons. Al centro dello scontro questa volta c’è la situazione finanziaria del rapper che, secondo l’associazione dei consumatori, andrebbe verificata con attenzione. Ma il marito di Chiara Ferragni ha prontamente replicato. Vediamo cosa è successo.

Le dichiarazioni di Fedez in tribunale

Durante un processo per diffamazione a Milano nel 2020, il giudice aveva chiesto a Fedez se fosse intestatario di beni. Il rapper aveva risposto: “No, ho tutto intestato alle mie società, sono nullatenente“. Per il Codacons quella risposta in udienza “in maniera sintetica ma efficace, fa emergere una personalità incline a ‘sfruttare’ a proprio vantaggio i meccanismi mediante cui si celano le ricchezze personali, situazione questa dove è molto frequente possano annidarsi situazione di elusione fiscale o di vera e propria evasione“.

L’esposto del Codacons

Il Codacons ha quindi presentato un esposto di nove pagine alla guardia di finanza perché, si legge, si può “certamente parlare di un uso continuo e ripetuto di operazioni poco trasparenti e talvolta senza un’apparente ragione economica” e va verificato “come sono state gestite fiscalmente le suddette operazioni che generano disallineamenti tra gli effetti civilistici e gli effetti fiscali”. Negli allegati alla denuncia dell’associazione dei consumatori si fa riferimento anche a una relazione di consulenza di Gian Gaetano Bellavia, commercialista e noto esperto di diritto penale dell’economia, in cui viene descritta “una trama societaria in cui si presentano e si ripetono tutti gli indici di pericolosità fiscale“. Non si vuole, sostiene il Codacons, “affermare che il ‘gruppo Fedez’ evade il fisco anche perché questa associazione non dispone di mezzi e potestà necessarie per verificarlo o affermarlo”. Tuttavia, “in termini probabilistici, l’analisi dei fatti storici e delle esperienze porta a dire che questo tipo di azioni e comportamenti il più delle volte porta o è diretto anche a evadere il fisco”.

Nel mirino la Zedef

Nell’esposto il Codacons dà una “ricostruzione” del gruppo societario e degli “asset. Il gruppo, si legge nella denuncia, “è saldamente in mano alla società Zedef che fa capo alla famiglia di origine di Fedez e cioè oltre a lui stesso, alla madre e al padre che rivestono anche le cariche societarie chiave nella società stessa”. Nell’arco di cinque anni “si sono succedute – sostiene il Codacons – numerose operazioni straordinarie che hanno portato il gruppo ad assumere assetti sempre diversi”. La scelta di “attivare istituti come fusioni inverse e scissioni non proporzionali asimmetriche evidenzia la padronanza con sistemi consulenziali raffinati e di elevato grado di complessità che vanno oltre una semplice esigenza economica o di sviluppo, come peraltro emerge dalla lettura dei relativi atti notarili (estremamente articolati) e dai flussi finanziari”. Sempre secondo l’esposto, “la fitta trama di rapporti di affari con nuovi soggetti che delinea l’allegata ricostruzione” rappresenta “un salto di qualità, in termini strategici”. La situazione merita “un’analisi più ampia al fine di cogliere le ragioni strategiche sottostanti che, ancorché potenzialmente lecite, possono talvolta travalicare e deviare in una forma di ‘potere occulto e trasversale’”.

La replica di Fedez

Fedez non si è ovviamente tirato indietro e ha replicato. “Durante un processo mi è stata posta una domanda dal giudice circa quali beni mobili e immobili siano a me intestati – ha spiegato a Repubblica.it, che precedentemente aveva pubblicato l’audio dell’udienza del 2020 -. Ho risposto la verità, che non ho intestato nulla a nome mio e dunque sono tecnicamente nullatenente perché è tutto intestato alle società della mia famiglia, come avviene per molti imprenditori e imprenditrici di questo Paese. Se avessi detto il contrario avrei mentito davanti a un giudice compiendo un reato”. Il rapper ha poi spiegato che le sue società “sono a disposizione per ogni eventuale controllo delle autorità’ competenti, non abbiamo nulla da temere o nascondere“.

(Foto di copertina: credit agenzia Fotogramma)

Redazione Signo

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