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Expo 2015: le aree tematiche e il Padiglione Zero

Nello scandagliare quello che sarà Expo 2015 ci siamo imbattuti nel Masterpaln del progetto, sia tecnico che concettuale, dell’intero sito espositivo, negli spazi lasciati alla creatività dei singoli paesi che costruiranno i propri padiglioni espressione della loro interpretazione dei temi portanti di Expo e del loro contributo all’Esposizione Universale, nelle aree “comuni” a disposizione dei paesi aderenti che non costruiranno un proprio padiglione me che allestiranno stand e spazi a loro dedicati nell’ambito di “cluster” dalla tematica comune. L’ultimo tassello per avere un quadro completo delle diverse “anime” che, almeno dal punto di vista dell’allestimento, percorreranno le strade di Expo è quello delle aree tematiche, ovvero dei “luoghi fisici” che intendono approfondire il tema di Expo – l’ormai iconico “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” – attraverso percorsi espositivi, installazioni e progetti in grado di coinvolgere sia adulti che bambini e ragazzi attraverso una vera e propria esperienza educativa e di conoscenza, capace di lasciare il segno al di là della kermesse commerciale. Per questo, le aree tematiche sono poste in zone cruciali del sito espositivo, come per esempio gli ingressi principali.


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Il “Padiglione Zero” e il Future Food District

Saranno cinque le aree tematiche di Expo 2015: la prima, e forse quella che più di ogni altra incarna lo spirito dell’evento, almeno quello che tentativamente si cerca di trasmettere, è il Padiglione Zero, che infatti, come recita il nome stesso, è una sorta di “introduzione” alla visita di Expo. Si tratta infatti di un viaggio attraverso i secoli, alla scoperta di come, fin dalla sua comparsa sulla Terra, l’uomo abbia trasformato il paesaggio naturale, modellato la propria cultura, costruito un tessuto sociale e modificato le proprie abitudini di consumo in relazione al suo rapporto con il cibo e con la Natura. Una sorta di “memoria alimentare” che sarà resa come una grande biblioteca, piena di cassetti, ognuno dei quali rappresenterà una pratica, un alimento, una tradizione o un animale. un percorso, ideato da Michele De Lucchi e Davide Rampello, che si annuncia come “emotivo ed immediato”, posto subito all’ingresso dell’area della Fiera. L’area Future Food Distirct, curata da Carlo Ratti, sarà invece nei pressi della passerella che collega il sito alla Cascina Merlata, nella zona sud dell’area. Sarà un enorme laboratorio che proporrà una vera propria esplorazione di come le nuove tecnologie e le ricerche potranno rivoluzionare il mondo della produzione alimentare nei prossimi anni. I visitatori saranno accompagnati attraverso tre percorsi paralleli ma complementari: quello di muoversi in un vero e proprio laboratorio interattivo dove sperimentare e sorprendersi, quello del “supermarket del futuro”, dove ognuno potrà essere consumatore e produttore allo stesso tempo e quello dalla tecnologia in cucina, dove chef professionisti accompagneranno esperti e semplici curiosi attraverso la scoperta di come l’evoluzione tecnica cambia e supporta l’antica arte della preparazione dei cibi.


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Bambini, biodiversità e arte

Non poteva mancare uno spazio dedicato ai bambini, visitatori che Expo ritiene assolutamente speciali, così come le famiglie e le scolaresche. Il “Childern Park” sarà interamente tagliato a loro misura e vedrà diverse anime: quella del relax e del gioco, innanzi tutto, proponendo spazi dove le famiglie possono riposarsi e sostare lasciando “scorrazzare” i piccoli, ma anche quella di interessanti attività educative capaci di stimolare i bambini e coinvolgerli nel grande evento. Spettacolare poi il progetto del Parco della Biodiversità, curato dalla Facoltà di Scienze Agrarie ed Alimentari di Milano, sotto la direzione di Emilio Genovesi: si tratta di una vera e propria “raccolta” botanica dalle proporzioni inusitate che percorre un virtuale viaggio lungo il tempo e lo spazio, i secoli e le diverse culture, attraverso mille piante diverse, per la prima volta insieme in una grande esposizione. Una biodiversità frutto di esperienze che nei quattro angoli del pianeta hanno unito natura, tradizione e cultura per ottenere quella che è una ricchezza inestimabile, spesso misconosciuta o data per scontata. 8.000 metri quadrati di piante, orti, serre e giardini, installazioni digitali ed esperienze sensoriali ed educative. Ed infine l’ultima delle aree tematiche di Expo 2015, quella legata al tema del rapporto, spesso sorprendente, fra cibo e arte. Si chiama Arts & Food, è curata da Germano Celant, ed ha come focus la storia di questo inatteso connubio in un arco di tempo che va dal 1851, anno della prima Esposizione Universale di Londra, ai giorni nostri attraverso i molteplici linguaggi che l’arte è capace di esprimere, dai più tradizionali come pittura e scultura, fino ai quelli contemporanei come video, cinema, fotografia e design.

La presentazione del Padiglione Zero di Michele De Lucchi

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Anna Invernizzi

Classe 1972, cinque figli e una vita intensa. Laureata in Economia, impiegata, scrivo per passione su tutto quello che mi interessa. In particolare creo contenuti a tema cucina e lifestyle.

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Anna Invernizzi

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