Chi sono i bambini indaco?

Secondo la cultura New Age sono dotati di estrema sensibilità e capacità talvolta soprannaturali: scopriamo insieme qualcosa in più su questo misterioso argomento.

16/03/2016

Indigo children è la definizione, coniata dalla psicologa Nancy Ann Tappe negli anni ‘80, usata per riferirsi a quei bambini che, secondo la cultura New Age, sarebbero dotati di capacità speciali o soprannaturali. I primi documenti sull’argomento sono stati prodotti negli anni sessanta, anche se solo negli anni novanta ha preso il via un vero e proprio movimento, grazie alla pubblicazione di testi significativi a sostegno di questo fenomeno, che si sarebbe intensificato, secondo gli esperti del settore, proprio a partire da quel decennio.

Per chi non conoscesse questo concetto appartenente alla cultura New Age, ma ne volesse sapere di più, qui sono raccolte alcune informazioni utili per un’adeguata comprensione.

Quali sono le pubblicazioni sull’argomento?

A parte i primi documenti degli anni ’60, la pubblicazione che ha dato il via ad un vero e proprio movimento è stata quella di Lee Carroll e Jan Tober alle soglie del 2000. Secondo gli autori, questi bambini sarebbero dotati di un nuovo patrimonio genetico e rappresenterebbero un esempio di ulteriore evoluzione umana.

Secondo Carroll e Tober è necessario che familiari ed educatori collaborino per aiutare questi bambini a comprendere le loro qualità, in modo da fare della loro unicità il loro punto di forza. Da questo libro in poi sono stati molti i testi, i libri ed i film sull’argomento. Ad esempio Indigo, del 2003, portò all’attenzione del grande pubblico questo fenomeno, del quale oggi si discute sempre di più.


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Quali caratteristiche hanno i bambini indaco?

Questo nome, che Nancy Ann Tappe usa nel suo libro Understanding your life through color, sta ad indicare una categoria di bambini che hanno capacità diverse dagli altri: sono dotati di grande intelligenza, intuizione, insofferenza nei confronti delle autorità e sono molto sensibili. È alla Tappe che si deve l’appellativo “indaco”, la parapsicologa lo che scelse perché durante i suoi studi affermò di notare che l’aura di questi bambini era di un colore diverso rispetto a quella degli altri.

Le sue parole hanno trovato consolidamento nel volume di Carroll e Tober I Bambini Indaco. Super-attivi e con doti straordinarie. Una nuova evoluzione della razza umana. I due autori nel libro criticano coloro che consigliano ai genitori di questi bambini psicofarmaci per trattare la Sindrome da deficit di attenzione e di iperattività (ADHD). Sostengono anche che questi bambini siano sulla terra per imprimere al pianeta un’evoluzione e ne esaltano le abilità ritenendo che alcuni di loro siano perfino in grado di parlare con gli angeli.