Sharon Tate e l’omicidio che passò alla storia

Uno degli omicidi più efferati della storia coinvolse nel 1969 la giovane moglie di Roman Polanski, Sharon Tate, incinta di otto mesi.

07/02/2022

Era il 9 agosto 1969 quando a Los Angeles, la promettente attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, fu uccisa nella sua villa a Beverly Hills da uomini armati che fecero irruzione in casa. Quell’omicidio divenne un vero e proprio caso mediatico per l’atrocità del massacro e la sua violenza, che impressionò il mondo.

L’attrice aveva 26 anni ed era all’ottavo mese di gravidanza. A commissionare l’omicidio fu Charles Manson, capo di una setta che ottenne notorietà con questa strage.

Omicidio

Sharon Tate e Charles Manson

La giovane attrice Sharon Tate era agli esordi della sua carriera, aveva interpretato alcune parti in serie televisive e alcuni film ma al mondo era divenuta famosa soprattutto per il matrimonio col regista Roman Polanski nel 1967, che aveva conosciuto in occasione delle riprese di un film. La notte del suo omicidio, la giovane era incinta del regista, e già all’ottavo mese.


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Charles Manson era un trentaduenne originario dell’Ohio, con precedenti penali per furto d’auto e sfruttamento della prostituzione. In seguito al suo trasferimento in California aveva iniziato ad avere giovani seguaci, affascinati dal suo carisma e dalle sue canzoni, Manson infatti era un chitarrista, oltre che dalle sue teorie in materia esoterica.

Da questa commistione di sacro e profano ne era nata una vera e propria setta, colpevole di una serie di omicidi nell’agosto del 1969.

La notte del 9 agosto 1969

sharon tate

Sharon Tate si trovava a casa in compagnia una coppia, amici di Polanski, e un amico suo, un famoso parrucchiere di Hollywood; quella sera Polanski era a Londra per lavoro. I quattro seguaci di Manson arrivarono alla villa intorno a mezzanotte, tagliarono i cavi della rete telefonica e si introdussero nell’abitazione. Il primo a essere assassinato fu un venditore porta a porta che ebbe la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Secondo gli interrogatori fatti ai killer in fase di processo, si scoprì che le persone in villa stavano dormendo al momento dell’irruzione; furono svegliate e portate in soggiorno.

Sharon Tate venne legata per il collo all’amico Sebring con una lunga corda; Sebring fu il primo ad essere ucciso con un colpo di pistola e diverse coltellate. Successivamente furono uccisi i fidanzati Folger e Frykowski, nelle medesime modalità dopo un tentativo di ribellione alle violenze.

L’ultima a essere assassinata fu la Tate, con sedici coltellate su tutto il corpo. Prima di lasciare l’abitazione, uno e i killer scrisse sulla porta di ingresso la parola “pig” usando un asciugamano intriso di sangue della Tate. Sullo specchio del bagno venne scritto “Helter Skelter”, espressione inglese indicante gli scivoli dei luna park, interpretata da Manson come sinonimo dell’arrivo del caos.


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I corpi furono ritrovati l’indomani dalla governante della villa. Il giorno seguente un’altra villa  di Los Angeles fu assaltata per compiere una nuova strage. I funerali delle cinque vittime si tennero il 13 agosto. Sharon Tate fu sepolta Culver City, in California, con il suo bambino, Paul Richard Polanski, tra le braccia.

Le indagini e il processo dell’omicidio di Sharon Tate

La villa era di proprietà di Terry Melcher, produttore musicale che aveva inizialmente manifestato interesse per alcuni brani musicali di Manson, ma che successivamente si era rifiutato di fargli un contratto. La villa divenne per Manson il simbolo di tutti coloro che l’avevano rifiutato come artista, nonostante fosse stato informato che la villa appartenesse ormai ai coniugi Polanski.

I messaggi col sangue lasciati dai seguaci di Manson divennero l’elemento che aiutò gli investigatori a seguire le tracce della setta. La svolta si ebbe con l’arresto di uno dei membri e alcune sue rivelazioni. Il 1° dicembre di quell’anno la polizia di Los Angeles arrestò Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian in relazione agli omicidi in casa di Sharon Tate.

Una settimana dopo anche Manson, già in carcere per altri reati, fu accusato insieme al suo gruppo per questo e altri omicidi accomunati da caratteristiche identiche di esecuzione. Tutti furono condannati alla pena di morte nel 1971, ma la pena fu tramutata in ergastolo dopo che in quegli anni in California venne abolita la pena di morte.

La motivazione a uccidere di Manson

Manson chiamato a giustificare i propri atti affermò di essere stato ispirato dalla musica dei Beatles e in particolare dalla canzone “Helter Skelter” appunto, avendo creduto fermamente che nascondesse un messaggio profetico a lui rivolto e finalizzato alla diffusione del caos. Manson è ancora in carcere nonostante abbia tentato più volte richieste di scarcerazione.