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Vi state chiedendo “sono lesbica”? Non sentitevi sole, succede a tutte!

Sono lesbica? È forse una delle domande che tutte le ragazze in età adolescenziale si fanno.

A questa domanda, si accompagna spesso un disagio perché le ragazze hanno paura di confrontarsi per paura del giudizio.
Anche se si è cresciute in delle famiglia molto liberali, la scoperta del sesso, o dell’altro sesso, rappresenta sempre un evento quasi drammatico racchiuso dalla paura di non essere all’altezza.

Sono lesbica?

È una domanda che tutte (o quasi) si fanno. Magari basta la vista di una scena lesbo in un film. Oppure una particolare confidenza con una delle nostre amiche più care per metterci la pulce nell’orecchio. Ma come fare a capire se si è lesbiche o no?

La “paura” di poter essere lesbica può presentarsi come un fulmine a ciel sereno, un specie di rivelazione, che si accompagna ad uno stato di profonda angoscia, oppure può strutturarsi subdolamente come idea fissa che, pian piano, assorbe gran parte dell’attenzione. Generalmente, a seguito dell’evento casuale attivante,  la personale inizia a porsi domande di questo tipo: “ E se mi piacessero le donne? Se fossi lesbica? Se mi vengono in mente questi pensieri vuol dire che “inconsciamente” sono lesbica”.

Queste “riflessioni” sono accompagnate da un profondo stato di disagio. Per lenire questo stato di angoscia la persona inizia a mettere in atto tutta una serie di strategie rassicuratorie, che richiedono diverso tempo e fatica, finalizzate a tranquillizzarsi rispetto al dubbio di poter essere lesbica. Il pensiero ossessivo può essere innescato da eventi esterni o da “stimoli interni”. Nel caso di eventi esterni la paura di essere di poter essere lesbica  può generarsi in seguito a  qualsiasi stimolo che accende il dubbio circa la propria identità sessuale come può essere, ad esempio, la vista casuale  di una bella ragazza o una “ performance” sessuale insoddisfacente con un uomo, ( spesso la scarsa attrazione per un uomo è interpretata come prova della propria omosessualità).

Ossessione

L’ossessione di poter essere lesbica, accompagnata da dubbi che richiedono continue rassicurazioni per lenire un profondo stato di disagio, ansia, fino a veri e propri stati d’angoscia, costituisce una delle tante tipologie con cui il disturbo ossessivo compulsivo può presentarsi.  In genere, la paura di poter  essere lesbica correlata al disturbo ossessivo compulsivo assume la forma di pensieri intrusivi, immagini saffiche o sensazioni a cui si accompagnano ansia, angoscia, sensi di colpa, vergogna, sentimenti depressivi, valutazione di se stessi come perversi ed immorali. L’esordio del Disturbo omosessuale frequentemente  avviene in adolescenza e spesso viene associato ad eventi casuali ( ad esempio, una scena lesbo in un film, venire a conoscenza di persone ( conoscenti o donne famose) che si dichiarano lesbiche,   la visione  di donne  in atteggiamenti intimi) che innescano il dubbio circa la propria identità di genere.

Succede a tutte

Non preoccuparti, succede a tutte di pensare, almeno una volta nella vita, di essere lesbica. Per capirlo approfondisci il rapporto con te stessa. Cerca di farti aiutare. Se fino ad oggi hai sempre avuto dei rapporti con uomini non crogiolarti sul fatto che non può accadere a te, che non puoi essere lesbica. Pensa e prova a capire chi sei e cosa vuoi, questo è l’unico modo per vivere bene e in maniere completa la tua sessualità e la tua vita.

Come capire se sei lesbica in età adulta

Il fenomeno è più comune di quanto si pensi. Christan Moran, una ricercatrice della Southern Connecticut State University, ha intervistato più di 200 donne, di cui 30 sposate con uomini, le quali hanno ammesso di aver provato attrazione per altre donne in età adulta.

I dati statistici dello studio in questione mostrano che circa ogni 2 anni, il 25% delle persone cambia il modo di sentirsi nei confronti della sessualità: si descrivono dapprima eterosessuali, poi gay e poi bisessuali.

Come riportava The Week lo scorso mese di agosto 2017, durante la convention annuale dell’American Psychological Association, tenutasi a San Diego negli Stati Uniti, le ricerche della Dott.ssa Moran e altri collaboratori sono state presentate in una sessione intitolata “Fluidità sessuale e le lesbiche tardive”. L’argomento è molto più attuale e caldo. In italiano la terminologia “lesbiche tardive” sembra suggerire una patologia grave che colpisce il sistema nervoso. Non è così. In inglese il fenomeno delle late-blooming lesbians ha infatti tutto un altro suono. Bloom vuol dire fiore, bocciolo, blooming significa sbocciare, proprio come un fiore. Le così dette lesbiche tardive o late-blooming lesbians sono donne adulte che sperimentano un cambiamento emozionale nei confronti della sessualità. Può succedere a 30 anni, a 40, a 50 anni. Non c’è una fascia di età più incline né una meno incline: può succedere a tutte le donne e a tutte le età perché la scienza dimostra che è nel DNA dell’essere umano. Tutti possiamo cambiare orientamento sessuale nel corso della vita.

I film

Tanti film raccontano storie lesbo. Tra queste ricordiamo Adele: Tratto dal bestseller “Il blu è un colore caldo”. Adele è una ragazzina di 15 anni che vive i problemi di ogni adolescente e aspetta il grande amore. Tutte le certezze crollano quando incontra una ragazza misteriosa dai capelli blu, che ogni notte entra sempre più nei suoi pensieri. Adele cerca di ignorare queste sensazioni, ma qualcosa dentro di lei è cambiato, e solo quando ritroverà la misteriosa ragazza che l’ha mandata in crisi, riuscirà a capire cosa.

Jenny Wedding

E poi ancora Jenny Wedding. Il film racconta la storia di Jenny Farrell conduce una vita apertamente gay, tranne che con la sua famiglia convenzionale. Quando finalmente decide di mettere su famiglia e sposare la donna che pensavano fosse solo la sua coinquilina, il piccolo mondo sicuro in cui i Farrell abitavano cambia per sempre. Vengono lasciati con una semplice e allo stesso tempo difficile scelta: accettare la cosa o rischiare di perdere la loro figlia e il rispetto per sé stessi.

Carol

Ed infine il film dal titolo Carol. New York,1952. Therese Belivet e’ una ventenne che lavora come impiegata in un grande magazzino a Manhattan sognando una vita piu’ gratificante. Un giorno incontra Carol, una donna attraente intrappolata in un matrimonio di convenienza e senza amore. Tra loro scatta immediatamente un’intesa, e l’innocenza del loro primo incontro piano piano svanisce al progressivo approfondirsi del loro legame. Dal bestseller di Patricia Highsmith, la storia di un amore proibito che sfida ogni tabù.

Silvestra Sorbera

Silvestra Sorbera, classe 1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice di racconti e romanzi. Collabora con i giornali online Gocce di spettacolo, Yomamma, Italiapost e Unadonna. Ha pubblicato nel 2009 “La prima indagine del Commissario Livia” e a maggio del 2016 la seconda indagine dal titolo “I fiori rubati” con la casa editrice LazyBOOK e la terza indagine dal titolo "Castelli di sabbia". Nel 2013 ha realizzato la favola per bambini “Simone e la rana”, e il saggio letterario - cinematografico “La forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction”. Nel 2014 pubblica con la casa editrice LazyBOOK i racconti“Vita da sfollati” e a seguire “Sicilia” e “La guerra di Piera” e a dicembre 2016 il romanzo autobiografico “Diario per mio figlio”. A giugno 2016 con la casa editrice PortoSeguo il romanzo “Sono qui per l'amore”. Nel 2017 pubblica il racconto lungo new adult “Un amore tra gli scogli” e la favola “Simone e la rana. Viaggio nel castello stregato”.

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