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Dieci poesie d’amore brevi, le più belle

Da sempre le poesie d’amore hanno conquistato uomini e donne. Le poesie sono sempre state parte integrante del corteggiamento, messaggi, frasi sui bigliettini dei fiori, momenti romantici. Sono sempre le poesie d’amore che regalano quel tocco in più dopo una belle serata romantica.

Nella storia tantissimi sono i poeti, uomini e donne, che si sono confrontati con l’amore e hanno deciso di cantarlo, di imbrigliarlo in versi e raccontare un rapporto a due. A volte solo un’idea di quello che dovrebbe essere l’amore pulito, candido, tra due amanti. Altre volte i poeti hanno scritto poesie d’amore felici, l’amore conteso, quello abbandonato, l’amore perduto. Ad ogni modo è sempre l’amore a rendere le poesie ricordate, versi che da sempre accompagnano i nostri sogni e i nostri rapporti con l’altro sesso.

Ecco qualche poesie d’amore, le dieci più belle.

Eugenio Montale, Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Poesie d’amore: Nazim Hikmet, “Amo in te”

Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.

amo in te l’impossibile
ma non la disperazione.

George Gordon Byron, Cammina, lei, nella bellezza

Cammina, lei, nella bellezza, come
la notte a latitudini serene
e sotto cieli trapuntati a stelle;
e tutto il meglio di splendore e buio
s’accorda nel suo aspetto e nei suoi occhi,
fatti sì dolci a quella luce tenera
che il cielo nega al giorno scintillante.
Un’ombra sola in più, di meno un raggio
solo spariglierebbero la grazia
che indicibile disegna onde nere
sopra ogni treccia, o tenuemente illumina
il suo viso, dove i pensieri esprimono
sereni, dolcemente, quanto pura,
quanto amata sia la lor dimora.
E sopra quella gota e quella fronte,
tanto morbide, e calme, ed eloquenti,
il riso suo che avvince, i suoi color
che brillano raccontano di giorni
consunti nel far bene, di una mente
ch’è in pace universale, e del suo cuore,
e del suo amore ch’è tutto innocente!

Poesie d’amore: Hermann Hesse, Perché ti amo

Perché ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non me potrai più dimenticare
l’anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia – del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.

Charles Bukowski, “Quando Dio creò l’amore”

Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra

Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo

Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.

John Keats, Senza di te: poesie d’amore

Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
La mia vita sembra che si arresti lì,
Non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
Come di dissolvermi:
Sarei estremamente triste
Senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l’anima con un potere
Cui non posso resistere;
Eppure potei resistere finché non ti vidi;
E anche dopo averti veduta
Mi sforzai spesso di ragionare
Contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.

Paul Éluard, Parlare tacere

Parlare
Senza avere niente da dire
Comunicare
In silenzio
I bisogni dell’anima
Dar voce
Alle rughe del volto
Alle ciglia degli occhi
Agli angoli della bocca
Parlare
Tenendosi per mano
Tacere
Tenendosi per mano.

Alda Merini, Ho conosciuto in te le meraviglie

Ho conosciuto in te le meraviglie
Meraviglie d’amore sì scoperte
Che parevano a me delle conchiglie
Ove odoravo il mare e le deserte
Spiagge corrive e lì dentro l’amore
Mi son persa come alla bufera
Sempre tenendo fermo questo cuore
Che (ben sapevo) amava una chimera.

Nazim Hikmet, Sei la mia schiavitù sei la mia libertà

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
Sei la mia carne che brucia
Come la nuda carne delle notti d’estate
Sei la mia patria
Tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
Tu, alta e vittoriosa
Sei la mia nostalgia
Di saperti inaccessibile
Nel momento stesso
In cui ti afferro.

Jacques Prevert, I ragazzi che si amano

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.

Silvestra Sorbera

Silvestra Sorbera, classe 1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice di racconti e romanzi. Collabora con i giornali online Gocce di spettacolo, Yomamma, Italiapost e Unadonna. Ha pubblicato nel 2009 “La prima indagine del Commissario Livia” e a maggio del 2016 la seconda indagine dal titolo “I fiori rubati” con la casa editrice LazyBOOK e la terza indagine dal titolo "Castelli di sabbia". Nel 2013 ha realizzato la favola per bambini “Simone e la rana”, e il saggio letterario - cinematografico “La forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction”. Nel 2014 pubblica con la casa editrice LazyBOOK i racconti“Vita da sfollati” e a seguire “Sicilia” e “La guerra di Piera” e a dicembre 2016 il romanzo autobiografico “Diario per mio figlio”. A giugno 2016 con la casa editrice PortoSeguo il romanzo “Sono qui per l'amore”. Nel 2017 pubblica il racconto lungo new adult “Un amore tra gli scogli” e la favola “Simone e la rana. Viaggio nel castello stregato”.

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Silvestra Sorbera

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