Nuova vita ai capi usati: prima calzamaglia, dopo tappeto

Riciclare le calzamaglie e realizzare un tappetino per il bagno un po' Hippy: ecco come...

09/04/2013

Quante volte vi siete trovate nel bucato una calzamaglia, magari nuova, della vostra bambina con un bel buco sul ginocchio? Ammettiamolo ci dà un bel po’ di fastidio, soprattutto quando la calza in questione era stata appena comprata. [dup_immagine align=”alignright” id=”9266″]E non è necessario che siano bucate per doverle cambiare, perché le gambette delle nostre bimbe crescono in fretta (più di quanto vorremmo in realtà) e le calzamaglie diventano subito corte. Non sopportando l’idea di dover buttare qualche cosa di appena comprato ho cominciato ad accantonare in un cassetto le calze smesse di mia figlia in attesa di trovare il modo di riciclarle e finalmente, girovagando nel web, è arrivata la soluzione che subito ho messo in pratica: trasformare la calzamaglia in un tappetino per il bagno o per la cucina o magari in uno scendiletto. Detto e fatto!

Come iniziare

Il vero e proprio inizio del progetto è il momento in cui con determinazione e pazienza cominciate a raccogliere in un angolo del cassetto le calzamaglie che non vanno più bene. Per il tappetino che ho realizzato io  (65cm x 45 cm circa) ne ho usate tre, taglia sei anni. [dup_immagine align=”alignleft” id=”9272″]Oltre alle calze vi occorrerà anche il filo, sempre di recupero ovviamente. Potete scegliere del cotone o della lana, anche se ne avete poco di ogni colore o materiale non è un problema, anzi, aumenterà l’aspetto un po’ hippy del nostro progetto. Volendo si può usare anche della corda, ma in questo caso il lavoro sarà un po’ più lungo anche perché dopo un po’ inizieranno a dolervi le mani.


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Il taglio

Una volta reperito tutto il materiale potete cominciare a tagliare le calze. Prima di tutto tagliate la vita con la parte dell’elastico, poi tagliate la parte inferiore del piede, anche perché in genere è la più usurata. [dup_immagine align=”alignright” id=”9273″]A questo punto aprite le calze in due parti, stendetele e cominciate a tagliare delle strisce larghe circa un paio di cm, ma non preoccupatevi che siano tutte identiche e perfette: la presenza di diversi spessori renderà più mosso il tappetino. Anche la lunghezza delle strisce non deve essere identica, potete averne da una decina di centimetri in su.

[dup_immagine align=”alignleft” id=”9264″]E via con il crochet

Con il filo realizziamo una catenella di sei anelli intorno alla quale lavoreremo dodici punti bassi. Da questo punto in poi faremo solo dei punti alti con l’uncinetto incorporando nel filo anche la striscia di calza arrotolata o piegata in due. La calza non deve essere lavorata insieme al filo, ma solo infilata nel lavoro e questo effetto lo si ottiene facendo passare il filo intorno alla calza.[dup_immagine align=”alignright” id=”9265″]

Per il primo giro lavoriamo in ognuno dei dodici punti bassi precedenti  due punti alti, nel secondo giro alterneremo due punti alti con un punto alto e nei giri successivi aumenteremo raddoppiando i punti alti sempre nello stesso punto, così il terzo girò avrà due punti singoli e due doppi, il quarto giro avrà tre punti singoli e due doppi e via dicendo.


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Se volete realizzare un tappetino circolare potete continuare in questo modo fino alla fine, se al contrario volete realizzare un tappetto ovale o quadrato dovrete procedere aumentando sugli spigoli come in qualsiasi piastrella ovale o quadrata all’uncinetto. Io ho voluto dare un aspetto un po’ irregolare per accentuare la sua caratteristica di oggetto artigianale di recupero, ma si possono ottenere anche tappeti perfettamente regolari senza alcuna fatica in più.

[dup_immagine align=”alignleft” id=”9268″]Quando sono arrivata a sette giri dall’inizio ho cominciato a lavorare solo un quarto del lavoro per quattro righe, poi ho ripreso il lavoro fino a raggiungere il quarto opposto e anche lì ho lavorato solo quel pezzo per quattro righe in avanti ed in dietro. A questo punto ho ripreso a girare intorno al tappeto  prendendo nel lavoro anche le curve realizzate per fare le quattro righe. [dup_immagine align=”alignright” id=”9267″]Finito il primo giro ho cominciato ad aumentare di quattro punti alti in corrispondenza di ogni angolo. Ho eseguito gli aumenti sempre nello stesso punto.

Alcune osservazioni

Nella lavorazione bisogna stare attenti a non tirare troppo il filo: bisogna lasciare il lavoro molto morbido perché altrimenti il tappeto non risulterà piatto, ma tenderà ad incurvarsi verso l’interno. Quando dovete unire due strisce di calzamaglia è sufficiente affiancare la striscia nuova a quella che è già nel lavoro e cui avanzeranno pochi centimetri e fare un nodo che rimarrà al rovescio, ma in questo caso avrete dei bozzi che sentirete camminando sul tappeto. In alternativa potrete avvolgere la nuova striscia intorno a quella vecchia e lavorarle insieme, anche in questo caso ci saranno dei bozzi, ma saranno meno evidenti (io ho fatto così). Se invece siete precise, ma proprio molto molto precisine, potete cucire insieme le strisce prima di iniziare il lavoro, ma questa operazione dilaterà di parecchio i tempi di lavorazione.[dup_immagine align=”aligncenter” id=”9270″]

Se volete ottenere un tappeto più fine sarà sufficiente tagliare le strisce di calzamaglia più strette, viceversa, con strisce di calzamaglia più larghe, si otterrà un tappeto più corposo.  Ovviamente oltre alla calzamaglia si può utilizzare qualunque altro tipo di tessuto di riciclo e più colori ci sono, meglio è!

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Mentre lavoravo il mio tappeto mi sono venute in mente almeno un’altra decina di cose che si potrebbero fare con questo metodo, ma questa è un’altra storia che vi racconterò…