“Dimensione casa”: un libro sulla donna, lo spazio domestico, e non solo. Intervista a Maria Ajroldi

Intervista a Maria Ajroldi, autrice di "Dimensione casa". Un libro che racconta la donna e la società nello spazio domestico. Non (solo) luogo del fare, ma dell'essere

23/08/2014

Testi poetici – di autori ed epoche diversi – e lavoro di casa – come oggetto tanto di esperienza quanto di riflessione –: è un binomio forse inaspettato, ma assai interessante, ad animare Dimensione casa. Cultura e cura della vita domestica (edizioni Ares, pp. 200, euro 12), nuovo e interessante libro di Maria Ajroldi. Un libro che tratta di casa, di donna, di famiglia e società. Architetto, formatrice e attiva in associazioni della donna: incuriosite da questa sua recente fatica, abbiamo intervistato per voi l’autrice.

Cara Maria, il tuo libro è davvero particolare: ci aiuti a presentarlo?

In effetti non è facilissimo, perché già in partenza è un libro sui generis. Diciamo che è una raccolta di riflessioni, suggerite dalle poesie ma unite da un filo di pensiero, da scoprire man mano che si procede. Un pensiero che si va allargando: dalla donna alla famiglia e poi al contesto sociale. Detto in breve, il libro cerca di mettere in luce tutte le relazioni sottese alla vita familiare nelle sue espressioni materiali, e di scoprire il valore che hanno se vissute con consapevolezza.

Come è nato il libro, e quanto si lega alle tue attività precedenti, non di autrice?


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[dup_immagine align=”alignright” id=”128593″]Per alcuni anni mi sono trovata a seguire la formazione professionale di ragazze che si specializzavano in ambito alberghiero; in un altro periodo mi sono occupata della progettazione degli ambienti di lavoro per questi servizi, e ho raccolto l’esperienza di varie professioniste del settore. In entrambi i casi ho constatato una grande maturità raggiunta attraverso il lavoro. Poi c’è l’esperienza quotidiana, mia e di tante madri di famiglia di cui sono amica. Tanti elementi che mi portavano a valorizzare le faccende domestiche, ma volevo anche trovare il modo di esprimere al meglio queste intuizioni. Mi è servita una mia antica passione per la poesia, e ho provato a mettere assieme questi due ingredienti, apparentemente così diversi. Adesso non so più se ho cercato una poesia perché avevo già in mente un’idea, o se invece ho fatto anch’io una piccola scoperta assaporando un testo che mi aveva colpito.

Possiamo considerare il tuo libro (quasi) un saggio di “filosofia domestica”?

Non posso dire che il libro tratti di filosofia o di altre materie specifiche. Fondamentalmente tratta di umanità, e perciò tocca vari campi: la filosofia, ma anche la storia, la psicologia e naturalmente la sociologia [come dimostra anche la bella prefazione del professor Donati, ndr]. Non c’è nessuna notizia di tipo pratico, ma non era questo l’orientamento. Io stessa attualmente organizzo incontri brevi con tante soluzioni pratiche ai problemi quotidiani, ma penso che la cosa più importante per una donna di oggi sia dare valore a quello che fa.

La dimensione della casa e del sé: ci dici qualcosa?

In alcuni punti del libro si dice che la casa rispecchia la nostra personalità: questo è facile da riscontrare, tutti facciamo esperienza di come il nostro modo di essere, e persino i nostri stati d’animo, sono leggibili nell’ambiente in cui viviamo. Può essere interessante invece scandagliare il processo inverso, cioè il fatto che vivere la casa, cioè abitarla ma anche prendersene cura, ci arricchisce interiormente, ci fa scoprire potenzialità che non conoscevamo e favorisce i rapporti.

A scanso di equivoci: il tuo libro non è una lode dell’angelo del focolare. Raccontaci perché invece la donna che ritrai è molto molto attuale, e perché il libro non è neppure una faccenda tutta da donne.

Come tu dici, il riferimento non è l’angelo del focolare, ma casomai, in senso ampio, la vita familiare. Questo riguarda tutti, uomini e donne, giovani e anziani, perché tutti ne abbiamo bisogno. Perciò è anche molto positivo che tutti contribuiscano a formare questo clima, anche collaborando nelle faccende domestiche. La donna di oggi, per scelta ma spesso anche per necessità, può dedicare alla casa solo un tempo ridotto. Quindi è molto importante che riesca a coinvolgere gli altri familiari nella cura della vita comune, e riuscirà a farlo se lei per prima non subisce queste incombenze come un peso, ma le scopre come opportunità per consolidare i legami reciproci.

[dup_immagine align=”alignleft” id=”128626″]Se dovessi definire la donna “tipo” moderna e la donna che racconti in 5 aggettivi, quali useresti?

La donna tipo moderna? Intraprendente, volitiva, emotiva, spesso affannata, spesso insoddisfatta. La donna che descrivo? Equilibrata, allegra, affettivamente ricca, autocritica e realista.

Casa è sinonimo di…

In un altro scritto ho definito la casa come “luogo dell’abitare”. Naturalmente non si tratta solo delle classiche “quattro pareti”. Ad esempio la parte più autobiografica del libro, per quanto possa sembrare strano, è la copertina. Sono stata io a proporla all’editore, perché è un piccolo quadro di mio padre che ritrae mia madre pochi giorni prima del loro matrimonio. Qui la casa non c’è, ma come si può capire c’è tutto il resto, cioè quell’insieme di valori che ho cercato di ricostruire nelle pagine del libro.