Insalata di quinoa, tonno e curcuma
Ebbene si, le giornate sono infuocate. E, ormai, la voglia di piatti freschi e leggeri è un’esigenza. Soprattutto se dobbiamo mangiare un piatto veloce durante la nostra pausa pranzo in ufficio, per poi ricominciare a lavorare.
L’insalata di quinoa, tonno e curcuma fa decisamente al caso nostro, ma tante altre sono le possibili alternative. Dalle insalate di riso a quelle di pasta, dai cous cous alle frittate fino alle varie insalatone.
Oggi prepariamo un’insalata a base di quinoa, un non cereale di gran moda, ormai diffusissimo in tutto il mondo. Considerato tra gli alimenti più salutari, è molto apprezzato da chi è celiaco, data l’assenza di glutine al suo interno, ma anche da vegani e vegetariani. E questo perché ha un alto contenuto proteico, tanto da essere considerato un’ottima fonte di proteine vegetali.
In più contiene alti livelli di metionina, che ha la capacità di agire sull’insulina, con effetti benefici per chi soffre di diabete.
Il fatto che al giorno d’oggi la quinoa sia di gran moda non vuol certo dire che sia un alimento di nuova generazione, anzi! Lo pseudo cereale, appartenente alla famiglia degli spinaci e della barbabietola veniva, infatti, coltivato dalle popolazioni andine già 7000 anni fa, a circa 3000/4000 metri d’altitudine.
La quinoa, così salutare e nutriente, non solo era alla base dell’alimentazione delle popolazioni indigene ma veniva anche utilizzata sotto forma di rimedio medicinale. Come antidolorifico, per fermare emorragie, per curare ferite o addirittura come repellente per gli insetti.
La sempre maggiore richiesta di quinoa, a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, ha purtroppo creato una serie di problemi. Pur di riuscire a soddisfare la domanda del mercato si è, infatti, passati dal metodo della rotazione delle colture alla monocoltura, rendendo così la terra sempre più povera.
Si è, inoltre, iniziato a coltivare quinoa non più solo sulle Ande ma anche in terreni meno adatti, compresi quelli prima destinati all’allevamento di lama e alpaca. Come conseguenza la disponibilità di concime naturale fornito da questi ultimi si è drasticamente ridotta e ci si è visti costretti ad utilizzare in sempre maggior misura fertilizzanti chimici, pesticidi compresi. E l’ambiente non ne ha certo beneficiato!
L’enorme popolarità della quinoa nel mondo ha, però, avuto ripercussioni negative anche sull’alimentazione delle popolazioni che si sono sempre dedicate alla sua coltivazione. Lo pseudocereale, sempre più richiesto, ha infatti raggiunto prezzi molto elevati, che hanno reso più conveniente la sua esportazione piuttosto che il consumo interno. Risultato, la dieta delle popolazioni indigene ha subito un netto impoverimento, proprio com’è successo alle loro terre.
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