Tra tutti i dolci napoletani, sono tra i più noti. E sicuramente sono i più allegri fra i dolci delle feste natalizie e di carnevale. Simpatiche palline di una pasta appena dolce, fritte prima e rivestite di miele poi. Da servire con codette colorate – i diavulilli, in dialetto – e canditi di frutta.
Pare che la ricetta originale degli struffoli sia antichissima: risalirebbe ai greci, come lo stesso nome di questa allegra ghiottoneria indicherebbe, da stroggulos, ossia “tondeggiante”. E la diffusione in tutta la Magna Grecia sarebbe testimoniata dalla fortuna degli struffoli in tutto il Sud Italia, con tante versioni tra loro simili ma dai nomi diversi: cicerchiata, strufoli, turdiddi.
Pignolata di carnevale, cicerchiata o cicirata. Con un nome o con un altro, comunque, gli struffoli sono irresistibili, e uno tira l’altro. Se volete portare un po’ d’allegria sulla vostra tavola delle feste, eccovi una ricetta dall’esecuzione piuttosto semplice.
E un’avvertenza: la ricetta originaria non prevede l’impiego di lievito e di conseguenza gli struffoli risultano più croccanti. Se li preferite più gonfi e morbidi, potete aggiungere un pizzico di bicarbonato o di ammoniaca per dolci. In questo caso, però, bisogna lasciar riposare l’impasto per almeno un paio d’ore. Un’altra cosa: per servirli, possiamo farne una montagnetta o, con l’aiuto di un barattolo di miele che dovrà essere tolto quando si saranno freddati, distribuire i nostri struffoli a formare una ciambella.
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