La cheesecake, o torta al formaggio, è un dolce amato in tutto il mondo. Molti pensano che abbia le sue origini negli Stati Uniti, in realtà risale all’antica Grecia. La prima “torta al formaggio” sembrerebbe essere stata creata sull’isola greca di Samos intorno al 2000 a.C. In Grecia, la cheesecake era considerata come una buona fonte di energia, infatti è stata offerta agli atleti nei primi giochi olimpici nel 776 a.C. Spose e sposi greci erano noti utilizzare la cheesecake come torta nuziale. Anche i Romani apprezzavano questo dolce e cosi l’hanno esportato in altri paesi europei. Solo nel XIX secolo, tuttavia, la cheesecake inizia a essere un dolce simile a quello che conosciamo oggi negli Stati Uniti. Infatti, nel 1872 un lattaio americano, James Kraft, creò per errore un formaggio fresco pastorizzato che poi nominò Philadelphia, appunto l’ingrediente chiave per la squisita torta. Vi domanderete perché il nome New York cheesecake? Perché i migliori produttori sono appunto a New York. Comunque ogni città degli States e quasi ogni nazione al mondo ha la propria ricetta. La mia è veramente unica: ricca, cremosa e… irresistibile. Devo ringraziare la mia carissima amica americana Kerry Kroen per averla condivisa con me. L’aggiunta di noci alla base e la maggiore quantità di Philadelphia rendono questa ricetta insuperabile! Sicuramente da provare. La cheesecake è davvero un dolce che ha superato la prova del tempo. Dai suoi primissimi passi registrati sull’isola di Samos oltre 4000 anni fa, al suo attuale status di icona in tutto il mondo, questa torta rimane una delle preferite per i golosi di tutte le età. La potete gustare con frutti di bosco freschi o con una salsa di fragola preparata con fragole fresche frullate con zucchero e limone. Se preferite qualcosa di veramente ricco, allora gustate la vostra cheesecake con salsa di cioccolato o di caramello!
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Nota: La cottura della cheesecake è la parte piú difficile di tutta la ricetta. La possibilitá di avere crepe sul prodotto finito è abbastanza alta. La cottura a bagnomaria e il raffreddamento in un luogo privo di correnti d’aria dovrebbero prevenire questo inconveniente.
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