Il Natale è una delle feste più amate e diffuse nel mondo, ma non in tutti i Paesi il 25 dicembre si celebra la nascita di Gesù. Ci sono, infatti, diverse nazioni dove questa ricorrenza non ha alcun significato religioso o culturale, e altre dove è addirittura vietata o osteggiata. Meglio sapere quali sono, prima di sceglierle per le vacanze natalizie..
Innanzitutto, bisogna ricordare che il Natale è una festa cristiana, che commemora la nascita di Gesù Cristo, il figlio di Dio secondo la fede cattolica. Tuttavia, non tutti i cristiani lo festeggiano nello stesso modo e nello stesso giorno. Infatti, ci sono due principali correnti del cristianesimo: quella cattolica e quella ortodossa.
I cattolici seguono il calendario gregoriano, introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582, e celebrano il Natale il 25 dicembre. Gli ortodossi, invece, seguono il calendario giuliano, stabilito da Giulio Cesare nel 46 a.C., e lo festeggiano il 7 gennaio. Questo perché tra i due calendari c’è una differenza di 13 giorni. Quindi, in alcuni Paesi come la Russia, la Grecia, la Serbia, l’Etiopia e altri, il Natale cade dopo il Capodanno.
Ci sono, però, anche molti Paesi dove non si festeggia affatto, perché la religione predominante non è il cristianesimo, ma l’islam, il buddismo, l’induismo o altre. In generale, i Paesi a maggioranza musulmana non celebrano il Natale, perché secondo il Corano, il libro sacro dell’islam, Gesù è solo un profeta e non il figlio di Dio.
Inoltre, i musulmani hanno altre feste religiose importanti, come l’Eid al-Fitr, che segna la fine del Ramadan, il mese di digiuno e preghiera, e l’Eid al-Adha, che ricorda il sacrificio di Abramo. Tra i Paesi musulmani, ci sono varie differenze: alcuni sono più tolleranti e permettono alle minoranze cristiane di festeggiare in privato, come il Marocco, la Turchia, la Tunisia e l’Iran. Altri sono più rigidi e proibiscono qualsiasi manifestazione pubblica, come l’Arabia Saudita, il Brunei, la Somalia e l’Afghanistan.
Anche in alcuni Paesi a maggioranza buddhista, il Natale non ha alcun valore religioso, ma solo commerciale o turistico. Per esempio, in Giappone, dove il buddismo e lo shintoismo sono le religioni più diffuse, il Natale è visto come un’occasione per scambiarsi regali, mangiare torte e pollo fritto, e uscire con il partner. Non è però un giorno festivo, e le scuole e i negozi sono aperti.
In altri Paesi asiatici, come la Cina, la Corea del Sud, il Vietnam e la Thailandia, il Natale è celebrato solo nelle grandi città, dove ci sono alberi, luci e decorazioni, ma non ha un significato spirituale.
Infine, ci sono alcuni Paesi dove il Natale è vietato o ostacolato per motivi politici o ideologici. È il caso della Corea del Nord, una dittatura comunista e atea, che reprime ogni forma di religione e di libertà. In questo Paese, festeggiare il Natale è considerato un reato, e chi viene scoperto a farlo può essere arrestato o punito. Al contrario, si celebrano le nascite dei leader della dinastia Kim, considerati dei veri e propri dei.
Un altro Paese dove il Natale è sgradito è Israele, la patria degli ebrei, che non riconoscono Gesù come il Messia. In Israele, il Natale è festeggiato solo nella città di Betlemme, dove secondo la tradizione è nato Gesù, e dove vivono molti cristiani palestinesi.
Questi sono solo alcuni esempi di Paesi dove il Natale non si festeggia, ma ce ne sono molti altri. Ogni nazione ha le sue tradizioni, la sua storia e la sua cultura, che vanno rispettate e conosciute. Il Natale, per chi lo celebra, è un momento di gioia, pace e amore, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono anche altre feste e altre religioni che meritano la nostra attenzione e il nostro interesse.
Foto copertina: Credit Unsplash
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