Moda

Sanremo, Chiara Ferragni sceglie Schiaparelli. La storia della maison

“Vi confermo che uno dei due designer è Maria Grazia Chiuri per Dior. L’altro brand sarà Schiaparelli, con degli abiti disegnati apposta da Daniel Roseberry per Sanremo. Io ho un rapporto pazzesco con entrambi i brand e i designer e non vedo l’ora di farvi vedere quello che abbiamo creato insieme. Sanremo, arriviamo!”. Così Chiara Ferragni ha rotto il silenzio sui look che sfoggerà a Sanremo, annunciando i due marchi che la vestiranno.

Chiara Ferragni, l’amicizia con Maria Grazia Chiuri

Come sospettato, l’influencer si è affidata a due brand ai quali è legata da tantissimo tempo. Con Maria Grazia Chiuri, poi, esiste una vera amicizia. La stilista, il cui padre era originari di Tricase, un comune della provincia di Lecce, è direttrice creativa di Dior dal luglio 2016. In precedenza aveva lavorato per Fendi, dove ha partecipato alla creazione della celebre Baguette bag e poi, insieme a Pierpaolo Piccioli, è stata vice-direttore creativo per Valentino.

Chiara Ferragni sceglie Schiaparelli

Più affascinante la storia di Elsa Schiaparelli, la stilista che fondò il brand che oggi porta il suo nome. La sua vita è stata davvero straordinaria. Acerrima nemica di Coco Chanel, Elsa Schiaparelli è celebre per avere inventato il colore rosa shocking, che va tanto di moda oggi, e la zip. È stata la prima stilista a comparire sulla copertina di “Time“, nel 1934. Famosa la sua amicizia con Salvador Dalì, con il quale diedero vita a oggetti iconici come il portacipria a forma di quadrante telefonico e l’abito con dipinte le aragoste.

La storia di Elsa Schiaparelli

Una storia incredibile iniziata a Roma, dove Elsa Schiaparelli nacque a Palazzo Corsini nel 1890. Originaria di una famiglia aristocratica che vantava tra i suoi membri intellettuali e cardinali, fin da ragazza Elsa manifesta una passione non comune per la moda. I suoi abiti sono stravaganti per l’epoca, e anche la sua indole. Tanto che a un certo punto la ragazza si trasferisce a Londra, per stare lontana dalla sua famiglia che non intende avallare la sua vocazione poetica.

Il matrimonio fallito, la fuga a Parigi

Nel 1914, a Londra, Elsa Schiaparelli sposa il conte William de Wendt de Kerlor. Si trasferisce con lui a New York, hanno una figlia. Ma il matrimonio fallisce e Elsa rimane da sola con una figlia, che ben presto si ammala di poliomelite. Per mantenersi collabora con alcuni antiquari, commerciando oggetti d’arte. Mette da parte i soldi per tornare in Europa, si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con il mondo della moda.

La maison che conquistò l’America

Durante una passeggiata con un’amica americana, visita infatti la maison di Paul Poiret, che le regala un cappotto dicendole: “Lei potrebbe indossare qualunque cosa in qualunque posto”. Poco dopo, Elsa Schiaparelli diviene allieva dello stilista e inizia a vendere le sue creazioni a piccole case di moda. Celebri i suoi pullover neri decorati con disegni bianchi trompe-l’œil, che la rendono famosa negli Stati Uniti. Da quel momento diventa la regina della moda dadaista: le donne fanno a gara a indossare uno dei suoi abiti scultura o maglioni colorati.

Perché Chiara Ferragni ha scelto la maison

Diventa amica di Wallis Simpson, l’americana che fece abdicare Enrico VIII, e soprattutto di Salvador Dalì. Insieme creano abiti e accessori surrealisti che caratterizzeranno per sempre lo stile della maison. Purtroppo, la seconda guerra mondiale, spazza via la voglia di colori e anticonformismo dell’epoca. Ora le donne preferiscono i tailleur sobri di Coco Chanel. Nasce una rivalità tra le due stiliste. Elsa Schiaparelli ne esce sconfitta: morirà povera e sola. Le sorti della masion sono poi state risollevate dallo stilista Daniel Roseberry, che ha pescato a piene mani dalle illusioni e dai dettagli anatomici amati da Elsa Schiaparelli. È a lui che oggi si è affidata Chiara Ferragni per i look da indossare a Sanremo. Un assaggio già ce lo ha dato, facendosi fotografare con un paio di stivali altissimi con le dita dei piedi dorate e in rilievo. Chissà durante la prima e l’ultima serata del Festival come ci stupirà.

Redazione Signo

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