Il terzo giorno della Parigi Fashion Week FW 2016-2017 oscilla tra generi e stili differenti, passando dall'opulenza al minimalismo formale.
È una Parigi Fashion Week ondivaga quella dedicata alla stagione autunno-inverno 2016-2017. Dopo tre giorni di sfilate, infatti, non è ancora chiaro quale direzione voglia prendere la moda francese. Se l’aspetto glamour per così dire “tradizionale” è rispettato dalle collezioni di Dries Van Noten, Rochas e Maison Margiela, non manca una componente orientata al business e una “creatività controllata” come nel caso delle proposte di Karl Lagerfeld e Anthony Vaccarello.
Un mood che attraversa anche il terzo giorno di passerelle, che alternano magniloquenza e lusso, stand by creativo e formale, conferme e una concezione dell’abbigliamento come scultura.
Non tradisce le attese né lo spirito della Settimana della Moda di Parigi la collezione FW 2016-2017 di Balmain. Olivier Rousteing attinge infatti alla sua esperienza poliedrica di fashion designer, comunicatore e “amico dei vip” per creare look dallo stile barocco e regale. Tutto come sempre, dunque? Più o meno. Diversamente dal solito, infatti, lo stilista francese attenua la vena eccentrica e opulenta dei suoi outfit a favore di un mood più attuale, sommesso e – per certi versi – rilassato. A giocare in questo senso è senza dubbio la scelta dei colori, con la coppia Rose Quartz & Serenity Pantone (declinata in diverse nuance) nelle vesti di “padrona di casa” e uno spazio minore lasciato a nero, bianco, oro e a tonalità unconventional come un verde oliva polveroso. Ma non solo. Il senso di lusso contenuto e meno “urlato” è dato anche dall’utilizzo di materiali quali camoscio e angora e da diversi tocchi di design “morbido”, fatto di spigoli mussati, linee fluide e forme piene e rassicuranti.
L’attidudine glamour della Paris Fashion Week caratterizza anche la proposta per la prossima stagione di Chloé, un “viaggio romantico” nello spazio, nel tempo e nelle emozioni ispirato alla stilista Clare Waight Keller dalle gesta della scrittrice-motociclista Anne-France Dautheville. Tra tute e completi in pelle, giacche e poncho che attingono all’estetica della Frontiera e abiti leggiardi e svolazzanti di gusto country e bohèmien, la collezione della maison francese è un vero e proprio inno a una femminilità libera da condizionamenti di stile e di genere, forte e con molta fiducia nelle proprie possibilità.
Dopo la rottura con Alber Elbaz, Lanvin si presenta alla Parigi Fashion Week con una collezione realizzata – pare in un clima di forte tensione – da Chemena Kamali (art director del ready to wear) e Lucio Finale (responsabile degli accessori). Lasciando perdere le voci su litigi e amenità simili, è evidente che la creatività della maison è in stand by. Kamali infatti evita in maniera palese qualsiasi riferimento al proprio predecessore e rimane fedele al suo stile, una sorta di romanticismo anni ’80 che prende forma in abiti boho-chic di velluto e chiffon, trench in vinile, completi in velluto con decorazioni damascate, giacche destrutturate e colori pastello mescolati a tinte forti come bordeaux, blu, bronzo, oro e nero. Finale invece completa i look con décolleté, stivaletti con il tacco e flat, scarpe allacciate, borse a mano, secchielli e clutch che sembrano poco in sintonia non solo con gli abiti, ma anche tra di loro. Peccato, perché gli spunti interessanti – da una parte e dall’altra – non mancano.
Al contrario, Julien Dossena disegna per Paco Rabanne una collezione autunno-inverno 2016-2017 che conferma la nuova strada della maison e lo stile del creativo francese, un mix di minimalismo e stravaganza, tradizione e futurismo, con rimandi all’estetica orientale e un forte debito nei confronti di un’icona come Jean Paul Gaultier, come lui stesso dichiara: “Mescolare stili e generi diversi è l’oggi della moda e Gaultier era un maestro”.
“Rappresento una nicchia. Sono in un altro universo”. Con queste parole Rick Owens spiega la sua collezione autunno-inverno 2016-2017, una serie di look che più che abiti sono vere e proprie opere d’arte. Indifferente – almeno all’apparenza – alle logiche commerciali, lo stilista americano propone cappotti, vestiti, completi, top, gonne e pantaloni ricchi di drappeggio, dai volumi costruiti e come “scolpiti”, caratterizzati da una palette cromatica che spazia dal bianco al nero, dal grigio al verde acqua, dal marrone al ruggine, che rappresentano una concezione puramente estetica della moda e dello stile. Qualcosa di diverso in modo assoluto, che forse è difficile da capire e inserire nel contesto del fashion system, ma che ha una forza creativa e una bellezza davvero uniche.
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