Vivienne Westwood rivendica il ruolo cruciale della cultura e dell'arte
Vivienne Westwood è, anima e corpo, nella sua nuova collezione autunno inverno 2015 2016.
Vivienne è la ragazzina fortunata che dalla campagna giunse nella City, ad anni 17, è ferratissima sui nomi degli alberi, 10 e lode in botanica. Ha sempre amato leggere libri e andare per musei, l’arte scorre nelle sue vene come linfa ispiratrice e, se invitata a dibattere sull’argomento, sostiene il ruolo cruciale della cultura.
La sua nuova collezione gioca con i look, questo è il messaggio che si legge tra le righe.
E il gioco è fatto di gonne scozzesi abbinate a maglioni color kaki, di pantaloni di seta i cui colori e fantasie richiamano alla mente Gustav Klimt. Sfilano in passerella t-shirt con scritto “Unite Art Lovers” e cardigan destrutturati, un miniabito di paillettes oro; il gioco continua e giunge al culmine con gli elementi punk di cui Daisy Lowe si fa icona indossando un abito nero di pizzo.
La ragazza Red Label di Vivienne Westwood è green, promuove la cultura, rifiuta il consumo. “The power” è nelle mani dell’1% della popolazione mondiale che predica il consumo, la guerra e ci sta conducendo, dice, verso un epilogo rovinoso. Per questo Vivienne Westwood e la sua collezione Red Label si schierano da parte Green.
Dalla London Fashion Week e dalla catwalk di Vivienne Westwood il coro make up sembrerebbe avere in gradimento i toni scarlatti, l’eye-liner nero e grafico, l’incarnato naturale. L’hairstyle ha un allure messy ma opaco.
Altro sodalizio, noto e visibile anche dalle passerelle, è Westwood-musica. Lei, stilista talentuosa, originale e carismatica, riduce al minimo il confine tra musica e moda e porta in scena icone punk.
La sua storia da designer prende il volo con la realizzazione di vestiti per la boutique “Let it Rock” di Malcolm Mc Laren, musicista e manager dei Sex Pistols e suo compagno.
Il fenomeno punk degli anni ’70 l’ha ispirata e portata alla creazione di capi d’abbigliamento e accessori in stile, anche make-up e capelli rivestono un ruolo cruciale nella definizione di uno stile unico e scioccante. Con il tempo, lo stile “Vivienne” è, giustamente, evoluto espandendosi dal punk e dalla moda di strada alla storia del costume del XVII e XVIII secolo, un viaggio temporale che attinge dalla sartoria del passato per proiettarsi nel futuro.
Un’arte, la sua, che spazia tra storia e pittura, impegno sociale e politico. Non a caso Vivienne ha ottenuto vari riconoscimenti.
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