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Villocentesi, cos’è e a cosa serve

Spessi abbiamo sentito il nome di questo test, ma sappiamo di cosa si tratta? La villocentesi è un test invasivo a cui la futura mamma può sottoporsi fra l’undicesima e la tredicesima settimana di gravidanza per sapere anzitempo se il bimbo che porta in grembo è affetto da gravi anomalie genetiche e cromosomiche.

La villocentesi ha un costo?

Non è un esame di routine – è del tutto facoltativo, la donna può decidere di sottoporsi a questo delicato esame  prima dei 35 anni se in famiglia sono noti casi di particolari malattie genetiche oppure se l’esito del bi-test o della translucenza nucale hanno rilevato dei dati anomali. Il test è gratuito sopra i 35 anni di età, mentre è a pagamento in caso di esame prima dei 35 anni e il suo costo oscilla tra i 500 e i 1500 euro, dipendentemente dalla struttura a cui ci si rivolge.

[dup_immagine align=”alignright” id=”133481″]Villocentesi o amniocentesi?

La villocentesi si esegue sia nelle strutture pubbliche che in quelle private specializzate,  ed è spesso “preferito” come test alla classica amniocentesi in quanto si può eseguire in un’epoca gestazionale precoce, senza aspettare la quindicesima settimana – terzo trimestre inoltrato -, e fornisce un esito in breve tempo evitando ansia e stress.

Come si esegue la villocentesi?

La villocentesi, come indica il nome stesso, consiste nell’effettuare il prelievo dei villi coriali, frammenti di tessuto placentare, attraverso un ago inserito per via addominale o cervicale (tramite cervice uterina). I villi prelevati sono poi sottoposti ad esami ed indagini specifiche.
Questo esame prenatale non è doloroso ma può risultare fastidioso nel momento in cui l’ago viene inserito e si muove per effettuare il prelievo. Si esegue senza anestesia o analgesici e prima di sottoporsi è necessario sempre fare un controllo ecografico per accertare l’epoca gestazionale e le dimensioni fetali, oltre a tutta una serie di esami del sangue.

Cosa fare dopo l’esame?

Dopo la villocentesi è sempre consigliato dai medici un riposo di 48 ore e non esistono pericoli né per la mamma e né per il feto; i casi di mortalità fetale sono del 1% e particolari sintomi post esame, come dolori pelvici e piccole perdite ematiche possono essere un campanello d’allarme che richiedono l’intervento medico tempestivo.

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