Sì a genitore 1 e 2 sulle carte d’identità dei minori, la decisione della Corte d’Appello di Roma

Carta d'identità (ph.iStock)
I giudici della Corte d’Appello di Roma hanno stabilito che sulla carta d’identità dei minorenni debba esserci la dicitura “genitore 1″ e “genitore 2” o una “dizione corrispondente alle risultanze dello stato civile, in corrispondenza dei nomi”. La decisione ha mandato su tutte le furie Matteo Salvini.
Viminale condannato
La vicenda legale risale al 2018, quando Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, firmò un decreto che stabiliva che sulle carte di identità dei minori dovesse sparire la dicitura “genitore 1” e “genitore 2”, sostituita da “madre” e “padre”. Ora, però, i giudici hanno condannato il Viminale, con una sentenza di otto pagine, ad “applicare la dicitura ‘genitori’ sulle carte d’identità rilasciate da persone minorenni, al posto di ‘madre/padre sui documenti’.
Il commento di Salvini
“Una decisione sbagliata” ha commentato l’attuale ministro delle Infrastrutture. “Ognuno deve sempre essere libero di fare quello che vuole con la propria vita sentimentale – ha spiegato -, ma certificare l’idea che le parole ‘mamma’ e ‘papà’ vengano cancellate per legge è assurdo e riprovevole. Questo non è progresso”.
Procedimento promosso da due mamme
La decisione dei giudici di secondo grado è legata a un procedimento promosso da una coppia di mamme che aveva impugnato il decreto anche davanti al Tar chiedendo l’emissione di un documento d’identità” che rispecchi la reale composizione della loro famiglia“. Già in primo grado il tribunale aveva accolto la richiesta delle mamme, dichiarando di fatto illegittimo il decreto in quanto il documento emesso “integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico“. E ora i giudici di Appello, sostiene l’associazione Famiglie Arcobaleno, hanno “ribadito un concetto molto semplice: sulla carta d’identità di un bambino/bambina non possono essere indicati dati personali diversi da quelli che risultano nei registri dello stato civile“. “Non possiamo che essere felici di questa sentenza – dicono i legali delle due mamme, Susanna Lollini e Mario di Carlo -. Se nei registri è indicato che è figlio/figlia di due madri, una delle quali lo ha adottato, allora i ‘modelli ministeriali’ devono rispettare quella indicazione. Noi lo abbiamo sempre pensato, adesso la Corte d’Appello lo ha confermato”.
Soddisfazione di Famiglie Arcobaleno
Soddisfatta anche la presidente di Famiglie Arcobaleno, Alessia Crocini, che ricorda come l’associazione “già nel 2019 aveva denunciato il qualunquismo ideologico del decreto Salvini“. E non si sono fatte attendere le reazioni politiche, con l’ex presidente della Camera Laura Boldrini a sottolineare che un decreto “non può cambiare la realtà delle famiglie italiane, il genere delle persone e non può discriminare i bambini perché figli di coppie dello stesso sesso”, e con il segretario di +Europa Riccardo Magi a definire il provvedimento bocciato “omofobo e discriminatorio” di Salvini”. Per il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, il decreto dell’ex titolare del Viminale era una “follia” che viola le regole “per puro estremismo”.
Contrari Pro Vita e Family Day
Di tutt’altro avviso le Pro Vita e Family Day. “E’ una decisione pericolosa” afferma la prima, perché “si legittimano due donne o due uomini ad essere entrambi genitori”, mentre Massimo Gandolfini parla di una “forzatura ideologica”.
(Foto copertina: credit agenzia iStock)