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Quinta malattia e gravidanza

La gravidanza è senza dubbio una delle massime espressioni della femminilità. Oltre che uno stato interessante, è anche un momento in cui il corpo femminile necessita di grande cura e attenzione. Senza che la salute diventi un’ossessione, è necessario avere un occhio di riguardo verso particolari virus e malattie e una di queste è proprio la quinta malattia che è tipica dei bambini ma che può riguardare anche gli adulti. Ecco alcune indicazioni utili in gravidanza.

Che cos’è la quinta malattia?

Conosciuta anche con il nome di eritema infettivo, si tratta di una malattia esantematica virale più comune nei ragazzi dai 5 ai 15 anni di età. Si manifesta con un’eruzione cutanea sul viso che coinvolge poi il tronco, le braccia e le gambe.

Il rash cutaneo è generalmente preceduto da uno stato febbricitante accompagnato da malessere e dolori articolari. La febbre viene avvertita prima dell’apparizione di rossore e delle macchioline. La malattia è causata dal parvovirus B19; sebbene nei ragazzi sia una malattia che si risolve senza particolari conseguenze, le cose cambiano un po’ se si tratta di una gestante.

Che cosa comporta la quinta malattia in gravidanza?

Se siete alla prima esperienza di maternità avrete probabilmente meno occasioni di venire in contatto con bambini rispetto a una mamma al secondo figlio. Se i bambini non sono vaccinati, il rischio di contrarre la malattia aumenta molto per la gestante: questo eritema infettivo si trasmette infatti anche per via aerea. Il rischio riguarda più che altro il feto dato che il parvovirus può penetrare la placenta. Questa malattia in ogni caso non è particolarmente pericolosa. L’ipotesi peggiore, rappresentata dall’aborto, colpisce una bassissima percentuale di donne. Inoltre molti adulti hanno avuto l’eritema infettivo da piccoli senza accorgersene e quindi ne sono inconsapevolmente immuni.

Cosa fare se si contrae la quinta malattia?

State tranquille se temete di essere state colpite dalla quinta malattia perché, in generale non è pericolosa. In primo luogo è importante che vi rivolgiate al vostro specialista di fiducia che vi sottoporrà a delle analisi del sangue per ricercare gli anticorpi specifici. Nel caso di risposta negativa tirerete un bel sospiro di sollievo altrimenti dovrete fare ulteriori accertamenti. Sarà lo specialista stesso a dirvi cosa fare e a prendersi cura del vostro piccolo. Il ginecologo terrà monitorata la situazione attraverso ecografie, volte a controllare la crescita del feto e l’andamento del liquido.

Benedetta Montaldi

Laureata in storia contemporanea, si è specializzata nell'insegnamento dell'italiano e dell'inglese. Ama molto la creatività e l'aspetto multiculturale del suo lavoro di insegnante. Scrivere è una delle attività che da sempre più la divertono e appassionano. Scrive per lo più su argomenti dedicati alla maternità, al lifestyle e all'arredamento.

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Benedetta Montaldi

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