Pertosse: sintomi e cure

La pertosse è un'importante infezione delle vie respiratorie. Si cura con un trattamento antibiotico e si può prevenire con il vaccino antipertossico, solitamente combinato con il vaccino antitetanico e antidifterico (DTaP).

12/05/2015

Forte tosse che finisce con il tipico urlo inspiratorio nel momento in cui il malato inspira: sono questi i sintomi più evidenti e comuni della pertosse, un’importante infezione delle vie respiratorie causata dal batterio Bordetella pertussis. Una malattia che oggi si può prevenire attraverso il vaccino.

Sintomi e contagiosità

Un banale raffreddore può trasformarsi in pertosse? Non è comune anche se i primi sintomi dell’infezione provocata dal batterio Bordetella pertussis sono proprio simili a quelli del raffreddore. Naso che cola in continuazione, accompagnato da tosse secca che si trasforma dopo alcuni giorni in convulsiva, volto arrossato (il bimbo può diventare paonazzo o addirittura violaceo) in conseguenza ad un respiro affannoso per mancanza d’aria non sono sintomi da sottovalutare. Accompagnate il piccolo dalla pediatra per una visita accurata e per scongiurare importanti infezioni alle vie respiratorie. Se la diagnosi non lascia dubbi, e quella di cui soffre il vostro bambino è proprio pertosse, è fondamentale seguire accuratamente la terapia indicata dal medico, ma anche cercare di mantenere in isolamento il piccolo: la pertosse è infatti contagiosa. Le persone infette possono trasmettere la malattia fino a circa 2 settimane dall’inizio della tosse; anche se tendenzialmente la cura antibiotica accorcia la durata della contagiosità a 5 giorni circa dalla prima somministrazione. Uno starnuto o un colpo di tosse possono essere sufficienti per contagiare le persone che in quel momento di trovano nella stessa stanza del bimbo malato, anche se le stesse manifesteranno molti giorni dopo i sintomi della pertosse: l’incubazione può infatti durare fino a 21 giorni.


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Cure e prevenzione

E’ attraverso gli antibiotici, che generalmente vengono somministrati per due settimane, che si può combattere la pertosse. In alcuni casi è addirittura necessario un ricovero in ospedale. L’ospedalizzazione è consigliata quando il bimbo è molto piccolo. I bimbi di pochi mesi di vita sono infatti più soggetti a complicazioni come la polmonite. Per i bambini più grandi, terminata la terapia antibiotica e durante la convalescenza può aiutare utilizzare un vaporizzatore ad allentare le secrezioni respiratorie e lenire l’irritazione alle vie respiratorie e ai polmoni.

A differenza del passato oggi esiste una cura preventiva per la pertosse. Il vaccino antipertossico, solitamente combinato con il vaccino antitetanico e antidifterico (DTaP), è sicuramente il metodo preventivo più sicuro e anche quello più consigliato dai pediatri. I bambini vengono di norma dirottati nelle sedi delle Asl di riferimento per la somministrazione del vaccino esavalente che oltre a prevenire la pertosse previene anche la difterite, la poliomielite, il tetano, le infezioni invasive da HIB e l’epatite virale B. Si tratta di un vaccino che ha bisogno di più richiami: la prima dose al 3° mese di vita, la seconda al 5° mese di vita e la terza dose all’11°-13° mese di vita.