Perché gli adolescenti sono così arrabbiati?
Adolescenza, periodo di turbolenze e difficoltà comunicative tra genitori e figli. Come comportarsi?
L’adolescenza è una fase critica, non si è più bambini ma non si è neanche adulti, si diventa grandi ma non abbastanza per fare tutto quel che si vuole, nascono le prime incomprensioni, le liti in famiglia si inaspriscono.
I genitori, oltre a doversi temprare, devono provvedersi di ombrello e galosce per schivare il “cattivo tempo” (maltempo e pozzanghere, in senso metaforico) e non farsi turbare dai repentini cambiamenti di clima.
In questa fase, i bambini dolci e affettuosi di cui conservate memoria potrebbero apparirvi irriconoscibili. Non temete, mamme e papà, è una fase transitoria (anche se piuttosto lunga), difficile ma necessaria per percorrere la strada dell’autonomia e dell’individualità.
Adolescenza: cosa è cambiato?
Gli adolescenti dei giorni nostri sono molto diversi dal passato e ciò è la conseguenza di un contesto psicosociale in cui i modelli fisici, emotivi e comportamentali sono influenzati dai media, le famiglie sono spesso sfaldate e la scuola ha perso in autorevolezza e credibilità.
Ci sono, poi, alcuni campanelli d’allarme che devono allertare sul fronte della salute psico-emotiva e sessuale dell’adolescente:
- la riduzione delle ore di sonno. Quando si ha un netto calo del sonno (inferiore alle otto ore) ne risente la salute fisica ed emotiva, ciò vale a tutte le età ma soprattutto nel caso di bambini e giovani ragazzi. Possono, infatti, derivare sregolazioni neurovegetative con ripercussioni sul senso di fame e sazietà, variazioni della pressione, stanchezza e riduzione dell’energia disponibile. La carenza di sonno può, inoltre, causare alterazioni emotivo-affettive (maggiore vulnerabilità, ansia, depressione e irritabilità), alterazioni cognitive (con netta diminuzione della concentrazione, dell’apprendimento e della memoria), alterazioni motorie (dormire poco peggiora le performance motorie e sportive), alterazioni comportamentali complesse (funzionamento di diversi sistemi del cervello);
- disturbi del comportamento alimentare come bulimia o anoressia. Un rapporto difficile o patologico con il cibo è un problema connesso al rapporto che l’adolescente ha con il proprio corpo;
Altri indizi
- abbandono dello sport. Secondo alcuni dati statistici, tra i 10 e i 19 anni, la pratica sportiva crolla dal 61 al 46% nei ragazzi italiani e, addirittura, dal 53 al 27% nelle ragazze. Lo sport rappresenta l’antidoto più potente ed efficace contro i disagi psicofisici, tipici dell’adolescenza. Tutt’oggi il gioco e lo sport sono sottovalutati nella prevenzione e nella cura dei disturbi di attenzione e iperattività nei bambini e negli adolescenti;
- l’uso di sostanze (alcol, cannabis, oppiacei, anfetamine, cocaina, ecstasy e fumo) è particolarmente lesivo dal punto di vista neurobiologico per il cervello in formazione degli adolescenti;
- la precoce attività sessuale può nascondere numerosi disagi sul fronte affettivo, scolastico, dell’immagine di sé e dell’autostima. Vi sono numerosi rischi connessi: promiscuità, con maggiori rischi sul fronte delle malattie sessualmente trasmesse; gravidanze indesiderate; abusi fisici ed emotivi.
Tra i fattori che hanno cambiato completamente il contesto sociale dei nostri adolescenti, la dipendenza dai social media è considerata determinante. Questa ha, infatti, portato a una contrazione delle esperienze reali (attività fisica, gioco, sport, ballo, musica, teatro) e alla ricerca spasmodica dei “mi piace” come se essere visibili online fosse più importante della vita vera.
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Esercizi di immedesimazione: i grandi si mettano nei panni dei ragazzi
Come affrontare la tempesta emotiva, tipica dell’adolescenza, e traducibile in un mix di irritabilità, aggressività, pigrizia e difficile gestione del rapporto con l’adolescente?
Qualche consiglio pratico per affrontare e superare in modo indenne (o quasi) questa fase.
Partiamo col demistificare alcune credenze rispetto all’adolescenza così da concentrare l’attenzione sulle buone pratiche e sulle modalità di “pronto intervento”.
- Non è vero che i ragazzi si comportano in modo “folle” per colpa degli ormoni (o, almeno, non solo). Va, infatti, precisato che i processi cerebrali che governano il controllo cognitivo del comportamento nell’adolescente non sono ancora maturi ma in via di trasformazione. Gli adolescenti non sono, dunque, in grado di comportarsi diversamente perché sono alle prese con trasformazioni neurobiologiche inevitabili.
- Non è vero che l’adolescenza è un periodo di immaturità.
- Non è vero che gli adolescenti devono passare dalla dipendenza dagli adulti a una totale indipendenza.
Cosa devono fare i genitori?
Preso atto di questi falsi miti, deve esserci da parte nostra (noi genitori) uno sforzo di consapevolezza. Dovremmo, quindi, cercare di capire come si sente un adolescente: la lotta con se stessi e il mondo circostante può rendere fragili e insicuri, e perfino spaventati; durante l’adolescenza aumentano le difficoltà quotidiane e di comunicazione con i genitori, gli insegnanti, i coetanei; i grandi cambiamenti a livello fisico, psicologico e relazionale acuiscono il senso di inquietudine e la perdita di controllo; i ragazzi sono preoccupati per la loro immagine (spesso questa è causa di insoddisfazione), non si sentono all’altezza delle situazioni e delle aspettative esterne; gli stimoli e le possibilità sono infinite ma mancano dei riferimenti stabili.
E proprio a causa di questo “disordine emotivo“, l’adolescente non riesce a comunicare con le parole e tende a scaricare la tensione con ribellioni verbali e fisiche. Alcuni adolescenti scelgono il silenzio e, qualche volta, si chiudono in una sorta di isolamento. Di conseguenza, anche noi genitori ci sentiamo smarriti e incapaci di comunicare e comprendere i figli.
Consigli utili
Consigliamo, a questo punto, di fare un esercizio di immedesimazione: per capire cosa passa per la testa di un adolescente, dovremmo in primo luogo ricordarci come è stata la nostra adolescenza e, poi, metterci il più possibile nei suoi panni.
Il confronto con altri genitori che vivono situazioni simili può essere di grande aiuto. Tenete bene a mente che si tratta di un periodo di crisi che ha tempi lunghi e che servirà accettare le critiche dei figli, i musi lunghi, gli sfoghi.
Un altro piccolo ma valido suggerimento è quello di condividere le passioni dei ragazzi, dalla musica ai film.
Nei momenti in cui la rabbia dei figli prende il sopravvento, poi, c’è un vecchio trucco. Andare via dalla stanza, magari anche di casa, dicendo semplicemente “basta!”.
Per sapere bene come agire è importante anche conoscere le differenze che intercorrono tra maschi e femmine. I primi trasgrediscono di più in modo fisico (cercano di continuo nuove sfide da affrontare per mettersi alla prova, fanno spesso gruppo con i coetanei). Le seconde sono più trasgressive a parole, soprattutto nelle relazioni con le persone più vicine (genitori, insegnanti). Esprimono la loro voglia di trasgressione attraverso la sessualità.
Dopo aver condiviso questi brevi ma speriamo utili suggerimenti, vi auguriamo buona fortuna!