Il momento del primo distacco dalla mamma è un passaggio delicato per il bambino: deve essere affrontato con serenità e pazienza.
Il bambino appena nato ha paura, non sente più il calore in cui era avvolto nella pancia materna e anche i rumori, i suoni e la luce non sono più attutiti dalla placenta. Nei primi sei mesi di vita l’unica certezza, l’unica consolazione del piccolo è la sua mamma, il suo odore, il suo calore e la sua voce, e non sentirla sempre accanto a sé può far crescere in lui la paura di essere solo e abbandonato.
Proprio per questo motivo quando il piccolo piange sta esprimendo un determinato sentimento: un vero disagio. Lasciarlo nella sua culla fin quando non “si calma da solo” nella sua disperazione può solo alimentare le sue paure e aumentare il timore di essere solo al mondo. È importante rassicurarlo, cantargli una ninna nanna, abbracciarlo o cullarlo per farlo tranquillizzare e fargli sentire la propria vicinanza.
L’atteggiamento che devono assumere mamma e papà in situazioni di stress come le crisi di pianto è quella della serenità, per cercare di conferirgli sicurezza e tranquillità. Bisogna cercare di non infastidirsi se nel primo periodo il neonato esige la presenza della mamma: il nervosismo o l’ ansia confermerebbero la sua paura di essere abbandonato.
Dal primo anno di vita fino ai 2 o tre anni, nella psiche del piccolo nasce la paura dell’abbondano nel vero senso del termine. Generalmente la si attribuisce al periodo di inserimento al nido, o nella scuola materna, quindi al momento del primo vero distacco del bambino dalla mamma e dal papà per un periodo prolungato. È molto importante che questo distacco si verifichi gradualmente con tante rassicurazioni da parte dei genitori, soprattutto se il distacco comporta anche una modifica di ambiente. Questo timore infatti alimenta l’insicurezza del piccolo e può degenerare negli anni.
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La prima cosa da fare è parlare e comunicare. Anche se apparentemente sembrano troppo piccoli per capire ciò che gli viene detto, in realtà loro colgono buona parte del concetto che viene loro trasmesso. È decisamente sbagliato “scappare” senza farsi vedere, approfittando di un momento di distrazione. Dopo qualche minuto il bambino noterà l’assenza dei genitori e ciò scatenerà una crisi di pianto e un aumentare dell’insicurezza. Anche se pian piano il pianto si placherà, resterà nell’animo del cucciolo una ferita non indifferente.
È molto meglio spiegare che “la mamma va via ma poi torna”, che quel distacco è solo temporaneo, che l’amore verso di lui non è cambiato. Indubbiamente il bambino piangerà disperato, soprattutto le prime volte, ma pian piano collegherà gli avvenimenti e comprenderà che quello è solo un distacco temporaneo dei genitori.
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