Fino a che età si è considerati bambini?
Dalla rivisitazione delle fasi della vita a chi è considerato “bambino” nel settore del turismo.
Si può essere bambini nell’animo ma fino a quando lo si è anagraficamente?
L’allungamento delle aspettative di vita ha spostato in avanti le fasi della vita, per questo il professor Alessandro Rosina, docente associato di demografia alla facoltà di Economia all’Università Cattolica di Milano, ha elaborato una nuova classificazione delle stagioni della vita: si resta bambini fino ai 15 anni (fino agli anni ‘60-’70 si era bambini fino agli 11 anni); si diventa giovani a partire dai 16 ai 24 anni; giovani adulti dai 25 ai 34 anni (prima questa fascia d’età non esisteva e si era considerati adulti a partire dai 25 anni e fino ai 60 anni, età in cui subentrava la vecchiaia).
In generale la definizione “bambino” si riferisce all’intervallo di tempo compreso tra la nascita e l’inizio della fase della pubertà. Di solito, questo traguardo coincide con i 12 anni ed è il momento in cui il bambino diventa ragazzo.
Chi è considerato bambino nel turismo
Nel campo del turismo la faccenda cambia e i bambini sono classificati in modo diverso secondo l’età: sono detti “infant” i bimbi da zero a due anni, di solito questa fascia d’età è completamente gratuita; dai due ai dodici anni compiuti si parla di bambini.
Capita alle volte che l’offerta bimbo, nel ramo turistico, venga estesa fino ai 16 anni a seconda dell’hotel e del tour operator.