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Tabelle peso altezza per bambini

Una delle preoccupazioni più frequenti di genitori è quella relativa alla crescita dei propri figli, relativamente al peso e all’altezza. I dati relativi alla crescita dei bambini, monitorati con regolarità durante le visite pediatriche periodiche, vengono confrontate con opportune tabelle di riferimento. Ma come interpretare queste tabelle? Bisogna preoccuparsi se un bambino è molto più piccolo della media dei suoi coetanei?

Il peso e l’altezza di un bambino sano dipendono in primis dalle caratteristiche genetiche ereditate dai genitori, ma non solo. Anche le condizioni di vita, siano esse ambientali, igieniche o affettive, possono influire sulla crescita di un bambino.

L’altezza è il fattore maggiormente condizionato dalla genetica. La statura dei genitori influenza infatti in modo sostanziale quella dei figli. Ci si aspetta infatti che i figli di genitori di bassa statura non siano più alti rispetto ai coetanei. Non conta però solo il fattore ereditario nel determinare l’altezza di un bimbo. Un bambino raggiungerà infatti il massimo valore previsto dal suo patrimonio genetico solo se la sua alimentazione sarà equilibrata e corretta e se la sua vita sarà sufficientemente sana e ricca di affetti e attenzioni.

Ritmo di crescita: non sempre è costante

Il ritmo di crescita nei bambini non è costante, ma è maggiormente rapido nei primi due anni di vita. Un bambino a 12 mesi pesa infatti tre volte tanto quanto pesava alla nascita. A questo periodo segue poi una fase di crescita più lenta fino alla pubertà, quando si verifica uno scatto significativo. Il ritmo rallenta poi ancora fino ad assestarsi nella femmina intorno ai 16 anni e nel maschio intorno ai 19.

Nei primi anni di vita, inoltre, il ritmo di crescita dipende anche dall’andamento della gravidanza della madre. Ad esempio i neonati pretermine tendono a crescere più lentamente, per recuperare poi dopo due o tre anni.

La crescita può anche verificarsi con andamento irregolare, per cui si alternano pause e rapidi aumenti. Sono molti i fattori che possono rallentare temporaneamente la crescita. Una situazione stressante, il caldo, una malattia possono ridurre l’appetito e conseguentemente la crescita. Ecco perchè il pediatra misura di norma il bambino una volta all’anno, per operare una valutazione corretta. Misurare questo dato troppo di frequente vorrebbe dire ottenere una situazione non troppo aderente alla verità.

Non dimentichiamo inoltre che il processo di crescita di un bambino è molto personale ed è influenzato da moltissimi fattori. Ad esempio un rallentamento della crescita è assolutamente normale e comune nei primi anni dell’età evolutiva. Questo ritardo viene poi generalmente recuperato nella fase puberale.

Le tabelle di crescita e i percentili di riferimento

I dati auxologici dei bambini, cioè quelli relativi alla crescita, vengono raccolti dal pediatra durante le visite periodiche, che vengono effettuate con regolarità. Nei bambini fino a un anno il pediatra valuta peso, lunghezza e circonferenza cranica. Dopo l’anno di vita vengono invece misurati peso e altezza.

I dati vengono riportati sui grafici dei percentili. Questi grafici permettono di verificare se la crescita avviene in modo costante. Se il bambino non cresce in modo regolare il pediatra può sospettare un disturbo dell’accrescimento e di conseguenza approfondire il problema.

Incrociando l’età del bambino con il peso o con l’altezza si ottiene il percentile di riferimento, osservando la curva ottenuta. Il 50° percentile indica la media: se i parametri di peso e altezza si avvicinano a questa curva significa che sono nella media.

Se il bambino si trova al di sopra o al di sotto della media non occorre preoccuparsi: l’importante infatti è che ogni bambino segua la propria curva.

Quando bisogna preoccuparsi?

Le curve di crescita danno un’indicazione valida per la media di altezza e peso. Le oscillazioni sono frequenti e non necessitano di preoccupazioni. Se invece un bambino si trova costantemente sotto il terzo percentile il pediatra potrà ritenere opportuno effettuare indagini approfondite.

Le cause di un ritardo nella crescita possono essere ambientali, ed in particolar modo legate alla nutrizione, ma anche patologiche. Tra le più frequenti c’è la celiachia: questa malattia può essere diagnosticata se associata ad altri sintomi come pallore e carenze vitaminiche. Anche alcune allergie o patologie infiammatorie intestinali croniche possono causare un ritardo nella crescita, così come la carenza dell’ormone della crescita GH.

Quali esami effettuare se si sospetta un ritardo nella crescita

Il pediatra sottopone generalmente i bambini con una crescita inferiore al terzo percentile ad una valutazione dell’età ossea. Questo esame consiste in una radiografia del palmo della mano e del polso sinistri, per valutare l’età anagrafica con la velocità di sviluppo dei nuclei di ossificazione. Qualora emergessero delle problematiche relative ad un’incongruenza tra la statura e l’età ossea, il pediatra prescriverà altri esami.

Attraverso un esame del sangue si diagnosticheranno eventuali squilibri ormonali o malattie a stomaco, intestino, ossa e reni. Le indagini valuteranni in particolare la produzione di ormone della crescita GH. Qualora ci fosse un deficit in tal senso, sarà opportuno che un endocrinologo pediatrico visiti il bambino per valutare un’eventuale terapia.

Claudia Saredi

Mamma di due, appassionata viaggiatrice, sono nata in riva al Lago Maggiore e bergamasca d'adozione. Filosofa per formazione, avida lettrice e amante dei cammini, appena posso mi rifugio nei sentieri di montagna.

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Claudia Saredi

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