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Tarme della lana: come riconoscerle e come debellarle con rimedi naturali

Fino a qualche decennio fa era un problema tipicamente estivo. Oggi, con il riscaldamento domestico, il rischio dura tutto l’anno. Cosa sono esattamente le tarme della lana? Impariamo innanzitutto a riconoscerle. Tarma è il nome generalmente impiegato per indicare alcune specie di lepidotteri appartenenti alla famiglia delle Tineidae. Il vero pericolo è rappresentato dalle larve, molto difficili da riconoscere rispetto alle tarme adulte, a causa delle dimensioni microscopiche (all’incirca dieci millimetri di lunghezza).

Le larve – bianche con la testa marrone – si nutrono sia di fibre animali come seta, lana e pellicce che di fibre vegetali come il cotone, il lino e in genere di sostanze contenenti cheratina (inclusi i capelli umani). Le tarme adulte (le farfalline), invece, non mangiano. I maschi adulti cercano le femmine adulte, le quali, a loro volta, cercano posti dove deporre le uova (tra cui i nostri armadi). Una volta terminata la riproduzione, muoiono. Il ciclo vitale delle tarme è favorito da umidità, temperature elevate e può essere compreso tra i due mesi e i quattro anni.

Come avviene l’infestazione

Sia gli adulti che le larve prediligono i luoghi scarsamente illuminati. Tuttavia, entrano in casa attratti dalla luce, dal calore e, una volta dentro, non si spostano volando, ma correndo o saltellando. Per questo, è consigliabile utilizzare delle zanzariere d’estate e tenere le tende chiuse durante le altre stagioni.

Le tarme amano in particolare i tessuti sporchi e sono attratte dai capi d’abbigliamento, dai tappeti, dagli asciugamani e dai tessuti d’arredamento (cuscini, tende, coperte, ecc.) che contengono sudore umano, macchie di cibo e altri residui liquidi organici, come il sebo. Non di rado basta un singolo capo contaminato affinché le tarme si diffondano in un intero armadio. Prestate soprattutto attenzione ai capi vintage, di seconda mano o di importazione (specie per pelli e pellicce). Anche se nuovi, gli indumenti appena acquistati devono essere lavati prima di essere riposti nell’armadio.

La presenza di tarme adulte all’interno di o dietro cassetti e guardaroba è un indizio dell’avvenuta infestazione insieme a: buchi nei maglioni; abiti polverosi, decolorati o che hanno odore di muffa; ragnatele sui vestiti (le larve, mentre si nutrono, producono antiestetici fili biancastri e rilasciano escrementi rotondi) e negli angoli dell’armadio.

Cosa fare nell’immediato

Innanzitutto, fate circolare spesso aria nel guardaroba (ante e cassetti) e puliteli ad intervalli regolari. Una corretta routine lavaggio-asciugatura-conservazione è lo step successivo per proteggere i vestiti durante l’anno o, ad infestazione avvenuta, per rimuovere le larve e le uova deposte dalle tarme adulte. I vestiti macchiati vanno lavati in base alle indicazioni riportate sull’etichetta o, se possibile, ad alta temperatura (oltre i 50 gradi). Prima di posarli, meglio se all’interno di sacchetti per abiti con cerniera, accertatevi che siano totalmente asciutti: le tarme amano l’umidità. Per la lana andrà bene il lavaggio a secco. Dopo ogni utilizzo, spazzolate accuratamente e fate arieggiare i capi in lana, cachemire, pelliccia o piuma.

Ad ogni cambio di stagione, riporre gli indumenti e le coperte che non si useranno per molto tempo nei sacchetti sottovuoto. Se l’armadio è già stato attaccato, deve essere prima di tutto svuotato. I capi danneggiati vanno inseriti, uno ad uno, nei contenitori di plastica per abiti e lasciati in freezer: le basse temperature distruggeranno le larve. Trascorse 24-48 ore, i vestiti verranno tenuti all’aria aperta per farli asciugare bene e successivamente lavati. L’armadio, invece, dovrà essere pulito in ogni suo angolo: prima con un potente aspirapolvere, poi con acqua e aceto bianco o bicarbonato di sodio.

Rimedi naturali: gli agrumi

Madre Natura offre diverse soluzioni per tenere lontane le larve dai nostri abiti. Al posto della vecchia, cara – ma tossica – naftalina, e di altri antitarme chimici, potrete attingere dal variegato mondo di erbe, spezie, fiori e frutti. È un fai-da-te che non richiede grandi sforzi.

Procuratevi dei sacchetti di garza e di cotone (da chiudere e appendere con un nastro), dei cartoncini assorbenti e cuscinetti per armadi in seta o cotone. Gli ingredienti principali per i sacchetti naturali antitarme sono bucce, fiori, foglie e oli essenziali. Iniziamo con le bucce essiccate di arance e mandarini. Due-tre manciate riempiranno un sacchetto. Le bustine – una o due per ogni cassetto/ripiano, in base all’ampiezza dell’ambiente – devono essere sostituite ogni due settimane.

Anche il cedro è un repellente naturale. È possibile acquistare confezioni di bastoncini o sfere in legno di cedro già pronte per essere inserite in armadio. In alternativa, potrete realizzare dei sacchetti con le bucce essiccate dell’agrume, da appendere tra le grucce e sostituire quando il profumo svanisce.

Erbe aromatiche, fiori e spezie

L’alloro, pianta sempreverde disponibile tutto l’anno, ha un profumo persistente che riesce a tenere le tarme lontane per lungo tempo. Anche in questo caso, possiamo preparare dei sacchetti con le foglie secche e tritate, da sostituire ogni due mesi. Il timo e il rosmarino, anch’esse erbe aromatiche, condividono le medesime proprietà e possono essere usati allo stesso modo. Passiamo alle spezie.

Il nostro sacchetto profumato antitarme conterrà qualche stecca di cannella, spezia dalle note proprietà antibatteriche, alcuni chiodi di garofano del Madagascar, qualche grano di pepe nero e dell’anice stellato. Tra le piante più amate, non solo per le sue proprietà benefiche, ma anche per il profumo ipnotico e rilassante, c’è poi la lavanda, di cui si utilizzano i fiori essiccati.

Gli oli essenziali

Oltre ai sacchetti preparati con fiori, spezie ed erbe essiccati, è possibile utilizzare come antitarme naturali qualche goccia dei loro oli essenziali per impregnare cartoncini e gessetti, cuscini per armadi o più semplicemente dei batuffoli di ovatta da posizionare in vari punti del guardaroba. Tra gli oli essenziali che possono essere impiegati come le sostanze già citate, troviamo anche quelli di patchouli, tea tree e bergamotto.

Ultima, ma non meno importante, la canfora. Quella naturale – da non confondere con la canfora sintetica, tossica soprattutto per bambini e animali – ha un profumo fresco e balsamico effetto vintage. Qualche goccia del suo olio essenziale può essere usata su cuscinetti per armadi, palline di legno poroso, batuffoli di ovatta. O infine diluito in acqua e spruzzato sulla biancheria appena stesa ad asciugare e durante la stiratura.

Maura Corrado

Giornalista freelance con quasi vent’anni di esperienza sulle spalle. Ho iniziato scrivendo per la carta stampata, per poi abbracciare la rivoluzione digitale. Mi occupo di Lifestyle, beauty, moda, attualità, green e sostenibilità.

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