La dieta del metabolismo prevede di ridurre drasticamente l'apporto di carboidrati.
È una nuova strategia dietetica di origine canadese, che sta spopolando negli ultimi anni, suscitando molto furore per i risultati che promette. Si tratta della dieta metabolica, ideata dal Dottor Mauro di Pasquale, medico canadese di origini italiane.
Una delle ragioni del successo di questa dieta è che promette di ottenere ottimi risultati in brevissimo tempo e, secondo i suoi sostenitori, si tratterebbe di una dieta dall’efficacia dimostrata.
La dieta metabolica parte dal presupposto che l’organismo umano utilizzi sia i carboidrati sia i grassi per produrre l’energia necessaria per le proprie funzioni. Lo stile di vita attuale, caratterizzato da un eccessivo consumo di carboidrati, ha spinto l’organismo umano ad utilizzare come fonte energetica prevalentemente questi ultimi. In questo modo si accumulano sempre più molecole di grasso a livello del tessuto adiposo, che aumenta di volume (un’altra dieta che prevede la riduzione dei carboidrati, sostituendoli con le proteine, è la cosiddetta dieta del supermetabolismo) .
Questa dieta ha come obiettivo quello di bloccare la tendenza dell’organismo ad accumulare i grassi, fornendo come fonte energetica principale proprio i grassi stessi e riducendo al minimo i carboidrati. La quota minima di carboidrati è strettamente individuale. In questo modo l’organismo inizierà a ridurre il tessuto adiposo, consentendo il dimagrimento.
Vediamo quali sono le fasi di questa dieta. Gli esperti consigliano di iniziare con un periodo di prova (che corrisponde alla prima fase) per capire qual è la quota di carboidrati ottimale per ciascun individuo. Si tratta di un periodo di quattro settimane, in cui si riducono drasticamente i carboidrati.
Si potranno avere alcuni disturbi come stanchezza, nausea, stitichezza, cefalea. In questa fase i primi dodici giorni corrispondono alla fase di scarico, ossia si assumono pochi carboidrati e molti grassi. Nei successivi due giorni si ha la fase di ricarica e si assumono molti carboidrati.
La seconda fase è caratterizzata da cinque giorni di scarico e da due giorni di ricarica. Nei giorni di scarico si assumono sempre molti grassi (fino al 60% delle calorie giornaliere) e pochi carboidrati (circa 30 g) e in quelli di ricarica molti carboidrati (fino al 55%).
Sebbene questa dieta abbia molti sostenitori, sono numerosi gli esperti che la demonizzano, indicandola come pericolosa se protratta per lungo tempo.
Questo perché l’organismo umano ha necessità di carboidrati, del glucosio in particolare, per sopravvivere. In caso di assenza di carboidrati l’organismo è in grado di produrre delle molecole chiamate corpi chetonici, a partire dal grasso di deposito. Se la produzione di corpi chetonici non avviene in maniera controllata, si possono avere effetti indesiderati, come nausea, vomito, cefalee, crampi, stanchezza.
È consigliabile, quindi, applicare questa dieta (così come le altre diete molto restrittive, ad esempio la dieta Lemme, o la dieta mima-digiuno) dietro parere del proprio medico.
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