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Attività fisica adattata, cos’è ed esercizi

L’attività fisica adattata è un’attività motoria di mantenimento e prevenzione. Lo scopo è quello di acquisire corretti stili di vita.

L’attività fisica adattata

L’attività fisica adattata (in breve Afa) è un’attività motoria, non riabilitativa, ma di mantenimento e prevenzione, finalizzata a facilitare l’acquisizione di corretti stili di vita attraverso un programma di esercizi fisici. Solitamente questa tipologia di attività si svolge in gruppo seguendo protocolli condivisi. L’Afa serve per la prevenzione secondaria e mira a sviluppare le capacità residue di persone con condizioni fisiche limitate (menomazioni, disabilità, handicap e patologie varie). Viene quindi intesa come parte integrante di trattamenti terapeutici sanitari e considerata come facente parte delle cure informali di patologie a carattere degenerativo e invalidante.

L’attività fisica adattata: cos’è

E’ risaputo ormai, grazie anche alle evidenze scientifiche, che l’attività fisica è il farmaco del millennio. Questo perché l’esercizio fisico ha effetti favorevoli sullo stato di salute e sul benessere psicofisico dell’uomo, prevenendo malattie cronico degenerative. Ma serve anche nella gestione di patologie già manifeste: in quei casi agisce sulla riduzione delle complicanze e/o nel rallentamento della loro progressione. L’attività fisica adattata è proprio questo: una sorte di esercizio-terapia, applicato in base al tipo di patologia e alle caratteristiche e capacità del soggetto.

Come si svolge l’Afa

Questa tipologia di allenamento non può essere svolta in autonomia. Bisogna infatti affidarsi al controllo di professionisti delle attività motorie preventive e adattate, vista la sua complessità riguardante le interazioni tra le alterazioni nella risposta all’esercizio fisico e una probabile riduzione delle capacità organiche del soggetto di adattarsi all’allenamento. Spesso l’Afa si svolge in piccoli gruppi di persone.

A chi si rivolge l’Attività fisica adattata

I corsi dell’attività fisica adattata sono rivolti sia alle persone con sindromi dolorose croniche (osteoporosi, artrosi o altre situazioni croniche che determinano limitazioni della mobilità) sia alle persone con esiti stabilizzati di disturbi neuromotori (come per esempio ictus e morbo di Parkinson). Sono inoltre previsti alcuni corsi ed esercizi specifici per le persone anziane a rischio cadute.

A cosa serve

Gli esercizi dell’attività fisica adattata sono finalizzati a modificare lo stile di vita sia per prevenire sia per mitigare una disabilità già presente. Se eseguita con costanza, l’Afa può far recuperare tono ai muscoli, migliorare lo stato delle articolazioni, aumentare la resistenza alla fatica, migliorare la funzione cardiovascolare e respiratoria, la composizione corporea, le funzioni cognitive, ridurre il dolore e quindi migliorare la qualità della vita. Il programma di allenamento non in tutti i casi dà un miglioramento del danno funzionale, ma previene o ritarda sempre il deterioramento fisico e psicologico: un beneficio importantissimo per l’autonomia personale, che influisce sui livelli della qualità di vita della persona.

Il piano di allenamento

La risposta all’attività fisica adattata varia da persona a persona e dipende dalle diverse condizioni di salute. Alcune persone con patologie hanno delle limitazioni delle capacità funzionali, mentre altre risultano sorprendentemente atletiche. Per questo motivo, prima di iniziare un programma di allenamento, il professionista dovrà svolgere una valutazione clinica e motoria. Dopo una prima fase di raccolta dati, relativi ai sintomi e alle capacità funzionali dell’individuo, il professionista dovrà svolgere dei test clinici e motori e una valutazione del problema. Solo alla fine di questi passaggi potrà elaborare un piano terapeutico, che preveda anche un controllo periodico per evidenziare i progressi dati dal trattamento. In caso contrario, il piano di allenamento deve essere modificato. La prescrizione dell’esercizio deve includere gli obiettivi individualizzati sia a breve sia a lungo termine. Gli obiettivi devono essere specifici, realistici e perseguibili. Solo a queste condizioni sarà possibile pianificare un programma di allenamento adeguato.

Gli esercizi: la camminata

Come abbiamo detto, il piano di allenamento dell’attività fisica adattata varia da persona a persona. Irrinunciabile, però, è la camminata. Dai 6 ai 12 minuti di questo esercizio prima di iniziare l’allenamento vero e proprio sono fondamentali. La camminata rappresenta la fase di riscaldamento ed è importante che eseguirla in modo scrupoloso. La durata del riscaldamento è progressiva in 6, 9,12 minuti e prevede di giungere al tempo massimo nella terza settimana. La camminata va eseguita in uno spazio adeguato, che fornisca la giusta sicurezza e sia quindi priva di ostacoli e abbia degli appoggi distribuiti lungo il percorso. Solitamente il percorso prevede una parte di cammino libero, una parte di cammino ad ostacoli (solo se al soggetto è garantito un sicuro punto di appoggio) e una parte di cammino laterale, sempre fornendo un appoggio dal lato sano e facendo attenzione ad alternare gli arti nel gesto di abduzione.

Il mezzo squat

Un’altra importante tipologia di esercizio per l’attività fisica adattata è il mezzo squat. Si eseguono due ripetizioni prima da 5, poi da 8 e infine da 10 e la schiena deve essere appoggiata a un supporto (un muro o, nel caso in cui si svolga l’esercizio in palestra, alla spalliera). Questo esercizio serve per aumentare l’equilibrio in statica e per una miglior distribuzione del carico. Bisogna scivolare lentamente verso il basso fino a formare un angolo di 90° tra gambe e cosce, mantenendo la schiena appoggiata alla parete. La persona che esegue l’esercizio dovrà sembrare seduta su una sedia ‘invisibile’. Le ginocchia devono essere allineate alle caviglie e non devono quindi sporgere in avanti.

Altri esercizi

Un piano di allenamento dell’attività fisica adattata può prevedere molti altri esercizi. Alcuni professionisti, per aumentare l’equilibrio statico, fanno eseguire esercizi di circonduzione del bacino mantenendo le ginocchia semiflesse. Altri, per la mobilizzazione dell’articolazione dell’anca e l’allungamento muscolare, chiedono l’esecuzione movimenti dell’anca in abduzione, flesso-estensione ed extrarotazione mantenendo le mani appoggiate alla spalliera. Per la mobilizzazione degli arti inferiori, invece, un buon movimento è quello alternato dei due ginocchi: simulando di salire le scale, infatti, si aumenta la flessione dell’anca e del ginocchio. Se si vogliono allungare i muscoli paravertebrali, un esercizio ad hoc si esegue sulla panca: seduti su una panca ad un’altezza di 45 centimetri, si parte con il busto dritto, le mani incrociate e le braccia in avanti a 90° dal busto; si va poi a toccare per terra strisciando lungo la gamba sinistra e poi la destra. Infine, si conclude l’allenamento con un’altra camminata a ostacoli.

Francesca Ceriani

Laureata in Lettere Moderne, giornalista dal 2015. Amo viaggiare, scoprire nuovi mondi, entrare in contatto con culture sconosciute. Leggere è la mia evasione. La scrittura e la cucina sono le mie passioni.

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Francesca Ceriani

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