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Ashtanga yoga: sequenza corretta delle serie

L’Ashtanga yoga prevede una combinazione di esercizi di respirazione, asana e posture da eseguire in serie e in sequenza

Ashtanga yoga: significato

Che lo yoga produca enormi benefici sul nostro organismo è cosa nota. Esistono diversi tipi di yoga e, tra questi, rientra l’Ashtanga. Questo stile comprende una serie di sequenze i cui movimenti fluiscono in modo naturale. Letteralmente, la parola ‘Ashtanga’ significa ‘otto passi’. Questo numero si riferisce ad 8 rami dello yoga: Yama, Niyama, Asana, Pranayama, Pratyahara, Dharana, Dhyana e Samadhi. Questo stile di yoga è estremamente dinamico e impegnativo e prevede una combinazione di esercizi di respirazione, asana e posture da eseguire in serie e in sequenza.

Ashatanga yoga: le origini

L’Ashtanga yoga, chiamato anche Ashtanga Vinyasa yoga, è una delle forme più amate al mondo. Fu fatto conoscere al mondo da due grandi insegnanti: Tirumali Krishnamacharya e Sri Pattabhi Jois. Lo stile venne infatti sviluppato a strutturato dal guru Krishnamacharya: nel 1924 aprì la prima scuola in India. Pattabhi Jois fu suo allievo e prese poi il suo posto come insegnante quando questo si ritirò. Come detto, il termine ‘Ashtanga’ fa riferimento agli 8 rami dello yoga. Yama è l’azione che si svolge verso gli altri; Niyama è l’azione che si svolge verso se stessi; Asana è la postura che si esegue; Pranayama è il controllo del respiro; Pratyahara è il digiuno dei sensi; Dharana è la concentranzione che serve durante lo svolgimento degli esercizi; Dhyana è la meditazione; e infine, Samadhi è l’autocoscienza.

I benefici dell’Ashtanga yoga

L’Ashtanga yoga è un percorso fisico e mentale, che consente di migliorare la propria vita sotto diversi aspetti. I suoi benefici, infatti, sono diversi. Nell’Ashtanga si lavora nel rispetto della scioltezza della schiena, dell’elasticità dei muscoli e tendini, e si lavora sulla capacità di ascolto del corpo. Ne beneficiano anche gli organi interni: la pratica, infatti, influisce sulla regolazione delle ghiandole endocrine e sul sistema nervoso. In generale, questa tipologia di yoga ristabilisce il respiro naturale e gli equilibri del corpo, migliora la circolazione del sangue e agisce sul sistema digestivo. Le asana permettono di rafforzare le articolazioni e la colonna vertebrale, oltre a tonificare i muscoli. Inoltre, serve a combattere lo stress cronico, il mal di schiena, l’ansia, la depressione e i dolori al collo, oltre ad aumentare la concentrazione. Grazie a questa disciplina, che garantisce un benessere psico-fisico, vi sentirete in pace e più connessi al mondo circostante.

L’Ashtanga yoga e il respiro

La respirazione è fondamentale nella pratica dell’Ashtanga yoga perché collega ogni posizione con la seguente in un ordine preciso. Il vinyasa, ovvero il movimento sincronizzato con il respiro, serve a creare un flusso armonico di respiro e movimento. Grazie alla respirazione, il praticante riesce a distogliere la mente dai pensieri, concentrandosi totalmente sull’esecuzione e raggiungendo un alto livello di consapevolezza. La sincronizzazione di movimenti e respiro, inoltre, serve a generare un intenso calore corporeo, che scioglie i muscoli e purifica gli organi interni grazie agli ormoni liberati. Il vinyasa ristabilisce il respiro naturale e garantisce una perfetta circolazione del sangue.

L’Ashtanga yoga e lo sguardo

Molto importante, nella pratica dell’Ashtanga yoga, è l’uso dei drsti. Questa parola significa ‘fissare lo sguardo’. Durante l’esecuzione degli asana, infatti, è fondamentale fissare lo sguardo in un punto preciso, in base alla posizione assunta; questo permette di incanalare la forza vitale verso l’interno, senza disperdere energia. I punti da fissare durante la pratica più utilizzati sono l’ombelico, la punta del naso, ma anche le mani, i piedi e il cosiddetto ‘terzo occhio’.

L’Ashtanga yoga e le contrazioni

Infine, nell’Ashtanga yoga, si dà molta importanza ai ‘bandha’, ovvero alle contrazioni. Si tratta di contrazioni fisiche volontarie che coinvolgono determinati gruppi di muscoli e che devono essere tenuti attivi durante tutta la pratica. Lo scopo di questi ‘blocchi’ è quello di utilizzare al meglio l’energia vitale: l’attivazione dei muscoli corretti, infatti, consente di canalizzare l’energia verso l’interno. Solitamente i due gruppi di muscoli attivati sono quelli del pavimento pelvico e quelli addominali.

La pratica

L’Ashtanga yoga si basa su 6 serie di sequenze in cui le asana rispettano un ordine preciso. La prima sequenza è quella più semplice. Mano a mano che si migliora e si venta esperti si sale di livello e quindi cambia anche la serie. Le serie sono: prima serie, seconda serie, serie avanzata A, serie avanzata B, serie avanzata C e serie avanzata D. tutte le serie hanno in comune la respirazione sincronizzata con il movimento del corpo, di fondamentale importanza perché collega tra di loro le posizioni, e l’uso corretto dei drsti e dei bandha.

Le prime due serie

La prima serie di Ashtanga yoga si chiama Yoga Chikitsa (ovvero ‘yoga terapia’) e include ben 75 asana. Per completare la serie sono necessarie circa due ore. Si inizia con due sequenze, che prendono il nome di Surya Namaskara A e B (saluti al sole); poi si procede con posizioni in piedi, sedute, piegamenti all’indietro, asane invertite e si conclude con il rilassamento finale in Savasana, la posizione del cadavere. La prima serie serve principalmente per riequilibrare il corpo, dopo anni di posture errate e vita sedentaria. La seconda serie, invece, è chiamata Nadi Shodhana (‘pulizia dei canali’) e lavora più in profondità. Serve infatti per ripulire e fortificare i canali dove scorre l’energia vitale. I praticanti imparano questa serie solo dopo aver praticato perfettamente la prima. La seconda serie si compone si compone sostanzialmente di sequenze e posture molto simili alla prima, ma con un livello di complessità superiore.

Le serie avanzate

Le serie avanzate richiedono grande forza e flessibilità. Si può passare a praticare le serie avanzate solo dopo aver imparato alla perfezione le prime due serie, dopo diversi anni di pratica. Possono quindi essere svolte solo da praticanti esperti, altrimenti si rischia di farsi male. In generale, è consigliabile praticare l’Ashtanga yoga seguendo dei corsi, in modo tale che il maestro possa insegnare al meglio tutte le sequenze e le tecniche, correggendo eventuali errori e soprattutto prevenendo infortuni, che potrebbero verificarsi soprattutto nel primo periodo della pratica, quando si è ancora inesperti.

Francesca Ceriani

Laureata in Lettere Moderne, giornalista dal 2015. Amo viaggiare, scoprire nuovi mondi, entrare in contatto con culture sconosciute. Leggere è la mia evasione. La scrittura e la cucina sono le mie passioni.

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Francesca Ceriani

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