Andrew Scott, Hugh O'Conor e Amy Huberman
Nelle sale cinematografiche italiane sta per arrivare direttamente dall’Irlanda una nuova pellicola che segue il fortunato filone degli addii al celibato e nubilato, ovviamente dai risvolti imprevisti e imprevedibili. Il28 agosto arriva The Stag-Se sopravvivo mi sposo, il lungometraggio-debutto di John Butler campione d’incassi ai botteghini irlandesi e apprezzato al Torino Film Festival. Distribuito da Academy Two, il film racconta la convivenza, breve ma intensa, di un gruppo di amici per l’addio al celibato di uno di loro, timido e poco incline a esperienze del genere. A rendere il tutto più scoppiettante sarà la presenza del fratello della sposa, detto “The Machine”. E allora le cose andranno diversamente da come se le aspettavano… I protagonisti del film sono Andrew Scott, Brian Gleeson, Hugh O’Conor, Michael Legge, Peter McDonald, Amy Huberman, Amy De Bhrún, Marcella Plunkett, Andrew Bennett, Justine Mitchell, Amy Stephenson.
[dup_immagine align=”alignright” id=”128571″]Fionnan è a due passi dal matrimonio e per lui l’amico Davin decide di organizzare il classico addio al celibato in mezzo alla natura con una bella escursione sulle montagne irlandesi. Ma la futura sposa vuole che nel gruppo ci sia anche suo fratello, detto “The Machine”, insopportabile e non troppo simpatico agli altri.
E così si parte, alla conquista della natura incontaminata e con tutta l’intenzione di trascorrere giornate di relax, ricordando i tempi andati, bevendo un po’ e poi tutti a nanna. Non la pensa così “The Machine” che, inutile dirlo, sovvertirà ogni schema, manderà all’aria i piani per un “normale” addio al celibato, provocherà dissidi e scontri ma alla fine, come in ogni commedia che si rispetti, sarà proprio lui a salvare il lieto fine.
Ben collaudato e cinematograficamente riuscito il gruppo di attori e dei personaggi che interpretano: il timido Fionnan, che eviterebbe tranquillamente il ‘suo’ addio al celibato; i due migliori amici storici, uno reduce da un fallimento sentimentale e l’altro in crisi monetaria; il fratello minore gay e il suo compagno; infine il futuro cognato, vera e propria mina vagante.
Sarà proprio lui a trasformare una normalissima escursione invernale tra i boschi irlandesi in un due giorni “pericolosi”, con colpi di scena inaspettati. Il tutto senza volgarità ma con il tipico umorismo britannico e, soprattutto, continui riferimenti alla cultura irlandese, musiche degli U2 comprese. Senza alcun eccesso, ma riuscendo comunque a catturare l’attenzione e la curiosità degli spettatori.
Il filone è quello già visto in altre pellicole, più o meno fortunate, ma la particolarità del film di John Butler sta nel messaggio polemico che si legge tra le battute. In maniera leggera, quasi casuale (dove la casualità è ovviamente voluta) The Stag-Se sopravvivo mi sposo diventa la metafora di come l’Unione europea e l’Euro abbiano “simbolicamente evirato” i Paesi più deboli dal punto di via economico. Rivelatrice, in tal senso, la fase finale del film ripresa proprio da Bono degli U2: “Siamo uniti, ma non siamo uguali (…) dobbiamo farci carico l’uno dell’altro”.
Insomma, attori bravi e affiatati tra loro, bellissimi paesaggi, buoni sentimenti, messaggio quanto mai attuale, ci sono tutti gli ingredienti perché The Stag sia un successo anche in Italia.
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