Sei stanco e stressato? Ora ti pagano lo stesso | Cambia la regola sul LAVORO, richiedi subito l’assenza retribuita

Stress da lavoro (Pexels) - unadonna.it
Al contrario di quanto si pensa esistono dei metodi che consentono di non lavorare per via dello stress senza rinunciare allo stipendio
I ritmi lavorativi della società moderna sono senz’ombra di dubbio molto più ardui del passato. Ormai la vita quotidiana è incentrata quasi esclusivamente sul lavoro, il che alla lunga logora e non poco le persone.
Se ciò si aggiunge che in Italia i guadagni in molti casi non sono commisurati alla fatica e ai sacrifici che si fanno, allora il quadro diventa ancor più drammatico. Ne consegue infatti che in alcuni periodi molti lavoratori siano veramente provati oltre che frustrati.
Tutto ciò genera uno stress che alle volte è difficile da placare. Fortunatamente esistono le ferie che aiutano a ricaricare le batterie e a staccare dal lavoro seppur per poco tempo. Per questo in tanti si stanno informando sulla possibilità di poter mettere da parte la fatica per un periodo un po’ più lungo.
Messa in questi termini sembra qualcosa di utopistico, ma in realtà stando a quanto riportato da madonielive.it esistono dei metodi che consentono di non lavorare quando lo stress prende il sopravvento.
Rimanere a casa ed essere pagati: quando si può
Ovviamente l’obiettivo è quello di ricevere comunque il compenso economico mensile, ma come è facile intuire questo discorso riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti. Andando nel dettaglio ciò è fattibile grazie al comporto.
Si può ricorrere a questo diritto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro in svariate situazioni, tra cui quella in cui lo stress da lavoro diventi cronico. In questo specifico frangente è necessario sottoporsi ad una visita medica per poter richiedere il periodo di malattia retribuito. Il passaggio tassativo è quello di presentare il certificato medico rilasciato dal medico curante e trasmesso all’INPS.

Le varie sfaccettature del comparto lavoro
Nel nostro paese la fase di comporto dura solitamente 180 giorni, ma può essere prolungata fino a un anno. Alcuni contratti lavorativi questo strumento può essere applicato per ben 548 giorni, ma solo a patto che il lavoratore che lo richiede abbia almeno 6 anni anzianità di servizio.
Chi lavora nel settore pubblico può richiedere 18 mesi iniziali più 18 ulteriori 18 mesi presentando un’adeguata documentazione medica di supporto. Tra le alternative c’è anche la richiesta di aspettativa che ha una durata di 3 o 6 mesi, ma in quel caso lo stipendio viene congelato. Le possibilità quindi non mancano e vanno valutate meticolosamente in base alle proprie esigenze.