La primavera è piovosa? Niente paura è l’occasione per l’umbrella-style!
Non saranno certo due gocce di pioggia a frenare noi fashion-hungry! E se l'ombrello tornasse ad essere oggetto di stile?
La primavera è arrivata, finalmente. Vero, ma per adesso sembra sia successo solo sul calendario, dal momento che, come in uno strano gioco di ruolo, l’inverno sembra non avere nessuna intenzione di ritirarsi “in letargo” e si stia tenacemente spintonando con la primavera deciso a rimanere fra noi. Pioggia a catinelle, quindi. Lo sapevano anche i saggi: marzo pazzerello e aprile non ti scoprire… Ma possono essere due gocce di pioggia a togliere la nostra voglia di uscire, muoverci ed incontrare novità? E se la pioggia fosse una occasione per superare noi stesse e dimostrare il nostro stile anche in occasione “estreme”? Perché no: ecco quindi un’idea. Riesumiamo l’ombrello e lanciamo l’umbrella-style…
Anche i classici praticavano l’umbrella-style!
Siamo ormai abituati a considerare l’ombrello come un “male necessario“, un oggetto di basso interesse, anzi forse un po’ fastidioso, da nascondere per quanto possibile ed utilizzare proprio quando è strettamente necessario. Eppure la sua storia affonda nella notte dei tempi e in molte culture anche tra loro molto diverse e distribuite nel mondo, l’ombrello ha occupato ed occupa un posto rilevante anche dal punto di vista dello stile e della tradizione. Il suo stesso nome, che deriva da “ombra”, suggerisce che sia nato probabilmente per riparare dai raggi del sole e solo successivamente abbia assunto la attuale comune funzione di “parapioggia”. La sua origine si situa molto probabilmente in Oriente dove la sua presenza è accertata fin da epoche molto precedenti alla nascita di Cristo, prevalentemente legata al culto dell’Imperatore. Dell’ombrello si trovano tracce nell’antico Egitto, in Grecia ed a Roma. Nel settecento era addirittura considerato uno status-symbol, appannaggio solo dei ricchi e portato dai servitori quasi come un emblema di potere. Non mancano culture, come quelle del Nord Europa, in cui l’ombrello è considerato un oggetto usato solo da personaggi un po’ eccentrici che temono insulsamente quattro gocce di pioggia. In Olanda tutti si bagnano allegramente… certo è che paese che vai usanza che trovi…
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“Tandem”, “Senz”, “Air Umbrella”: le incredibili idee per ripararsi dalla pioggia.
E se invece l’ombrello fosse un vero oggetto di stile? Non siamo i primi a pensarci. Anzi, pullulano le idee interessanti ed originali e provenienti da ogni parte del mondo? Qualche esempio? Eccolo…
[dup_immagine align=”alignleft” id=”9107″]Iniziamo dal classico: per dissociarsi dalla logica del total-consumable, basta fare un salto in un negozio di oggettistica e cercare i modelli di qualcuna delle grandi marche italiane che offrono una gamma di modelli molto ampia: Guidetti, Lanzetti, Marchesato, ma anche Venturi e Sergio Tacchini hanno offerte di tutte di qualità che vanno dai 40 ai quasi 400 euro. Ma se siamo in vena di stupire ecco alcune proposte creative assolutamente cool: si va dall’ombrello Senz progettato con forma aerodinamica per cui insensibile alle raffiche di vento – parola d’ordine: “mi piego ma non mi spezzo” – al Tandem, ombrello biposto che impazza in Inghilterra specialmente a San valentino. Interessantissimo è Polite, l’ombrello intelligente progettato dal designer coreano-americano Joo Youn Paek: la sua ala si accorcia e si restinge all’occasione, facilitando i passaggi più “stretti” in mezzo agli altri ombrelli; invece gli Umbrella Bag di Seung Hee Son si trasformano all’occorrenza in una borsa evitando così il tipico “sgocciolamento da ombrello appena chiuso” così fastidioso. [dup_immagine align=”alignright” id=”9104″]Non mancano ombrelli dalla foggia curiosa, ispirata ad elementi naturali o con soluzioni tecniche-stilistiche che stupiscono, come Cloud di SqidLondon che cambia colore a contatto con l’acqua o LightDrops di Sang-Kyun Park che arriva addirittura a trasformare l’energia cinetica della pioggia sul suo telo in impulsi elettrici in grado di illuminare l’ombrello stesso. L’ultima frontiera della ricerca è poi l’Airblow 2050 di James Dyson che è un incredibile ombrello senza ombrello, in cui la pioggia è respinta da un cuscinetto di aria soffiato verso l’alto da un tubo di plastica cavo internamente. Chi non ricorda le immortali sequenze con l’ombrello di Gene Kelly in Singing in the rain? E’ la riprova che questo oggetto può essere raffinato, elegante e da utilizzare come distintivo della propria personalità. E’ quindi ora di riestrarlo dal cilindro. E sarà un’altra occasione per usare la nostra creatività.[dup_immagine align=”aligncenter” id=”9103″]