Il rapporto tra Monsieur Dior e la natura, sia reale che riprodotta dai pittori impressionisti, è stato alla base delle creazioni della maison, e oggi la Francia lo celebra con una mostra e un catalogo: Impressions Dior. La mostra inaugurerà il 4 maggio a Granville, in quella che un tempo fu la casa del grande couturier e trasformata oggi nel Musée Christian Dior.
Il tema delle forme della natura, dei fiori, e della pittura en plein air, tanto cara ai pittori impressionisti, è probabilmente diventato così importante per Christian Dior proprio per la sua infanzia, passata in questa casa immersa nella natura. Si può dire quindi che Granville è stato il punto di partenza della sua visione artistica.
Nel 1947 Monsieur Dior creò la collezione Corolle, da cui nacque il concetto di New Look, dove l’idea della donna-fiore veniva declinato e tradotto in abiti: questo rivoluzionario design vestiva le donne con gonne ampie e avvitate, ispirate alle corolle e ai gambi dei fiori, per esaltare il corpo e le forme delle donne, e dove si voleva in qualche modo dare un taglio netto con gli anni della seconda guerra mondiale. Partendo da questo concetto e da queste linee, Christian Dior, ma anche i suoi successori, ha saputo arricchirle con dettagli presi direttamente dalla moda di fine Ottocento, come i volumi e le balze degli abiti in crinolina del famose Le déjeuner sur l’herbe del maestro Claude Monet.
La mostra Impressions Dior ripercorre così i grandi successi della carriera artistica del couturier francese, raccogliendo più di settanta dei più famosi abiti firmati Christian Dior e ispirati dal tema della natura, accompagnati da alcune delle opere d’arte più note di Degas, Renoir, Seurat, Bracquemond e molti altri artisti del movimento Impressionista.
Come per Monsieur Dior, anche per gli altri direttori artistici (Bohan, Galliano e Simons) che dopo di lui hanno portato avanti maison Dior, questa ispirazione è stata illuminate, creando ad un legame inscindibile tra Haute Couture e la pittura di fine ‘800, che ha dato vita ad abiti incredibilmente romantici ed eleganti.
La mostra sarà visitabile fino al 22 settembre, e per chi non ne avesse la possibilità Rizzoli ha pubblicato il catalogo, che analizza il periodo in cui vissero i grandi impressionisti, attravero i testi di Farid Chenoune, Philippe Thiébaut, Brigitte Richart e Vincent Leret, accompagnati dall’importante contributo di Florence Muller, curatrice della mostra.
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