Ha fatto la storia dell’Italia: ora è cinese | Addio al marchio che ci ha cresciuti, migliaia di lavoratori per strada
Tempio cinese - (Pixabay) - unadonna.it
Un cambiamento epocale ha sconvolto le abitudini dei consumatori italiani. Ecco quale grande brand del caffè è emigrato oltreconfine
Il made in Italy è da sempre molto appetibile all’estero. I nostri prodotti e le nostre tradizioni riescono ad attirare quasi in automatico gli stranieri. Ciò chiaramente si traduce anche nell’ambito degli affari.
Basta pensare che in tanti paesi sparsi in giro per il mondo ci sono ristoranti e bar che offrono leccornie nostrane. Spesso e volentieri sono gestiti da autoctoni e non dai nostri connazionali, il che la dice lunga su come questo trend non passi mai di moda.
Il concetto però va ampliato visto che per forza di cose anche le aziende del Bel Paese suscitano un interesse importante. Purtroppo però in questa fase complice anche la fase per niente rosea dell’economia nazionale molti nostri marchi stanno passando in mani estere.
Basta pensare che la Peroni è stata acquisita dal gruppo giapponese Asahi Breweries. Questo però è solo uno dei molteplici esempi. Soprattutto nell’ultima decade questo genere di “affari” stanno diventando praticamente normali.
I dettagli del passaggio di consegne
Su questa scia anche un’importante ditta che produce caffè ha conosciuto un destino simile. Come riporta madonielive.it la Bialetti, dopo le difficoltà economiche degli ultimi anni è finita sotto il controllo del fondo Nuo Capital, legato al magnate di Hong Kong Stephen Cheng e alla holding Exor della famiglia Agnelli.
L’operazione del valore totale di poco più di 50 milioni di euro prevede anche l’acquisto della maggioranza delle azioni e l’immissione di nuovi capitali per ridurre un debito di oltre 80 milioni di euro. Dunque si conclude così un’era per la ditta celebre per la sua Moka Express con la forma ottagonale entrata nei musei di design di tutto il mondo.

Il nuovo caffè sarà “cinese”
La nuova proprietà orientale è pronta al rilancio con nuovi investimenti. Sono però tante le incognite, in primis sulla produzione e i posti di lavoro in Italia. L’auspicio è che questa nuova vena orientale non vada ad offuscare l’essenza e le radici italiche del marchio.
La Bialetti d’altronde ha una storia centenaria intrisa di passione e tradizione. Fondata nel 1919 da Alfonso Bialetti nel corso del tempo è stata tramandata alle generazioni successive per poi essere inglobata da altre società. Finora si era sempre mantenuta nel Bel Paese e ciò ha fatto sì che non si snaturasse. Stavolta sarà diverso e per questo in tanti sono alla finestra in attesa di capire che piega prenderà questa nuova storia.
