Giovani e Bullismo: un problema da affrontare in fretta
Un fenomeno antico eppure in qualche modo "nuovo" nella società social e mediatica di oggi. Un fenomeno che ha origini profonde nel quale non solo la vittima lancia una richiesta di aiuto.
Si tratta di un tema complesso e delicato, tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache dopo gli ultimi e noti fatti di Pordenone, città “svegliatasi” dalla sua tranquilla esistenza lontano dai riflettori dopo che una dodicenne si è lanciata dalla finestra per non dover “tornare in classe”. Parlare di bullismo e farlo con leggerezza e scarsa cognizione di causa sarebbe un errore che non è il caso di commettere: per questo non entreremo nei dettagli – peraltro ampiamente e forse anche eccessivamente sviscerati dalla cronaca – di quanto accaduto, ma prenderemo spunto dai fatti per sviluppare una piccola riflessione sul tema, consapevoli di trattare un argomento che merita riflessioni molto più profonde. Lo facciamo perché qualunque forma di violenza o sopruso deve essere non solo oggetto di ferma e incondizionata condanna, ma anche motivo di dibattito. Un dibattito volto a verificare i presupposti della violenza in modo da prevenirla, limitarne la diffusione ed aiutare concretamente chi ne subisce gli effetti.
Sistematico, volontario, reiterato
Che cos’è il bullismo? Il termine ha origine anglosassone e deriva dal verbo “to bull”, che letteralmente ha il significato di “intimorire, usare prepotenza”. Il comportamento che si trasforma in bullismo si configura infatti come una forma di oppressione fisica o mentale – ed è bene tenere presente questa seconda accezione – che viene praticato in presenza di una disparità di forze – ovvero fra un soggetto “forte” ed un “debole” – in forma volontaria, non casuale e reiterata. Si tratta di una problematica che tipicamente si manifesta nell’ambiente scolastico ed è ovviamente anche per questo che si tratta di un tema estremamente delicato: le sue conseguenze – se non direttamente “fisiche” ma certamente psicologiche – sono spesso assai pesanti per le vittime, amplificate se possibile dall’età che già di per sé è estremamente ricettiva. Si va dalla semplice paura al senso di insicurezza ed inadeguatezza, che possono trasformarsi evidentemente in difficoltà relazionali, perdita di autostima, devianze sociali e, nei casi più gravi, portare a gravi forme depressive. Insomma un problema serio che ha radici profonde e ramificate: è indubbio infatti che sul “rischio” che si manifestino fenomeni di bullismo influiscono le relazioni familiari, difficoltà e vissuto personali, il contesto sociale, il livello culturale ed educativo e tutta una serie di elementi sia concreti sia assolutamente “intangibili” e difficili da intercettare.
Bullismo e Cyberbullismo
Sarebbe sbagliato affermare che il bullismo sia un prodotto della società moderna. Certo, ciò in parte è vero, dato che il degrado degli ambienti scolastici e la perdita di autorità che molti di essi hanno subito negli ultimi decenni ha forse acuito il problema. Ma la soverchia del forte rispetto al debole è vecchia come il mondo e non si può negare che, seppure in forme diverse, sia sempre esistita. Piuttosto, quello che la modernità ha fatto è stato modificare l’ambiente moltiplicando le possibilità di esercitare la pressione psicologica. La diffusione capillare dei gruppi, dei social e dei “nuovi canali” rende più facile e devastante il sopruso – tanto da portare al conio del termine “cyberbullismo” – ed ancora più complesso il suo controllo e la sua prevenzione. Comunque lo si guardi, il fenomeno sembra comunque proporre almeno una lettura comune: se la vittima subisce un danno evidente, anche il “bullo” con il suo comportamento lancia un segnale di disagio che occorre leggere correttamente, perché è intercettando quel disagio che il fenomeno si può contenere. L’educazione, quella vera, sembra essere la vera e propria unica “cura” del fenomeno. E forse è proprio l’emergenza educativa che vive la nostra società ad essere la preoccupazione più grande che grava sul futuro delle giovani generazioni.