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Come ritrovare la voglia di lavorare

La quarantena e lo smart working hanno appiattito le nostre vite. Siamo sempre in casa, chiusi nelle nostre quattro mura e abbiamo imparato a lavorare con il rumore dei figli in sottofondo, il suono della lavatrice che ha finito il suo ciclo di lavaggio e l’odore del pranzo pronto.

Per alcuni questo nuovo stile di vita è diventato una buona e sana abitudine. Ci siamo abituati a stare in casa, da soli, a concentrarci sul lavoro in tuta facendo anche il resto delle cose. Non dobbiamo più correre per accompagnare i figli a scuola e arrivare in tempo alla riunione in ufficio. Abbiamo imparato a cambiare la nostra vita.

Prima poi però torneremo a quella che era la nostra esistenza prima del covid, ed ecco che dobbiamo trovare e ritrovare la forza di mettere i tacchi e il trucco per andare in ufficio.

Voglia di lavorare

Non che sia mancata in questo anno, però il tempo del lavoro è cambiato, così come è cambiata la modalità di lavorare. Per molti il pensiero di tornare in ufficio sembra essere un trauma. Il lavoro da casa si svolge con tempistiche diverse, spesso si lavora anche di più ma il tempo è più dilatato. Ed ecco che l’idea di tornare in ufficio può metterci un po’ d’ansia.

Voglia di lavorare: punta sulla novità

Se l’idea di tornare a lavorare in ufficio non ti entusiasma cerca di puntare alla novità. Prova a non vedere il ritorno nel tuo vecchio ufficio come qualcosa di monotono, come qualcosa di ormai lontano da te. Pensa invece ad un modo che possa rendere allegro anche il contatto con i tuoi colleghi che non vedi da un po’ e prova a puntare su un nuovo modo  di lavorare anche in ufficio.

Voglia di lavorare: uno sguardo verso se stessi

Al netto del lievito che non si trova e delle palestre chiuse, è possibile che tutti, o quasi, abbiamo messo su qualche chilo di troppo in questi lunghi mesi di vita sedentaria. Magari guardandoti allo specchio non ti piaci e l’idea di tornare in ufficio e confrontarti con i tuoi colleghi non ti rende felice. Punta su di te. Risolvi il problema sul nascere e inizia a fare un po’ di attività fisica anche a casa così da smaltire qualche chilo di troppo. Una volta tornata nel tuo peso-forma, non ti sentirai più in imbarazzo agli occhi degli altri e anche la voglia di lavorare tornerà.

Fai finta di essere il tuo capo

Se proprio non riesci a trovare le motivazioni giuste per tornare a lavorare pensa di essere il tuo capo. Non pensare al fatto di dover dare spiegazioni, di dover rendere conto come facevi una volta. Pensa invece che tu sei il tuo capo, che sei tu a decidere il tuo tempo. Anche durante lo smart working hai dovuto rendere conto al tuo capo ma, ha dettato tu i tempi e i momenti della pausa caffè. Rientri a lavoro e la tua pausa caffè sarà dettata da una bollatrice anonima che non tiene conto delle tue esigenze. Ecco allora che diventa importante cambiare punto di vista. Imponiti dei tempi e pensa, immagina, che ad essere il capo sei tu. Certo non puoi fare come ti pare, devi sempre avere a che fare con i tuoi superiori però cerca di diventare, almeno nella tua testa, il tuo capo. Datti dei tempi serrati e degli obiettivi che possano stimolarti. In questo modo potrai trovare la voglia di lavorare anche in un momento di particolare crisi.

La vita privata

Spesso si vivono momenti di apatia e di depressione che non ci danno la giusta spinta per fare le cose, come per esempio, andare a lavorare. Un lutto, una relazione finita male, il tradimento da parte di una persona cara, sono tutte cose che possono bloccarci. Non esiste solo il covid, è ovvio che nell’ultimo anno è diventato una parte importante della nostra vita, è vero che ha stravolto ogni aspetto di quello che credevamo normalità ma, l’esistenza di ognuno è fatta di tante cose, piccole e grandi. Ed ecco quindi che la vita privata, le cose non belle che possiamo trovare sul nostro cammino, si ripercuotono anche sul lavoro. Non tutti in questo periodo hanno imparato a lavorare da casa, ci sono persone che al contrario sono sempre andare in ufficio con le dovute precauzioni ma che, ad un certo punto, hanno sentito la necessità di staccare la spina. Per ovvi motivi non tutti possono permettersi di licenziarsi e aspettare di ritrovare la serenità prima di iniziare un nuovo lavoro ma, anche in questi casi, è importante trovare una motivazione, anche originale, che possa farci alzare la mattina.

Fai piccole cose

Se proprio non riesci ad ottenere un periodo di ferie o se dopo settimane di lavoro domestico devi rientrare a lavoro e non ne hai proprio voglia, procedi a piccoli passi. Inizia a fare le cose poco per volta, vedrai che tutto il resto verrà da sé. Magari, prima dello stop forzato, eri una stacanovista, magari eri sempre la prima ad arrivare in ufficio e l’ultima ad andare via, era piena di idee e di progetti. Ricordati che non devi rendere conto a nessuno tranne che a te stessa. Inizia piano piano e cerca di riuscire a rimetterti in carreggiata. Inizia con un progetto alla volta. Le otto ore di lavoro magari ti sembreranno lunghe ma finiranno come sono sempre finite devi solo trovare il modo più adatto a te per ritrovare il sorriso.

Non rendere conto a nessuno

Sappi che quello che provi capita a tutti. Non devi sentirti in colpa, è un momento e come tutti i momenti passerà. Cerca di capire cos’è che non ti rende felice e che non ti fa andare a lavoro tranquilla. Prova a trovare un nuovo modo di vedere la tua vita e il tuo ruolo all’interno dell’ufficio e, se puoi, prova a chiedere un trasferimento. Magari cambiare colleghi o semplicemente orari ti renderà la vita diversa, cambierai qualcosa e magari sarà quel piccolo cambiamento a renderti più felice.       

Silvestra Sorbera

Silvestra Sorbera, classe 1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice di racconti e romanzi. Collabora con i giornali online Gocce di spettacolo, Yomamma, Italiapost e Unadonna. Ha pubblicato nel 2009 “La prima indagine del Commissario Livia” e a maggio del 2016 la seconda indagine dal titolo “I fiori rubati” con la casa editrice LazyBOOK e la terza indagine dal titolo "Castelli di sabbia". Nel 2013 ha realizzato la favola per bambini “Simone e la rana”, e il saggio letterario - cinematografico “La forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction”. Nel 2014 pubblica con la casa editrice LazyBOOK i racconti“Vita da sfollati” e a seguire “Sicilia” e “La guerra di Piera” e a dicembre 2016 il romanzo autobiografico “Diario per mio figlio”. A giugno 2016 con la casa editrice PortoSeguo il romanzo “Sono qui per l'amore”. Nel 2017 pubblica il racconto lungo new adult “Un amore tra gli scogli” e la favola “Simone e la rana. Viaggio nel castello stregato”.

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