Vado a vivere in campagna

Riflessione semi seria, un po’ critica e di parte su una scelta sempre più diffusa

18/04/2013

Quella della migrazione dalla città alla campagna è una strada seguita da sempre più persone e non solo nel nostro paese; le città sono caotiche, inquinate, il traffico è insostenibile, i rapporti con i vicini inesistenti, insomma di motivi per decidere di andarsene via dalla città ce ne sono parecchi e sicuramente chiunque legge queste righe ne avrà da aggiungere. La campagna viene vista come l’isola felice dove vivere e  crescere i propri figli a contatto con la natura, lontani dallo smog e da una vita frenetica sempre meno a misura d’uomo. Ma siamo sicuri che sia proprio tutto come ce lo immaginiamo? Analizzando le cose con calma e ad una ad una forse ci si accorge che la vita agreste non è proprio come la sogniamo.

Insetti ed altri animali domestici

Che abbiate deciso di abitare in una villetta con giardino a pochi passi dalla metropoli o in una cascina con qualche gallina e un paio di mucche per la razione quotidiana di uova e latte dovrete da subito fare i conti con una serie di ospiti a cui chi abita in città non è sempre abituato. Mosche, ragni e moscerini sono onnipresenti ed inestinguibili, ma vi sorprenderete anche di come le cimici amino il profumo del bucato steso e ne troverete sempre qualcuna nella vostra cesta dei panni asciutti, almeno nella bella stagione. Anche i topolini che in città immaginiamo solo nelle fogne o in qualche cantina lurida proveranno ad entrare almeno al piano terra in cerca di provviste, informatevi sui metodi meno trucidi per tenerli alla larga. Se non vivete in un luogo isolato il vostro vicino avrà sicuramente un cane, ma, abitando in campagna, non si preoccuperà del fatto che questo abbai ogni volta che si muove una foglia (fa la guardia!), così come il proprietario del gallo dall’altra parte della strada sarà ben contento che il suo pennuto svegli lui – e voi – tutte le mattine all’alba con puntualità svizzera – e in estate l’alba è molto prossima alle cinque del mattino.

E adesso un po’ di shopping

Una volta fatta amicizia con tutte le specie animali dovrete pensare ad approvvigionarvi dello stretto indispensabile. Sicuramente non avrete la scelta di supermercati che ci sono in città, uno, forse due, che, non avendo concorrenza, fanno il bello ed il cattivo tempo, per non parlare dei negozietti che ci sono nel paese vicino, da fare invidia a Bulgari, ma tanto tanto caratteristici se non diventano la vostra unica fonte di sussistenza! Centri commerciali ce ne sono un po’ dappertutto, ma preparatevi a fare qualche decina di chilometri per raggiungere il più vicino; non si può dire la stessa cosa delle catene della grande distribuzione a cui, senza nemmeno rendercene conto, siamo tanto abituati; potreste dover dire addio al negozio di mobili svedesi a basso prezzo e a quelli francesi di articoli sportivi e di bricolage, ma per questi c’è sempre internet…se siete raggiunti dall’ADSL e dal segnale, non è detto.

Scuola, lavoro ed il fenomeno del pendolarismo[dup_immagine align=”alignright” id=”11725″]

Se non siete tra quelli che hanno deciso di diventare coltivatori diretti forse avrete un lavoro da raggiungere giornalmente, ma diciamolo, difficilmente sarà a due passi dalla vostra bucolica dimora, forse dovrete sportarvi quotidianamente e dovrete pagare la vita di campagna con una o due ore in auto, magari non in coda come quando abitavate in città, ma comunque chiusi nell’abitacolo macinando chilometri. Se infatti in città potevate permettervi di spostarvi con i mezzi pubblici sappiate che in campagna diventa tutto più difficile: se esiste un mezzo che vi colleghi al luogo che dovete raggiungere le tariffe degli abbonamenti saranno elevate, le corse rare e legate a tabelle orarie rigidissime e nel week end potrebbe mancare completamente il servizio. Sempre che non nevichi.

Se al lavoro aggiungiamo i figli che devono andare a scuola o a svolgere altre attività preparatevi a diventare la classica mamma-taxi, sempre in auto per trasportarli da un’attività all’altra fino al giorno in cui vi arrenderete al motorino. Insomma se avete scelto di lasciare la città perché vi stressava la vita troppo frenetica valutate bene di non passare dalla padella alla brace.

[dup_immagine align=”alignleft” id=”11728″]La popolazione locale

Ultimo punto da considerare, ma non per importanza, è costituito dalla gente che troverete ad accogliervi. In linea di massima si tratta di persone che sono nate e vissute in quello che avete eletto a vostro Eden personale, un posto in cui “prima che arrivassero dalla città si viveva benissimo”, quindi poco propense all’accoglienza; almeno per i primi tempi, vi sentirete a dir poco scrutati. Finito il periodo di osservazione, se avete passato tutti gli stadi di ambientazione, entrerete a far parte della comunità, verrete messi a parte dei segreti dei vicini e non potrete muovere un passo senza che tutti lo sappiano. Un periodo di vacanza in cui sparite da casa per un mesetto si trasformerà in breve tempo in un viaggio negli USA per farsi operare di un male incurabile e la vostra vita diventerà, almeno sulle bocche di tutti, molto più avventurosa di quanto avreste mai immaginato.

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Forse dopo queste righe mi avrete smascherato: sono una mamma-taxi che, dopo una vita nella metropoli si è trasferita con la famiglia in campagna, ma non è del tutto convinta della propria scelta. Corro sempre in macchina, anche solo per andare a prendere il latte, combatto con cimici e mosche, mentre il topo l’abbiamo sconfitto quattro anni fa e forse quest’anno ci arriva l’ADSL. Se chiedete ai miei vicini abitiamo nel posto più bello del mondo, l’aria è buona, i bambini hanno le guance rosse e si trova sempre parcheggio, ma ancora non mi spiego perché quando passano i contadini a “spruzzare” nelle vigne indossano tute ermetiche da antiattaccobattereologico e noi possiamo camminare nelle strade che li affiancano senza alcuna precauzione.  Ah, un ultima cosa, ero in vacanza sul lago, non a farmi operare negli Stati Uniti e, grazie, sto benissimo!