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La pelle rigenerata: cos’è e quanto dura

Capita sempre più spesso di sentire parlare di “pelle rigenerata” come materiale per la produzione di oggetti d’arredo o articoli vari come borse o scarpe. Il diffondersi della “regenerated leather” va di pari passo con l’affinamento delle tecniche produttive ed il diffondersi di un sentiment sempre più comune di avversione alla pelle naturale, ottenuta come è noto grazie all’abbattimento di animali di varie specie e con il processo “di conciatura” volto ad impedire imputridimento dei tessuti da essi ottenuti.

La pelle rigenerata nasce quindi da due esigenze “positive”: contenere i costi e limitare l’uso di pelli di animale naturali, ma proprio per la sua natura, si presta facilmente ad essere utilizzata per abbassare la qualità dei prodotti e, nei casi limite, anche per perpetrare truffe. Occorre quindi stare molto attenti a riconoscerle nel caso si stia vagliando un acquisto di un oggetto in pelle naturale oppure sceglierla consapevolmente.

Pelle naturale e pelle rigenerata: analogie e differenze

[dup_immagine align=”alignleft” id=”3086″]La lavorazione della pelle naturale avviene nella stragrande maggioranza dei casi utilizzando il tessuto epiteliale di animali abbattuti per scopi alimentari e quindi principalmente ovini, suini, ovini e suini e quindi solo in minima parte la produzione di pelle naturale incide realmente sull’abbattimento di animali a scopo specifico. Questo dato di fatto limita in parte il carattere “ecologico” della pelle rigenerata che comunque rimane un aspetto importante. Inoltre, le caratteristiche fisiche del cuoio – ovvero della pelle conciata a prescindere dalla tecnica di cincia utilizzata – rimangono non totalmente imitabili per cui, nonostante i numerosi tentativi in tal senso, la produzione di materiali simili alla pelle naturale si è limitata a riprodurne le caratteristiche “visive” e “tattili”, senza tuttavia riuscire a mutuarne caratteristiche peculiari quali la traspirabilità, l’estrema resistenza e durata, la termoisolabilità o la conduttività elettrica.

Chiarito quindi che qualunque materiale “imitatore” del natural leather sia di qualità inferiore ad esso, è evidente che il rovescio della medaglia di ciò è rappresentato dal fatto che il prezzo di produzione e lavorazione sia decisamente inferiore, sia perché richiede una “percentuale” di vera pelle assai inferiore sia perché permette un riuso praticamente illimitato di ogni scarto di lavorazione. Da questo punto di vista, quindi costituisce una buona imitazione con costi inferiori e, laddove utilizzato esplicitamente e con la consapevolezza che si tratta di “un’altra cosa” rispetto alla pelle, una alternativa accessibile a buon mercato.

Il procedimento produttivo

[dup_immagine align=”alignleft” id=”3085″]La produzione della pelle rigenerata è incredibilmente affine per tecnica e meccanica a quella della carta, da cui mutua anche le logiche “chimiche” di aggregazione. Gli scarti di lavorazione della pelle naturale vengono finemente tritati e mischiati a gomma, lattice ed altri aggreganti sintetici fino ad essere pressata e lavorata in fogli di vario spesso a seconda dell’utilizzo che se ne intende fare, in modo assai simile a quello che avviene per la carta. Prima di essere definitivamente resi disponibili per i produttori di mobili, calzature o oggettistica varia, i fogli di pelle rigenerata possono essere soggetti a varie lavorazioni di “rifinitura” il cui scopo è renderli più simili possibili alla corrispondente versione naturale quali la calandratura, la smerigliatura e la verniciatura. Importante è in particolare il processo di goffratura in cui la pelle viene “stampata” utilizzando un particolare disegno volto ad imitare la “grana” che propriamente si riscontra nella pelle naturale, spesso diversa a seconda dell’animale di provenienza del tessuto.

Quanto dura la pelle rigenerata?

[dup_immagine align=”alignright” id=”3084″]Da quanto detto finora, appaiono chiaramente i punti fermi da tenere presente parlando di pelle rigenerata.

  • Si tratta di un prodotto diverso dalla pelle naturale che ne imita le caratteristiche visive ma non la qualità
  • Non è esattamente “ecologico” perché usa scarti di lavorazione della pelle naturale e quindi, pur se in misura minore, è a “base animale”
  • Ha un costo certamente inferiore alla pelle naturale a discapito di una qualità inferiore.

Essendo consapevoli di ciò, scegliere di acquistare oggetti in pelle rigenerata può essere una valida alternativa. Un ultimo elemento è però importante. La durata della pelle rigenerata è paragonabile a quella naturale? La risposta è naturalmente no, anche se il paragone “secco” non è semplice a causa del fatto che in ogni caso l’incidenza di una buona manutenzione e pulizia sulla durata è importante. In ogni caso, la differenza fondamentale è che mentre il cuoio si usura assumendo delle colorazioni particolari che a volte lo rendono anche più bello, la pelle rigenerata non si pela come la naturale ma è soggetta a crepe e segnature che la naturale non conosce.

In sostanza la questione vera è sempre la stessa: valutare bene il trade-off tra prezzo e qualità che individua meglio le vostre esigenze estetiche e di portafoglio, con piena consapevolezza delle differenze e senza “demonizzare” a priori nessuna soluzione.

Foto di: Serepsa; Katy McGraw; Ben Spark; higetiger

Anna Invernizzi

Classe 1972, cinque figli e una vita intensa. Laureata in Economia, impiegata, scrivo per passione su tutto quello che mi interessa. In particolare creo contenuti a tema cucina e lifestyle.

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Anna Invernizzi

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