IMU 2025, clamoroso dietrofront del Fisco: “Avete pagato troppo!” | Scatta il rimborso immediato

Coppia alle prese col calcolo dell'IMU (Pixabay) - unadonna.it

Coppia alle prese col calcolo dell'IMU (Pixabay) - unadonna.it

Esistono alcuni casi in cui l’IMU non deve essere corrisposta e di conseguenza va risarcita. Ecco quando si verifica questa condizione

Sentir pronunciare la parola IMU non è mai un bene per gli italiani. Di fatto significa che bisogna pagare la tassa relativa ad una proprietà immobiliare. L’unico aspetto positivo è che in linea di massima non va pagata per la prima abitazione.

Esistono delle eccezioni, ma riguardano una cerchia ristretta di casistiche. In ogni caso chi è tenuto a pagarlo deve farlo onde evitare di vedersi recapitare delle cartelle esattoriali dopo qualche tempo.

Lo si può fare in un’unica soluzione o in due rate che aiutano ad ammortizzare la spesa e ad evitare problematiche future. Ciò non toglie che è una di quelle voci che un po’ tutti i cittadini vorrebbero abolire, ma in linea di massima non si può.

Meglio però prestare sempre la massima attenzione a ciò che si paga. Infatti in alcuni frangenti seppur possa sembrare paradossale, si ha addirittura il diritto di essere rimborsati rispetto a quanto versato nelle casse del Comune.

Quando si può richiedere il rimborso per l’IMU

A specificarlo è stato madonielive.com, secondo cui può capitare con una certa frequenza che possano essere recapitati degli importi sbagliati e talvolta del tutto non dovuti. La normativa in tal senso parla chiaro e prevede che chiunque abbia versato importi in realtà non previsti, può chiedere la restituzione entro cinque anni dal pagamento o dal momento in cui si riconosce il diritto di rimborso.

Una gran bella opportunità che magari non tutti conoscono e che può aiutare a riottenere del denaro che può essere utile per altre spese. C’è però da seguire un apposito iter per poter sperare di essere indennizzati.

Banconote (Pixabay) - unadonna.it
Banconote (Pixabay) – unadonna.it

La procedura da seguire per poter riavere indietro il denaro

Ad onor del vero basta semplicemente presentare la domanda al Comune nel quale è situato l’immobile. Chiaramente vanno allegate le prove che indicano l’errore o comunque la causa della restituzione. A quel punto l’ente ha 180 giorni di tempo per poter rispondere. Se passato questo termine non si riceve nessuna risposta, si può sollecitare tramite PEC o raccomandata.

Qualora l’esito sia positivo il rimborso avviene tramite bonifico bancario o accredito diretto. Resta però da rispettare il termine tassativo dei cinque anni per far valere questo diritto. Dunque, un’occasione del tutto inaspettata che sta portando sempre più persone a rivedere la propria posizione nella speranza di trovare una falla relativa al pagamento dell’IMU.