ULTIM’ORA – Matrimoni ANNULLATI, tutta colpa di questo foglio | Se non hai firmato al terzo rigo, le nozze non sono valide

Matrimonio in chiesa (Pixabay) - unadonna.it
Attenzione al momento del fatidico sì, soprattutto quando avviene chiesa. Potreste ritrovarvi alle prese con dei guai seri ecco la storia dei matrimoni annullati
Il matrimonio è sicuramente un passo importante, per questo è bene farlo solo quando si è sicuri onde evitare di doversene pentire e poi iniziare una lunga trafila per poi riuscire ad ottenere il divorzio.
Ciò non toglie che può capitare anche quando si ritiene di aver trovato la persona della propria vita. I rapporti col tempo infatti si evolvono e non sempre si riesce ad andare avanti allo stesso modo. Le esigenze possono cambiare e prendere strade diverse diventa inevitabile.
Di fatto si tratta di un contratto che comporta dei vincoli, che però in alcuni casi possono essere completamente sconosciuti. In tal senso è bene andare a conoscere una sfaccettatura di cui pochi tengono conto.
È relegata esclusivamente al matrimonio in chiesa, che oggi non è più gettonato come un tempo. Molte coppie preferiscono dei riti civili, che per certi versi possono creare molti problemi in meno. Capiamo il perché.
Il caso dei due coniugi di Messina
Come si evince dalle notizie raccolte brocardi.it, una coppia messinese convolata a nozze nel 2009 ha dovuto fare i conti con dei cavilli legali alquanto fastidiosi per via del loro matrimonio celebrato in chiesa.
L’anno dopo dopo aver avviato la procedura per la separazione si sono accorti infatti che il parroco che aveva celebrato la loro unione non aveva mai inviato l’atto all’ufficiale di stato civile. Per effetto di ciò il matrimonio non era mai stato trascritto. La donna a quel punto ha chiesto al marito di sottoscrivere insieme la trascrizione tardiva per poi affrontare la separazione.

La storica decisione della Cassazione dei matrimoni annullati
Lui non ne ha voluto sapere e ciò ha dato vita ad una vera e propria faida conclusasi solo quest’anno con la sentenza da parte della Corte di Cassazione. Quest’ultima ha stabilito che il coniuge che rifiuta la trascrizione tardiva di fatto non commette nessun atto illecito. Al contrario, esercita un proprio diritto, ovvero quello di decidere in maniera libera ed autonoma se attribuire o meno effetti civili ad un vincolo di natura religiosa.
Dunque se la trascrizione entro cinque giorni dalla celebrazione in chiesa è utile per far presumere il consenso, una volta trascorso questo termine diventa un vero e proprio atto di volontà. La Cassazione ha fatto leva sul principio di autodeterminazione, che si riflette nella libertà di poter procedere o meno con questa trascrizione. Insomma, un fatto curioso destinato sicuramente a fare giurisprudenza.