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Sarde a beccafico

Le sarde a beccafico sono una delle ricette più significative e conosciute della cucina tradizionale siciliana. Infatti il Ministero delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali  le ha inserite nelle lista dei prodotti agroalimentari italiani. Il loro perfetto e delicato equilibrio tra i sapori ne fanno una delle ricette più apprezzate e, per questo, possono essere servite sia come secondo piatto che come antipasto.

Il nome piuttosto insolito della ricetta si deve alla loro nascita dalle origini antiche. Sono una ricetta della cucina popolare e contadina, create come succedaneo ad un prelibato piatto di carne che veniva servito sulle tavole delle famiglie aristocratiche e ricche ai tempi delle dominazioni spagnole tra il XVIII e il XIX secolo.

L’ingrediente principale del piatto originario era il beccafico, un piccolo uccellino dei passeriformi, che in estate si nutriva di fichi e se ne cibava talmente tanto da diventare bello grasso e saporito. I nobili lo cacciavano e lo facevano cucinare farcito con le loro stesse interiora. Il popolo non poteva permettersi un piatto così ricco e costoso e allora le donne del popolo, che lavoravano presso i nobili, hanno creato una versione povera del piatto utilizzando le sarde e preparandole alla maniera degli uccellini. Le sarde venivano farcite ed arrotolate con la coda all’insù in modo che sembrassero i beccafichi.

Esistono alcune versioni di questa ricetta che variano a seconda delle province e delle zone della Sicilia: alla palermitana, alla ennese, alla trapanese, alla catanese e alla messinese.

Si differenziano per gli ingredienti presenti nella farcitura e per la presenza o meno del pomodoro, ma in tutte le versioni sono sempre presenti i pinoli.

In qualunque versione o ricetta vengano preparate, le sarde a beccafico, non andrebbero servite subito, ma, una volta tolte dal forno, si dovrebbero far riposare almeno una mezz’ora coperte da un canovaccio da cucina di cotone pulito.

La ricetta che segue è la versione trapanese di questo piatto prelibato.

Preparazione

  1. Lava ed asciuga il prezzemolo e poi tritalo finemente. Metti a mollo l’uva passa in un bicchiere con acqua tiepida. Pela la cipolla e tritala con la mezzaluna
  2. Squama le sarde, aprile a libro, togli la lisca, la testa e le interiora ma lascia la coda. Infine sciacquale velocemente sotto acqua fredda corrente e tienile da parte.
  3. Versa l’olio extravergine di oliva in una padella antiaderente insieme alla cipolla tritata e farla rosolare.
  4. Una volta che la cipolla si è rosolata, aggiungi il prezzemolo tritato, i pinoli, l’uva passa scolata e ben strizzata, il pangrattato, il succo di arancia e il sale. Mescola e spegni il fuoco.
  5. Metti le sarde sopra il piano di lavoro con la parte interna rivolta verso l’altro.
  6. Disponi sopra ogni sarda un cucchiaino di composto preparato e arrotolala su se stessa iniziando dalla parte della testa in modo che la coda rimanga libera e rivolta all’insù.
  7. Prepara in questo modo tutte le sarde che hai a disposizione.
  8. Ungi una teglia da forno e disponici le sarde una vicino all’altra e con la coda verso l’alto.
  9. Infine sistema le foglie di alloro tra le sarde e cospargile con il ripieno rimasto.
  10. Mettile nel forno già caldo a 180 gradi e lasciale cuocere per 15/20 minuti.
  11. Estrai dal forno, copri la teglia con un canovaccio da cucina e lascia riposare per mezz’ora.
  12. Trascorso il tempo di riposo, distribuisci le sarde a beccafico in piatti singoli e servi in tavola.
  13. Buon appetito!!!

Anna Rosa Augurio

La cucina è la mia passione. E perché non condividerla giorno dopo giorno con chi la ama quanto me? Scrivo per hobby su magazine online e scrivo, ovviamente di cucina. Realizzo ricette tradizionali della cucina italiana, dagli antipasti ai primi piatti fino a arrivare ai dolci.

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Anna Rosa Augurio
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