La variante della prugna secca della California è le più famosa, non tanto perché vengono dall’America ma perché siamo stati bombardati fin dagli anni ’90 dal concetto che prugne secche vuol dire regolarità intestinale.
Il colore della buccia e la polpa della prugna cambiano colore a seconda della varietà, dal giallo-verde al rosso-viola. Le prugne o susine rientrano nell’elenco dei frutti estivi tra i più consumati.
La pianta del susino non ha un’unica origine ma, in base alla varietà, conosce diverse provenienze: Asia, America e Europa. Quest’ultimo è probabilmente il luogo in cui il susino conosce maggiore produttività. Per l’Italia la concentrazione maggiore di susini si ritrova in Emilia-Romagna e Campania. Una punta di eccellenza è rappresentata anche dal Trentino Alto Adige che dà origine alla Susina di Dro, dal 2011, fregiata della Denominazione di Origine Protetta (DOP) da parte dell’Unione Europea. Un riconoscimento molto raro per le produzioni ortofrutticole.
La prugna matura da giugno a ottobre, portando la pianta a fruttificare fino a 5 volte a stagione. Il frutto rientra nella categoria delle drupe, componendosi di una buccia esterna il cui colore può variare dal giallo-verde al rosso-viola in base alla varietà.
In ogni caso tutte le prugne sono sempre rivestite da una sottile patina bianca (la pruina) costituita da elementi cerosi che il frutto sviluppa come forma di protezione verso i raggi ultravioletti. Anche la polpa è diversa secondo la varietà colturale sia in consistenza (da vellutata a polposa) e in colore che comprende diverse tonalità di giallo più o meno intense. Attaccato saldamente alla polpa, si ritrova il nocciolo il quale risulta tossico alla salute in quanto capace di rilasciare nell’organismo una minima dose di acido cianidrico. Per questo motivo bisogna evitarne l’ingestione e la rottura della parte legnosa.
Le prugne cotte sono una ricetta molto semplice da preparare e può risultare molte utile in caso di stipsi. La stitichezza si cura con la prugna perché migliora la motilità intestinale. Il frutto, infatti, contiene difenilsatina, una sostanza che stimola la peristalsi favorendo il transito del materiale digerito. Ma non solo. Nella prugna sono presenti anche le fibre che, non essendo digeribili, concorrono a sollecitare lo stimolo. Inoltre, nella prugna sono presenti in buona quantità il potassio e il calcio, due minerali che favoriscono la contrattilità muscolare e quindi sollecitano ulteriormente la peristalsi. Infine, l’elevato contenuto di zuccheri (glucosio, fruttosio e saccarosio) del frutto fornisce il nutrimento alla flora microbica intestinale.
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