La tradizione vuole che le noci vengano raccolte nella notte di San Giovanni “dalla donna più esperta nella preparazione che, salita sull’albero a piedi scalzi, staccava solo le noci migliori a mano e senza intaccarne la buccia”. Questa è la leggenda che accompagna la preparazione di questo liquore, forse nato in Francia e poi diffuso in Italia, prima nella zona del modenese e poi in tutto il centro-nord. Sempre la storia racconta che le noci, dopo essere state lasciate “alla rugiada notturna per l’intera nottata”, si mettevano in infusione il giorno dopo. La preparazione terminava la vigilia di Ognissanti, cioè la notte del 31 ottobre.
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Dalla leggenda alla realtà il passo è breve: per produrre il nocino si utilizzano noci acerbe ancora nel mallo, raccolte dalla pianta all’inizio dell’estate, quando sono ancora sufficientemente tenere. Secondo un procedimento che ora vi raccontiamo, vanno poi messe a macerare con zucchero e alcool sempre al sole anche sino a Natale, con raccomandazione di aprire il vaso per mescolare e ossigenare il prodotto quotidianamente per i primi due mesi. Il nocino deve risultare: denso, bruno brillante, limpido, con sentori e profumi di noce intensi e persistenti.
In questo modo si ottiene un liquore che ha effetti benefici per la digestione. È infatti ricco di acido gallico, che la tradizione erboristica consiglia come digestivo, tonico e contro i disturbi del fegato. Ricordate però che, come ogni alcolico e superalcolico, ne vanno bevute solo modeste quantità.
Il modo migliore di servirlo è liscio a temperatura di 16-18 gradi, mentre alcune varianti lo vedono anche servito con il Parmigiano Reggiano o sul gelato per un ottimo dessert.
La scelta dei recipienti è molto importante: meglio scegliere bottiglie dal vetro spesso e scuro, oppure piccole botti in legno di rovere, trattate per la conservazione di liquori. Il nocino si può assaporare fin da subito, ma i buongustai aspettano anche un anno, in modo che la bevanda prenda completamente l’aroma delle noci. Inoltre, insieme all’alcool si possono aggiungere degli aromi: quelli più utilizzati sono le bacche di ginepro e i chiodi di garofano, da usare con moderazione.
Suggerimento finale per la filtrazione: utilizzate un panno grezzo, preferibilmente di lino. Se è già stato lavato con detersivo, sciacquatelo più volte in acqua tiepida, e poi strizzatelo per bene.
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