Cuba, nel campo dei cocktail è sinonimo di Rum. E proprio il Rum bianco è il protagonista del Mojito, strepitoso alcohoolic-drink nato, dice la leggenda, a L’Avana ai tempi del proibizionismo, quando l’uso degli alcolici era vietato negli Stati Uniti e molti americani si spostavano per poterlo consumare nella mondana ed ospitale (allora) Cuba che dista solo qualche decina di miglia dalla costa della Florida.
[dup_immagine align=”alignright” id=”10695″]La “culla” del Mojito è tradizionalmente individuata nel bar “La Bodeguita del Medio”, taverna della capitale frequentata abitualmente da Ernest Hemingway e Pablo Neruda. L’origine del nome non è di certa attribuzione, dal momento che circolano alcune diverse versioni nessuna delle quali accreditata di certezze: quella “autoctona” vuole che derivi dalla parola “mojo”, un intingolo locale a base di aglio ma che può anche significare “incantesimo”; quella “di importazione” la attribuisce invece  alla storpiatura del termine spagnolo “mojadito”, ossia “umido”.
Quale che sia la verità, ciò che è certo è che il mojito sia ormai entrato nell’immaginario collettivo come uno dei cocktail da “aperitivo” più gettonati, spesso accompagnato alle tipiche “tapas” ispaniche.
Qualche nota di colore: anche se è ormai comune l’uso dello zucchero di canna scuro, nella originale versione cubana lo zucchero era sì di canna ma raffinato chiaro, ovviamente comunque assai più grezzo del nostro zucchero semolato. Inoltre la menta è una europeizzazione della “Hierba buena”, arbusto spontaneo comunissimo a Cuba e dal sapore più delicato rispetto alla corrispondente versione europea. Da ultimo, la ricetta originale non prevede il ghiaccio tritato ma rotto in pezzi – a tale scopo nei locali di Cuba un enorme blocco di ghiaccio campeggia sempre sul bancone – e il succo di lime è utilizzato “puro”, non con il lime in pezzi schiacciato con un pestello. Questa è una variante “spuria” diffusasi in Europa ma non aderente all’originale (anche se di comunque di ottimo risultato). A Cuba, il “mojito” non tollera nessuna deroga: l’unica altra versione ammissibile è il “mojito criollo” ottenuto con l’aggiunta del liquore di origine venezuelana “Angostura” – di qui l’aggettivo di criollo, ossia “meticcio”.
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